In questi giorni si fa un gran parlare del referendum costituzionale dell’autunno. In quell’occasione Renzi cercherà di ristabilire una parte del suo consenso, poiché le ultime elezioni amministrative hanno rappresentato senza dubbio un boccone amaro. Su tutto spicca la sconfitta al ballottaggio nelle metropoli di Roma e Torino, dove tanto ha contato il voto contrario al Partito Democratico nei quartieri popolari.
Anche nella nostra città il Pd sembra incontrare le maggiori difficoltà proprio nelle periferie. Nei territori in cui i cittadini si organizzano per lottare, gli amministratori vedono crollare i loro castelli di bugie e sono costretti a confrontarsi con la realtà. A Sant’Ermete si continua senza sosta a pretendere la realizzazione del progetto di riqualificazione iniziato anni fa, dal quale sono misteriosamente venuti a mancare oltre 10 milioni di euro già stanziati; in Gagno proseguono le vertenze per le manutenzioni e la mobilità negli alloggi popolari, a fronte di case che crollano letteralmente addosso a chi vi abita.
L’assessore alla casa Zambito, troppo abituata negli anni a usare le periferie come passerella elettorale dove dispensare promesse in cambio di voti e consenso (promesse che sistematicamente sono state infrante), si trova a dover rispondere alla legittima indignazione dei cittadini. Ed ecco, puntuale, scattare la retorica dell’aggressione. Le persone che giustamente rivendicano i propri diritti e il rispetto degli impegni presi vengono dipinti come dei violenti che pretendono privilegi rispetto al resto della cittadinanza che si rassegna ai sacrifici.
La verità però è ben diversa: i privilegi in questa città (come in tutto il paese) sono appannaggio dei politici e dei loro complici affaristi che campano sulle spalle della gente. Politici che però sentono di aver bisogno di maggiori tutele, perché la rabbia verso di loro inizia a essere molta.
E’ stata rispolverata nei giorni scorsi una nuova trovata, la proposta di una legge sulle intimidazioni: i cittadini che protestano per i loro diritti o i comitati che portano avanti lotte alla luce del sole saranno soggetti a pene più severe, come fossero mafiosi che cercano di piegare la politica ai propri interessi.
I veri mafiosi, lo sappiamo bene, siedono ai piani alti, arroccati nei propri privilegi, e si reputano intoccabili. Ma quando sarà esaurita ogni pazienza, quando la sfiducia arriverà dal basso, non basterà emanare nuove leggi “anti-intimidazioni” per impedire alla gente di riprendersi ciò che gli spetta.