Due giorni di lotta e resistenza agli sfratti nella nostra città hanno impedito che due famiglie, residenti a Cisanello e nel quartiere di Sant’Ermete, fossero letteralmente sbattute in mezzo alla strada. Più di 50 persone hanno svolto un vero e proprio lavoro di giustizia sociale, confrontandosi con le inadempienze strutturali delle istituzioni e con l’avidità della rendita immobiliare, personificata in multiproprietari interessati esclusivamente a speculare sul diritto alla casa. Queste due famiglie sono nella stessa condizione di centinaia di altri nuclei: sono seguiti da anni dai servizi sociali, sono nella graduatoria di casa popolare, hanno parteripato ai passati bandi per il contribuito “morosità incolpevole”. Ma tutte queste procedure il giorno dell’esecuzione dello sfratto non valgono niente: gli ufficiali giudiziari, in particola modo il Dottor Crea, si rifiutano di mediare in queste situazioni ed obbediscono funzionando da “giustizia privata” provocando inaudite sofferenze alle famiglie con bambini, per privilegiare i proprietari di casa. Addirittura gli assistenti sociali offrono lauti compensi ai proprietari – con l’indennità di occupazione – ma le istituzioni competenti hanno fino ad oggi scelto di mettere la testa sotto la sabbia, lasciando questi drammi trasformarsi in ingiustizie vere e proprie. Una camionetta di celere, quattro volanti di polizia, di carabinieri, di vigili urbani per sfrattare la famiglia stamani. Ma il presidio composto da altre famiglie sotto sfratto e dai comitati di quartiere ha rafforzato la giusta posizione dell’inquilino: non ha senso sbattere persone sotto un ponte, quando ci sono bandi della morosità che hanno proprio la missione di trovare alternative a queste situazioni. Anche oggi il rinvio dello sfratto è stato conquistato per due mesi, fino al 30 novembre.
Domanda numero 1: Quanti soldi sono stati spesi per mobilitare quest’esercito contro due famiglie in due giorni? Quante case popolari potevano essere ristrutturate con quei soldi? Quanti sussidi potevano essere erogati alle famiglie disoccupate?
La commssione territoriale sfratti.
Dopo il picchetto in Sant’Ermete, decine di famiglie sotto sfratto sono andate in via fermi dove si trovano Ufficio Casa e Apes di Pisa. Dopo lo sfratto di ieri le famiglie dei comitati di quartiere avevano ottenuto una seduta straordinaria della Commissione territoriale sfratti con l’Assessore alla casa Zambito ed altri soggetti sindacali ed istituzionali, affinché fossero sventate situazioni di tensione legate all’esecuzione di tutti quegli sfratti programmati con la forza pubblica delle famiglie che hanno partecipato ai bandi per la morosità incolpevole. Dopo mesi di attesa e richieste c’è stata la convocazione di questa commissione territoriale sfratti che ha l’obiettivo di sventare l’utilizzo della forza pubbica e cercare nuove soluzioni . Ma nel frattempo, stamani, ancora una volta l’unica legge che si è vista è quella dell’uso brutale della forza in difesa della proprietà. Uso che è stato contrastato con la dignità dei movimenti che da anni si battono contro gli sfratti.
Domanda numero 2: A cosa servono i bandi per la morosità incolpevole se le istituzioni non mettono in pratica alcuna protezione nei confronti degli inquilini sotto sfratto che partecipano agli stessi bandi?
Verso le 11 e mezzo di mattina moltissime persone si sono presentate all’Apes, convinte di poter partecipare alla seduta, accordata con i dirigenti dell’emergenza abitativa il giorno precedente. Ma ad attenderle c’erano decine e decine di forze dell’ordine, accompagnate ancora una volta da camionette e volanti, con l’obiettivo esplicito di non farle entrare a partecipare alla seduta. Come mai? E’ gravissimo che poliziotti e carabinieri siano mobilitati in forze per alcune decine di famiglie che hanno tra l’altro accordato una partecipazione alla seduta della commissione sfratti – così come avvenuto in altre occasioni – per discutere le necessarie misure sociali contro l’emergenza sfratti. Dopo più di un’ora di snervante attesa le famiglie sotto sfratto sono riuscite ad entrare all’interno dell’ufficio casa, subendo tra l’altro pressioni e spinte da parte di alcuni poliziotti. Successivamente, anche grazie alla presenza del consigliere comunale di Città in Comune Ciccio Auletta, una delegazione del progetto Prendocasa ha partecipato alla riunione, che alla presenza di Assessori alla casa e personale degli uffici dei servizi sociali, dell’Apes, dell’Ufficio casa e dei Sindacati Inquilini, ha finalmente preso la decisione di chiedere formalmente al Prefetto (assente alla seduta, ma vero regista della militarizzazione degli uffici) la sospensione degli sfratti per tutte le famiglie in attesa del contributo bando morosità.
Insomma una giornata che conferma la forza dei movimenti e le trattative per spostare quegli equilibri tra rendita immobiliare e bisogni delle persone, con la Politica colpevolmente asseconda i primi. Equilibri che ad oggi vedono troppo spesso famiglie soccombere di fronte ad una macchina burocratica che schiaccia i diritti sociali sotto il peso degli sfratti, degli affitti altissimi, degli abusi istituzionali che permettono che migliaia di case siano vuote sul territorio nel mentre 400 sono i nuclei sotto sfratto.
Il tentativo di minacciare e di impaurire con la militarizzazione le rivendicazioni e le pratiche dei comitati di lotta per la casa è miseramente fallito di fronte alla consapevolezza e al protagonismo diretto di chi ogni giorno resiste agli sfratti. Da segnalare inoltre quanto la Legge regionale Saccardi sulla casa andrà nelle prossime settimane – in concomitanza con l’uscita della graduatoria definitiva delle case popolari – ad aggravare la tensione sociale presente in città e non solo. Da queste giornate allora è importante rilanciare per metà di ottobre una grande assemblea cittadina che dia forza al movimento per il diritto alla casa.