Sant’Ermete: Comune e Apes confermano di assegnare case non a norma

A seguito delle dichiarazioni del 26 aprile del Prefetto di Pisa nelle quali si confermava l’impossibilità di assegnare in emergenza abitativa gli alloggi Erp vuoti del quartiere di Sant’Ermete perché inagibili, gli abitanti del vecchio villeggio popolare di via Emilia hanno richiesto un nuovo sopralluogo ai vigili del fuoco. Al termine della verifica, ciò che è emerso è una situazione di “insufficiente manutenzione e la vetustà delle costruzioni consigliano l’adozione di immediati provvedimenti, in assenza dei quali la situazione igienico-sanitaria degli edifici e la stessa sicurezza, legata a possibili distacchi di porzioni d’intonaco e parti d’infissi, potrebbero essere aggravati da avverse condizioni meteorologiche”.

foto1

Una relazione che va a sommarsi alla precedente e alle altre due stilate lo scorso anno dalla Usl 5, che metteva in evidenza le precarie condizioni igienico-sanitarie degli appartamenti abitati e del quartiere intero, sancendo di fatto la perdita dei requisiti minimi di abitabilità.

Nonostante le autorità preposte abbiano ripetutamente certificato l’impossibilità di continuare a vivere all’interno di alloggi fatiscenti e insalubri, come quelli di Sant’Ermete, l’assessore alla casa Zambito e il direttore generale dell’Apes Federici, continuano a non assumersi alcuna responsabilità. Nell’ultima commissione consiliare, tenutasi l‘8 maggio, hanno affermato che la mancata assegnazione delle case vuote per l’emergenza abitativa è da imputare a “questo sedicente comitato ha chiamato la Usl che ha detto “fate un pochino una verifica” e la Usl cosa ha detto, non ha detto che non ci sono le condizioni di abitabilità e inagibilità, ha detto fate una verifica, ha detto “state un pochino attenti che quando assegnate le case gli impianti devono essere a norma”; ma impianti a norma vuol dire impianto elettrico e riscaldamento, che riguardano l’80 per cento dei costi del ripristino dell’appartamento e ci fanno spendere per ogni appartamenti circa 20 mila euro…noi cosa si faceva: si davano gli appartamenti di Sant’Ermete alla Società della Salute, che non è Erp. Gli impianti non sono a norma ma sono migliaia gli appartamenti a Pisa che non hanno impianti a norma, però sono abitabili, nel senso che sono sicure perché l’impianto non può saltare, perché nessuno ci può rimanere appiccicato però l’impianto non è a norma perché la norma è un’altra cosa. E si faceva con un intervento economico limitato si metteva a disposizione per emergenza abitativa, ora non è che i tecnici ci possono finire in galera…”

foto2Pare evidente come l’assessore voglia con queste dichiarazioni omettere le responsabilità che ha nel mantenere a norma il patrimonio edilizio abitativo comunale e garantire case sicure per tutti, anche per chi è in condizione di emergenza abitativa. La gravità delle dichiarazioni non si fermano solo a questo aspetto. Nel corso della commissione è emerso anche come il piano di riqualificazione sia ormai fallito.

Il mancato finanziamento economico da parte della regione per la realizzazione del nuovo quartiere ha portato al cambio radicale del progetto iniziale, con un drammatico stop ai lavori di demolizione e ricostruzione e a un drastico ridimensionamento del numero di alloggi previsti. Prima abbiamo visto uno spostamento di risorse destinate all’edilizia pubblica in altri ambiti e poi la mancata contrazione di un mutuo con la BEI, il finanziamento rimane legato alla ricerca di escamotage politici del Consiglio Regionale che con fantomatiche variazioni di bilancio dovrebbe riuscire a trovare fondi per oltre 100 milioni di euro, 10 da destinare al progetto di Sant’Ermete.

Durante la commissione consiliare il Dirigente generale dell’Apes, Giorgio Federici, ha rincarato la dose dichiarando: “Su Sant’Ermete vorrei che fossero chiare le questioni. Avevamo messo il piano di riqualificazione del quartiere, i fabbricati venivano demoliti, gli appartamenti che si liberavano andavano in demolizione. Questo era l’unico modo per poter sottrarre questi appartamenti dalla quota Erp perché se io spendo anche un euro su un appartamento quota Erp non può essere destinato ad altre graduatorie se non quella Erp, perché altrimenti rischiamo di essere indagati di nuovo per abuso di ufficio e una seconda accusa di abuso di ufficio se permettete non la vogliamo avere. Quindi la questione è gli alloggi sono dismessi, in quanto dismessi potevano essere assegnati fuori dalle graduatorie Erp, per l’emergenza abitativa con la condizione che non si spendesse un euro delle risorse Erp. Quindi la Società della salute, il comune stesso, ci poteva spendere ma bisogna spenderci perché se è vero che gli appartamenti come si dice sono a norma e l’hanno riconfermato i vigili del fuoco, perché la norma dice che sono sicuri rispetto al momento in cui l’utente ci sta dentro con il contratto e quindi secondo le normative ha il salvavita, ha tutto quello che doveva avere, nel momento in cui io lo riassegno e faccio un nuovo contratto di locazione devo fare l’APE, nel contratto d’affitto obbligatorio, non posso dire che gli impianti non sono a norma, e se non posso dire che gli impianti non sono a norma, devo farci i lavori per metterli a norma questo è il cul de sac in cui siamo capitati ovviamente anche rispetto ad una focalizzazione di un intervento che è andato anche a richiedere appunto al prefetto, la lettera l’ho fatta io al prefetto, all’usl e ai vigili del fuoco di fare il sopralluogo, proprio per essere sicuri da questo punto di vista, per non aver dubbi. Quindi gli alloggi in demolizione che si liberano a Sant’Ermete possono essere utilizzati per altre finalità che non sono quelle dell’Erp e quindi diciamo che possono essere utilizzati solo se il soggetto che li utilizza è differente dal soggetto gestore dell’erp, può essere anche Apes ma comunque con altro tipo di contratto, con un altro tipo di rapporto, ci spenda per metterlo a norma.” Questa dichiarazione conferma che gli appartamenti non possono essere assegnati senza un intervento di ripristino a norma degli impianti, in quanto nessun tecnico può certificarne la loro conformità alle norme vigenti, le stesse motivazioni per le quali i vigili del fuoco e il prefetto hanno ribadito l’indisponibilità degli alloggi di Sant’Ermete per le assegnazioni in Emergenza abitativa.

Queste gravissime dichiarazioni dell’assessore e del dirigente generale dell’Apes giungono dopo l’arrivo delle lettere di intimazione al pagamento dei canoni arretrati, recapitate ad alcuni nuclei che da mesi effettuano la forma di protesta di autoriduzione per denunciare la mancanza delle condizioni di abitabilità degli alloggi e denunciare l’abbandono del progetto di riqualificazione previsto dalle Istituzioni comunali. Nessuno si è lasciato intimorire e le famiglie hanno ribadito che senza una casa a norma e un quartiere riqualificato la lotta continuerà, perché, grazie a questa, si è di fatto interrotto un meccanismo di assegnazione fuori legge delle case non a norma per le famiglie in emergenza abitativa, rivendicando il diritto all’abitare in alloggi sicuri e idonei per i nuclei familiari.