Venerdì 23 marzo anche Pisa si mobilita al fianco di Afrin con un presidio alle 17.30 in Piazza XX settembre, sotto al Comune.
Domenica il secondo esercito della NATO, quello della Turchia, è riuscito a entrare in alcune parti della città di Afrin, nella Federazione della Siria del Nord, insieme all’esercito siriano libero (che riunisce jihadisti di diverse provenienze: Al Qaeda, Al Nusra, e ISIS).
Le truppe via terra sono entrate accompagnate da bombardamenti, che da giorni dilaniavano la città diventata un rifugio per tanti in quanto l’unica sinora non toccata dalla guerra con l’ISIS. Anche a Afrin come a Kobane, Mambij, Raqqua la rivoluzione del confederalismo democratico ha permesso di sconfiggere l’ISIS e la sua ideologia creando un’organizzazione di democrazia senza stato che mette in primo piano le donne, i giovani e l’ambiente.
Questo è il principale motivo per cui Erdogan ha deciso di invadere la Siria e compiere il genocidio in corso: ha paura della forza dei popoli che si autorganizzano. Il silenzio e la manipolazione delle informazioni alle nostre latitudini (il titolo de la Repubblica di domenica sarebbe stato difficile trovarlo anche nei peggiori giornali islamisti di Turchia) mostra una complicità dell’UE che finanzia con diversi miliardi di euro ogni anno la Turchia per “controllare” i flussi migratori. Lo stesso silenzio assenso della Russia e degli USA.
La città di Afrin è sotto attacco, ma resiste. A noi sta impedire che questo genocidio avvenga nel silenzio, a noi sta dire chi sono veramente le forze in campo: il secondo esercito della nato accompagnato da taglia gole islamiste e dall’altra parte i popoli della Siria (kurdi, arabi, armeni…) unici al mondo ad aver creato una democrazia senza stato e una reale rivoluzione delle donne.