Con una conferenza stampa nella sede della cooperativa sociale Axis una lavoratrice appena licenziata ha denunciato questa mattina il sistema di sfruttamento dietro la facciata solidaristica.
All’interno della città la cooperativa AXIS (cooperativa di tipo B) conta una serie di rapporti con enti istituzionali pubblici e privati come ACLI, Comune, Società della Salute, Provincia etc., allo scopo di garantire lavoro a persone con bisogno di reintegro all’attività lavorativa. “La realtà è diversa però – dichiara la lavoratrice addetta al servizio pulizie e licenziata con un messaggio su whatsapp perché chiedeva il rispetto dei propri diritti e il pagamento del proprio salario – perché la ditta pur percependo una quota sociale dai lavoratori da Gennaio non paga regolarmente gli stipendi e quando lo fa, lo fa in maniera dilazionata e a propria discrezione, senza dare spiegazioni, ma ricattando le lavoratrici con cambiamenti improvvisi di orari di lavoro o spezzati insostenibili, attraverso carichi di lavoro eccessivi in tempi ristretti, con forti pressioni psicologiche: << o fai così o vai a casa!!>>, inducendo anche le lavoratrici a licenziarsi.”
La cooperativa in questione guadagna milioni di euro sulla pelle di chi ha bisogno e si affida ai percorsi di recupero sociale. Le lavoratrici delle pulizie sono costrette a turni assurdi, comunicati di giorno in giorno, sballottate a destra e sinistra per la città con un tempo di dieci minuti per la pulizia di ogni cantiere assegnato (condomini, uffici, etc.). Gli spostamenti non sono calcolati nel tempo di lavoro. Dopo la dichiarazione di un buco di bilancio, non si capisce bene dovuto a cosa perché questo non è stato comunicato alle lavoratrici e ai lavoratori – la cooperativa da gennaio 2017 ha iniziato a pagare in ritardo gli stipendi, che già in precedenza venivano rateizzati. Una delle lavoratrici licenziate non percepiva lo stipendio da luglio. A partire dalla denuncia odierna le lavoratrici chiedono il pagamento degli arretrati, il riconoscimento degli assegni famigliari in busa paga, un’organizzazione del lavoro programmata, materiali e sicurezza sul posto di lavoro. Domenica 29 ottobre alle ore 17 si terrà un’assemblea delle lavoratrici alla Mala Servanen Jin via garibaldi 192.
La cooperativa in questione guadagna milioni di euro sulla pelle di chi ha bisogno e si affida ai percorsi di recupero sociale. Le lavoratrici delle pulizie sono costrette a turni assurdi, comunicati di giorno in giorno, sballottate a destra e sinistra per la città con un tempo di dieci minuti per la pulizia di ogni cantiere assegnato (condomini, uffici, etc.). Gli spostamenti non sono calcolati nel tempo di lavoro. Dopo la dichiarazione di un buco di bilancio, non si capisce bene dovuto a cosa perché questo non è stato comunicato alle lavoratrici e ai lavoratori – la cooperativa da gennaio 2017 ha iniziato a pagare in ritardo gli stipendi, che già in precedenza venivano rateizzati. Una delle lavoratrici licenziate non percepiva lo stipendio da luglio. A partire dalla denuncia odierna le lavoratrici chiedono il pagamento degli arretrati, il riconoscimento degli assegni famigliari in busa paga, un’organizzazione del lavoro programmata, materiali e sicurezza sul posto di lavoro. Domenica 29 ottobre alle ore 17 si terrà un’assemblea delle lavoratrici alla Mala Servanen Jin via garibaldi 192.