Un nutrito gruppo di persone, nonostante la neve e la bassa temperatura, si è radunato stamattina in via Carnelutti per respingere l’ennesimo sfratto per morosità incolpevole. Questa volta a rischiare di perdere la casa era una coppia di anziani che, dopo aver pagato per oltre dieci anni un affitto spropositato, si sono trovati senza alcun reddito e senza la possibilità di continuare a sostenere il canone.
A nulla sono valsi gli appelli al buon senso degli scorsi giorni: gli inquilini sono in graduatoria per la casa popolare e per il bando per la morosità incolpevole (che permetterebbe al proprietario di ricevere fino a 12000 euro di arretrati in cambio di un rinvio lungo o un nuovo contratto). La proprietà ha rifiutato qualsiasi mediazione e minacciato l’intervento della forza pubblica; lo stesso atteggiamento è stato portato avanti questa mattina dall’ufficiale giudiziario che ha dato un rinvio brevissimo (appena venti giorni) e ha rifiutato di ascoltare le proposte dei presenti e di svolgere il suo ruolo di mediazione.
L’ufficiale giudiziario in questione, Domenica Crea, non è nuovo ad atteggiamenti di questo tipo, ed anche in questo caso è venuto meno al suo ruolo di neutralità per svolgere esattamente gli interessi della proprietà, comportandosi come un loro dipendente e rendendo più difficile ogni mediazione. Lo stesso Crea alcuni anni fa era stato al centro di un’indagine interna del Tribunale riguardo ad alcuni abusi durante l’esecuzione degli sfratti. In particolare all’epoca si rese responsabile di un fatto molto grave: un’esecuzione con la forza pubblica durante la sospensione degli sfratti.
Ancora una volta, quindi, le istituzioni che dovrebbero tutelare anche i diritti degli inquilini si schierano apertamente dalla parte dei proprietari; proprietari che, come in questo caso, riscuotono per anni migliaia e migliaia di euro dagli inquilini per poi sfrattarli alla prima difficoltà. Solo la resistenza dei picchetti e dei comitati inquilini può tutelare veramente il diritto alla casa.