Di come il rispetto per la città e per i suoi tifosi siano più importanti dello spettacolo
Durante la scorsa settimana si sono susseguiti diversi comunicati delle tifoserie organizzate di tutte e due le città che questa domenica si affronteranno in un derby sentitissimo ma che si svolgerà molto probabilmente senza i gruppi delle curve ad infiammare il tifo. Da entrambi le parti.
La questione che ha fatto maturare la scelta degli ultras amaranto di non raggiungere Pisa e gli ultras nerazzurri di non entrare in Curva Nord, è motivata dalla situazione della capienza dell’Arena Garibaldi. Da un anno infatti la capienza della Curva Nord è stata drasticamente diminuita con parte del settore della cosiddetta “vecchia guardia” chiuso e nastrato perchè inagibile. Attualmente la capienza totale è di 8500 posti e quindi di altrettanti biglietti vendibili. Così sancì la Commissione provinciale di vigilanza.
In occasione del derby infatti, ai tifosi livornesi sono stati messi a disposizione soltanto 400 biglietti, rifiutati dalla tifoseria organizzata perchè considerata una presa in giro data la sentita attesa per questa partita e visto anche che si tratta di una sfida al vertice tra le due squadre posizionate nei primi due posti della classifica del campionato di serie C.
Una presa in giro dunque per le due tifoserie: questo derby poteva avere un altro epilogo, dal punto di vista della partecipazione, ma le carenze strutturali dello stadio dovute ad una negligenza delle istituzioni che in questi anni hanno praticamente abbandonato e minimizzato le manutenzioni. Probabilmente aspettavano in gloria l’arrivo di una società, quella attuale, che promuovesse la realizzazione del nuovo stadio. I precedenti tentativi di costruzione della nuova Arena sono falliti come sappiamo bene con le vicende legate a Bulgarella e Petroni che avevano anche loro provato lo spot, prima di essere indagati o arrestati per mafia e bancarotta fraudolenta. In questi dieci anni di mandato elettorale di Filippeschi il problema stadio rimane ancora attuale, anzi, si è aggravato sempre di più.
A causa della riduzione della capienza, i tifosi pisani sono costretti a continue umiliazioni e prepotenze: ad ogni partita, nei momenti di accesso al settore popolare, i tifosi devono passare ammassati in un corridoio strettissimo e attraverso una cancellata aperta soltanto per 50 centimetri, sotto gli occhi della questura che, spesso e volentieri, non facilita assolutamente questo passaggio intermedio precedente ai tornelli, altro strumento di controllo provvisto di telecamere e con il quale i tifosi entrano con un biglietto nominale.
Provocatoriamente la Curva Nord ha invitato proprio il presidente della società calcistica ad accompagnare il sindaco Filippeschi fuori dalla Curva Nord per mostrare tutte le problematicità negli accessi alla struttura descritti prima. Sì lo stesso sindaco che si era fotografato un anno fa con mister Gattuso intestandosi la resistenza della tifoseria di tutta la città davanti alla crisi societaria. Sarà altrettanto ardito, ora?
Questa forte presa di posizione della Curva mostra l’intenzione di far emergere un problema che va ben oltre lo spettacolo calcistico, le dirette televisive e la classifica del campionato. Ne sono conseguite polemiche interminabili sui social network. Rispetto alle proteste contro la vecchia società e la lotta alle 80 diffide e la conseguente campagna “Pisa non si piega”, stavolta non tutti hanno gradito questa scelta. In ballo c’è il rispetto per la città e i suoi tifosi, il rispetto per il tifo organizzato continuamente criminalizzato e sottoposto a umiliazioni non accettabili. La curva nord è abituata non solo a resistere. Sa contrattaccare. Questo divide. Ma la coerenza è una merce rara.
Per quanto ci riguarda la scelta della curva non si discute. Il “derby mancato” che si svolgerà senza il cuore della tifoseria, ha dei responsabili che non possono continuare a infilare la testa sotto la sabbia come gli struzzi: Prefetto, Questore e Comune, hanno di fatto ostacolato in questi anni e per l’occasione, la crescita di un entusiasmo sportivo (per non parlare di quanto il tifo organizzato sia stato duramente colpito) che poteva regalare un derby atteso da tanti anni.
Molti accusano i gruppi della Curva di “tradire” la squadra se non entrano nello stadio per sostenerla: ma come scritto in una parte del comunicato della Nord: “sono anni che denunciamo la situazione dello stadio e crediamo che in tutto questo tempo sarebbe stato possibile almeno un piccolo intervento per ripristinare una capienza degna, meno discorsi e molti più fatti, da parte di tutti. Entrando, cantando, presentando una coreografia, normalizzeremmo una situazione che di normale non ha proprio nulla. La città di Pisa non ha uno stadio degno. Non è in grado di ospitare un derby. Non è in grado di far entrare mille tifosi ospiti. E tutti lo devono vedere, e sapere. Perché dalla vergogna di domenica 26 novembre venga fuori un’attenzione costante e un maggior impegno di tutti.”