Lunedì 9 maggio la I Commissione consiliare “garanzia e controllo” del Comune di Pisa è stata convocata a discutere sulla “sparizione” dei 10 milioni di euro per la costruzione delle case popolari di Sant’Ermete (qui l’audio). In commissione erano presenti diversi consiglieri, il direttore Giorgio Federici e l’amministratore delegato dell’Apes Lorenzo Bani e – come uditori, sebbbene non abbiano rinunciato a far valere il proprio di diritto di prendere parola al momento opportuno – anche una delegazione del Comitato di quartiere di Sant’Ermete.
Dalla seduta è stato confermato che i 10 milioni di euro che la Regione aveva stanziato per i lavori di ricostruzione degli alloggi sono stati tolti dal bilancio. Inoltre la copertura finanziaria da parte delle Istituzioni regionali per l’emergenza abitativa è per l’anno 2016 pari a zero. Infine, oltre al danno arriva la beffa: alla fine della seduta e solo dopo numerosi sollecitazioni, è stato detto che mancano all’appello altri soldi necessari alla ricostruzione anche del primo blocco di via Emilia. Su un totale di 5 milioni di euro della tranche per il completamento della ricostruzione degli alloggi, la Regione Toscana non ha stanziato un milione e trecento mila euro!
“In un paese normale questa cosa farebbe arrabbiare gli amministratori locali, convocherebbe immediatamente conferenze stampe, assemblee coi cittadini “illusi e truffati” per anni, e dichiarerebbe essa stessa l’esonero dal pagamento degli affitti per chi è costretto a vivere in case non a norma. A Pisa invece i dirigenti dell’Apes e l’assessore Zambito fanno finta di niente ed hanno il coraggio di annunciare sottovoce che la prossima settimana si incontreranno con la Regione Toscana per un tavolo tecnico in cui ridiscuteranno il progetto per trovare i soldi per la demolizione delle case e tirarne su “almeno 33” invece che il quintuplo. Questo è inaccettabile.”
Come troveranno i soldi le istituzioni? L’ipotesi ventilata in commissione fa accapponare la pelle: secondo il Bani è possibile stipulare un mutuo con le banche da far contrarre direttamente alla Regione Toscana. Insomma, niente finanziamento pubblico, ci si rivolge alle banche con l’aumento dei tempi e dei costi per via degli interessi!
Gli abitanti di Sant’Ermete passano dunque al contrattacco. Riunitisi in assemblea, con ancora attivo dal 6 aprile il presidio permanente che da due mesi ormai porta avanti la lotta per i 10 mln (ora di più!), gli abitanti hanno diramato un comunicato, il quarto dall’inizio della lotta, in cui affermano:
-che gli abitanti del quartiere rifiutano nel modo più assoluto che vengano sacrificati 10 milioni di euro di finanziamento pubblico per incorrere in un mutuo che legherebbe le case popolari in mano delle banche. Questi soldi devono ritornare, subito, dal finanziamento pubblico della cassa depositi e prestiti per essere investiti nelle case popolari!
-che gli abitanti del quartiere continuano ed intensificano l’autoriduzione del canone, in quanto il contratto è decaduto nel momento in cui gli alloggi non sono più a norma e non viene data alcuna prospettiva credibile di rimediare a questa situazione. Nonostante le promesse ed i progetti firmati mancano all’appello milioni di euro ed i cantieri sono fermi. Perciò la preparazione dell’esposto in procura procede con ancora più determinazione.
-che gli abitanti del quartiere rifiutano in ogni modo che la settimana prossima, come annunciato del Direttore dell’Apes Federici, venga fatto un tavolo tecnico tra Regione, Comune ed Apes che rimetta in discussione il progetto, ovvero trasgredisca il progetto originario di riqualificazione di tutto il quartiere, accettando “che non ci sono i soldi” per portarlo a termine. Ci opponiamo a questa revisione, a maggior ragione che è stato affermato che mancano quasi un altro milione e mezzo di euro.
-che gli abitanti di Sant’Ermete, fino a che tutti questi soldi non verranno ritrovati col finanziamento pubblico e reinvestiti in tempi celeri nella costruzione dei nuovi alloggi a norma, non accetteranno la demolizione degli alloggi per lasciare il quartiere ancora più nel degrado. Senza la garanzia della ricostruzione e della copertura finanziaria per il progetto non accettiamo che prosegua questa criminale speculazione di rendere Sant’Ermete un quartiere fantasma.
– che l’incontro di lunedì 16 maggio alle ore 10 con l’amministratore delegato dell’Apes Lorenzo Bani, come concordato con lui stesso un mese e mezzo fa, debba dare delle risposte certe. Per questo vogliamo che gli amministratori locali si attivino affinchè lunedì ci sia la data di un incontro in Regione alla presenza del comitato di Sant’Ermete con il presidente Rossi e l’assessore alle politiche abitative Ceccarelli. Incontro che è stato chiesto già da due settimane senza ricevere alcuna risposta.
– che venga discussa con l’avvocatura dell’Apes seriamente la proposta di esonero dal canone per tutti gli abitanti di Sant’Ermete, affinchè venga riconosciuta ufficialmente la grave situazione di emergenza abitativa.
La battaglia del quartiere si generalizza contro la volontà delle istituzioni di cambiare il progetto indebitando i cittadini delle case popolari con le banche. “Tutto ciò rappresenterebbe un durissimo colpo a tutta la collettività ed i servizi pubblici – dicono dal presidio – Dobbiamo impedirlo. Lunedì 16 maggio per questo saremo in tanti in presidio a sostenere la delegazione trattante all’incontro con l’Apes, affinchè venga fatto capire che la popolazione di Sant’Ermete è stufa di vedersi scippare milioni di euro di soldi pubblici e non ne può più di vivere in delle case muffose ed insalubri”.