Questa mattina un nutrito picchetto ha impedito lo sfratto di Mario in Via di Pratale; nonostante fosse solo il secondo accesso sul posto si sono presentati fabbro e forza pubblica, con l’intenzione di eseguire. Una situazione purtroppo troppo frequente quando a dettare i tempi sono i grandi proprietari, e gli ufficiali giudiziari si prestano semplicemente a eseguire le loro direttive, come in questo caso.
Ma lo sfratto di oggi dimostra anche come spesso siano proprio i grandi proprietari a calpestare la “legalità” che sbandierano sempre in pubblico. Mario, infatti, ha iniziato ad avere problemi economici e non riuscire più a pagare l’affitto diversi mesi fa. Dopo l’inizio di una prima procedura di sfratto, è riuscito a concordare con la proprietà un nuovo canone di affitto, più sostenibile, che ha cominciato a pagare. Tutto ciò, ovviamente, a patto che il precedente contratto e relativo sfratto fossero stracciati. La proprietà, invece, ha intascato le prime mensilità al nero, senza mai registrare il nuovo contratto, e poi ha ripreso la precedente procedura di sfratto.
Per questa situazione è aperta una causa, e la prima udienza si terrà a metà aprile; già questo dovrebbe essere un valido motivo per sospendere lo sfratto. Eppure le pressioni della ricca proprietà hanno fatto in modo che lo sfratto proseguisse e che già al secondo accesso si presentasse la forza pubblica. Solo la presenza di tanti solidali è riuscita a strappare un (breve) rinvio, fino al 26 aprile, adesso la lotta andrà avanti fino a che a Mario non saranno riconosciuti i suoi diritti.
Qui un’intervista all’inquilino realizzata alcuni giorni prima del picchetto di oggi: