Continua la mobilitazione contro il mutuo regionale

Nei giorni scorsi si sono tenuti due appuntamenti, il primo nel quartiere San Giusto e il secondo in Gagno, di protesta contro l’ipotesi di un mutuo regionale per rilanciare i cantieri di edilizia popolare in Toscana. I cittadini di Sant’Ermete e di altri quartieri popolari si oppongono a un indebitamento che poi andrebbe a ricadere sulle fasce più deboli; lunedì si terrà una conferenza stampa davanti alla sede dell’Apes, mentre martedì la protesta si sposterà a Firenze per incontrare il Consiglio Regionale.

Di seguito il volantino distribuito in questi giorni.

NOI IL VOSTRO DEBITO NON LO PAGHIAMO

I lavori per le nuove case popolari di Sant’Ermete sono bloccati a causa del mancato finanziamento pubblico. La Regione, appoggiata da Comune ed Apes, pensa di accendere un mutuo per proseguire i lavori di tutti i cantieri Erp toscani. Ci rendiamo ormai conto che la situazione del quartiere di Sant’Ermete non riguarda più solo una parte della città, ma tutti gli abitanti di Pisa e della regione Toscana.

Sai che la Regione ha azzerato i fondi pubblici per le case popolari?

Il Governo, seguendo le direttive finanziarie europee, ha tagliato i trasferimenti dei fondi alle regioni, stritolandole sotto il ricatto del patto di stabilità così, al contrario di quanto deciso nel bilancio preventivo di fine 2015, la Regione Toscana a inizio 2016 ha azzerato completamente la spesa per l’edilizia pubblica. Ne risentono quindi non solo i cantieri che non vanno avanti, come quello di Sant’Ermete, ma anche gli alloggi già assegnati o in via di assegnazione perché le manutenzioni a carico di Apes vengono sostituite dalla proposta di autorecupero a carico dell’assegnatario.

Sai che la Regione per continuare i lavori per le case popolari vuole accendere un mutuo di 140 milioni di euro?

La soluzione proposta dalla Regione per finanziare i lavori per le case popolari è quella di accendere un mutuo di 140 milioni di euro e di sostituire le manutenzioni a carico delle aziende provinciali, come l’Apes, con l’autorecupero fatto dagli inquilini assegnatari. Queste scelte politiche sono un chiaro segnale della volontà di smantellare tutto il sistema pubblico dell’edilizia popolare, mettendolo in mano alle banche e agli speculatori, così come consentono sia il Piano Casa Nazionale, che la legge regionale Saccardi.

Sai che cosa comporta il mutuo?

Il mutuo che Apes, Comune e Regione cercano di farci passare come una scelta senza effetti per noi, porta con sé una serie di conseguenze che non sono trascurabili nelle nostre vite.

Per chi vive dentro le case popolari: le manutenzioni non sono più a carico dell’Apes e quindi toccherà agli inquilini autorecuperare l’alloggio, inoltre aumenteranno gli affitti anche delle fasce medie come già annunciato dal presidente Rossi a fine marzo.

Per chi è in attesa dell’assegnazione: in ogni nuovo alloggio non vengono effettuati lavori, ma questi saranno a carico degli assegnatari che potranno detrarre dall’affitto un massimo di 5.000 euro. Si afferma così il principio che se vuoi la casa popolare te la devi sistemare da solo e se non puoi o accetti l’alloggio così com’è o resti senza.

Per chi ha chiesto il cambio alloggio: chi è in attesa di assegnazione di un alloggio dopo la richiesta di cambio, anche se risultato idoneo da anni, si troverà a dover autorecuperare l’alloggio perché i lavori non sono più a carico dell’Apes e, se non potrà sostenere la spesa, dovrà rimanere in sovraffollamento o in un alloggio non idoneo.

Per chi non vive nei quartieri popolari: il mutuo regionale tocca tutti, indistintamente se assegnatari o meno di una casa popolare. Questo perché innanzitutto gestire male risorse pubbliche significa disperdere i soldi di tutti e un’intera comunità si vede costretta a pagare doppiamente per la realizzazione e la manutenzione di patrimonio pubblico come le case popolari. Un mutuo determina anche la necessità da parte della regione di reperire i soldi per pagare le rate e, per recuperare più fondi, aumenterà tutti quei servizi che gestisce direttamente, come trasporti, sanità ecc… proseguendo così la privatizzazione di tutto quello che oggi è pubblico.

Pensi sia giusto che la regione, appoggiata da Comune e Apes, accenda un mutuo senza chiedere il parare di chi dovrà ripagarlo?

Noi crediamo che queste decisioni non possano essere prese senza consultare chi già subisce una gestione criminale delle case popolari da parte del Bani e dell’Apes. Chi tutti i giorni si trova ad attendere graduatorie che non scorrono e aspettano bandi d’assegnazione truffa bloccati e che si vedono assegnati alloggi in sovraffollamento senza una prospettiva di cambio.

GIÙ LE MANI DAI NOSTRI QUARTIERI, DALLE NOSTRE CASE E DAI NOSTRI SOLDI!