Non solo a Pisa, ma in tutta la provincia, la piaga degli sfratti non accenna a placarsi. Negli scorsi giorni a Cascina molte famiglie hanno rischiato di trovarsi senza un tetto sulla testa. Lunedì mattina Lofti, un disoccupato con tre figli, ha dovuto tenere testa da solo a un tentativo di esecuzione da parte dei vigili urbani; dopo diverse ore di tensione e l’irruzione degli uomini in divisa, è stato contrattato un rinvio, tuttavia l’inquilino durante i concitati eventi ha riportato una ferita alla testa.
La mattina successiva, sempre a Cascina, si è riunito un picchetto per impedire lo sfratto di Jallel, falegname, da una vita in Italia che adesso sta subendo una diminuzione delle ore di lavoro e di conseguenza non è più riuscito a pagare l’affitto. La sua famiglia ha partecipato al bando della morosità incolpevole, venendo ammessa, di conseguenza adesso è necessario che il proprietario stipuli un nuovo contratto di casa a canone concordato.
Infine questa mattina è stato respinto lo sfratto di Gentian, ex lavoratore di una nota ditta pisana di giardinaggio recentemente fallita. Trovatosi senza stipendio, non ha più potuto pagare le 600 euro di affitto della casa in cui abita da 9 anni. Con una moglie e due bimbe piccole non può uscire di casa, a maggior ragione considerando che il proprietario non ha alcuna urgenza, visto che vive di rendita in Svizzera grazie ai numerosi immobili che possiede.
Queste tre situazioni sono soltanto la punta dell’iceberg di un malessere diffuso non più tollerabile; per ogni persona che riesce a riunire una rete di solidarietà organizzando picchetti (come Jallel e Gentian) o che decide comunque di resistere da sola alla barbarie dello sfratto (come Lofti) sono decine e decine quelle che invece non dispongono di strumenti o non trovano la determinazione per opporsi a questa violenza.
Nei giorni scorsi la Commissione Territoriale Sfratti ha dovuto prendere atto di questa situazione, inoltrando al Prefetto la richiesta di sospensione della forza pubblica per circa sessanta famiglie in tutto il territorio provinciale; tuttavia il Prefetto ancora non ha dato risposta, nascondendosi dietro le obiezioni di ConfEdilizia che, come da copione, si oppone al rinvio degli sfratti e al tentativo di trovare soluzioni ragionevoli.
Per questo è necessario che, finché il Prefetto non si pronuncerà sulla richiesta della commissione, sciogliendo le riserve sui reali interessi che intende tutelare (quelli delle famiglie in difficoltà o quelli dei ricchi proprietari?) gli sfratti non vengano eseguiti.