All’interno del ricco calendario di iniziative del Festival di Riscatto, ci teniamo a evidenziarne una in particolare. Domenica 29 aprile alle 17.30 si terrà un tavola rotonda dal titolo “Progettare il riscatto; dibattito a più voci sulla Pisa che lotta”. All’interno di questo spazio di discussione prenderemo parola come redazione ma soprattutto interverranno tutte le esperienze sociali che nella quotidianità, con le loro lotte, danno vita a Riscatto.
Pisa, domenica 29 aprile, ore 17.30, Festival di Riscatto
Progettare il Riscatto. Dibattito a più voci sulla Pisa che lotta.
Voci di Riscatto. “Siamo ciò che facciamo”
Dibattito con:
– Mala Servanen Jin – L’anello forte: la lotta delle donne contro la violenza sociale.
– Nuova Periferia Polivalente – L’occupazione, la palestra popolare, il parco pubblico dello sport.
– Spazio popolare Sant’Ermete – Dal ghetto alla comunità di quartiere. Democrazia diretta e giustizia sociale nella periferia est di Pisa.
– Redazione di Riscatto Pisa – “Parlare plebeo”. Contro il coro ufficiale, oltre il populismo digitale: immagini, voci, storie del divenire antisistema.
– Protagonisti delle lotte sul reddito – “Buste-paga e affitti. Si riscuote poco; si paga troppo”.
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Riscatto. Un progetto di comunicazione, di lotta, di formazione.
Cos’è Riscatto? Delle attività comuni: battersi per valere di più, conoscersi per cancellare il pregiudizio, organizzarsi per non essere più deboli. E dal modo in cui l’affrontiamo, il confronto di opinioni diverse, mettendosi in discussione, attivandosi per lo stesso obiettivo. Non sopportare più questa vita ingabbiata nell’astinenza continua, in una proibizione frustrata, in una rabbia mal-digerita.
L’amaro in bocca di una vita agra, è la convinta analisi di partenza del progetto di Riscatto. Le voci di questi tre anni di giornale in movimento, ci parlano di più storie collettive in divenire, di cambiamenti fatti di incontri e scoperte. Che cos’è quindi Riscatto? E’ una lotta continua (scritto minuscolo, a 50 anni dal sessantotto), fatta di imprese di vita e avventure del quotidiano, nelle sue contraddizioni. Quelle di un popolo ancora scomposto, frantumato e diviso affinché persista nel nostro mondo un sistema rotto come quello capitalista. Un popolo che non esiste ancora, che non ha bandiera né colore, a parte quello della città in cui vive. Un popolo che non si riconosce poiché non si conosce, ma giudica e forme le proprie opinioni – muovendosi di conseguenza – grazie al filtro ed ai codici della comunicazione dominante. E’ una Cultura fatta di quella banalità del male potente ed efficace nel dirigere gli istinti di riscossa nella direzione dell’autodistruzione. Riscatto è quindi il movimento che vuole cogliere e conoscere quell’istinto, per apprezzarne altre possibilità.
“Prima viene lo stomaco, poi la morale”, dicevamo con Bertold Brecht. Chi parla della pancia del paese, giudicandola, condannandola, traendone valutazioni morali e politiche dalla sua capitalizzazione tecnica nei sondaggi elettorali, astraendone le gesta dai contesti e dalle storie? La sinistra istituzionale.
Chi invece stordisce quella fame con pietanze scadute, apparecchiando tavolate e imbandendole, illudendo gli affamati di potersi sedere al tavolo, per poi mangiarsi tutto, come succede da sempre? La destra.
Chi è che dice di rappresentare quelli a pancia vuota, e che per rappresentarli deve però mangiare un pochino, sgomitando subito dopo per stare a capotavola? Il movimento 5 stelle.
Se questa è la Politica, Riscatto è e continuerà ad essere la voce dell’Antipolitica. Se quel Tavolo è il Sistema, noi saremo quelli antisistema, quelli che vogliono rovesciare il tavolo.
Ciò che ci interessa descrivere, analizzare e condividere, in direzione ostinata e contraria, è come si stanno formando le tante necessarie conquiste di libertà. Hanno il suono dei piatti spaccati, di proposito e per protesta, dalle donne di casa, che non vogliono più stare male e che sabotano la violenza patriarcale; hanno il rumore delle fioriere danneggiate dal passo dei venditori ambulanti, affinché chi è stato un bersaglio, come Dyene Diop, smetta di esserlo e smetta di scappare, ma inizi a inseguire i responsabili di questa carneficina sociale chiamato Razzismo di Stato. Riscatto è anche giovane, e vuole studiare, e s’incazza quando lo fanno pagare troppo per imparare. S’incazza quando lo studio diventa un lavoro e un obbligo da cedere senza alcuna soddisfazione. come quegli studenti che hanno bloccato il lungarno mille volte a Pisa, hanno occupato le aule e ne hanno fatto una base per una nuova avventura. Riscatto è quindi prendere un bel voto quando non hai studiato come voleva il professore, che tanto non lo pensava mai che avresti passato l’esame. Perché Riscatto è la rivincita contro chi ti sottovaluta.
Riscatto è anche stare in una piazza davanti a una banca, mattina pomeriggio sera notte per tre mesi di fila, conoscendo nuovi amici “perché noi siamo il 99per cento”. E poi prendere una polisportiva enorme, vuota e abbandonata con tonnellate di sudicio e trasformarla in sport e belle giornate a passeggio coi cani per tutti. Gratis. Quando quelli del PD avevano detto mille volte (ancora ora lo dicono però più in sordina) “tantononcelafarannomai”!
Riscatto addirittura in certi momenti rompe l’udito, perché sbraita e urla, “stira le corde vocali” e rompe i codici di ascolto di ciò che si può dire e ciò che non si può. E del come. Ad esempio questo riscatto lo fanno nei quartieri, quelli che gridano “vogliamo le case”, quando chi li vuole comandare non solo fa il prepotente e lo strafottente, ma la butta di fòri reiterando falsità e preseperilculo. Per poi coprirsi dalla vergogna davanti alla cruda verità. che è quella “non ce le volete dare perché ci avete illuso e i finanziamenti non vi rendono nelle case popolari”.
Riscatto è quindi anche un nuovo gergo in formazione. Una parlata che è anche un tipo di messaggio, quello di chi sta in basso e non vuole più starci, e storpia le frasi per mostrare una differenza e un’alterità da coloro che gli stanno sopra.
Ad esempio Riscatto mostra lo scontro sociale e lo racconta dal punto di vista di chi vuole difendere le proprie possibilità di giustizia, e non da quello di chi si ciuccia il dito come Giovanni il Re fasullo d’Inghilterra, il cui piagnucolio esprime l’isteria del potere compromesso da chi vi si ribella.
Prendere di petto i problemi, nel verso del loro superamento in funzione della crescita di comunità pensanti, attive, determinate, affinché questi problemi non ci schiaccino dentro il rituale violento della normalità della Politica Istituzionale che ci ha governato fino ad oggi. Un governo fatto di fredda tecnica al servizio di interessi Altri ed Ostili a quelli della nostra città. Quelli di Multinazionali voraci che spremono donne e uomini in lavori alienati e stancanti. Quelli di Imprese consolidate nella normalità della corruzione. Quelli di Banche, Proprietari, Padroni e Burocrati avvinghiati nella trama di un potere logoro e perciò meschino, vigliacco e avido. Interessi imposti dentro la nostra società, che ha prodotto una indigestione di egoismo individualista che però non salva quasi nessuno dalla piatta esistenza dell’insoddisfazione e del malessere.
Riscatto quindi non è l’elenco dei Problemi e delle cose che non vanno: la disoccupazione, la povertà, il razzismo, l’ignoranza; bensì il movimento che ne descrive la rivolta – ciò che vogliamo prendere, ciò che vogliamo essere. E’ l’emersione rovesciata della tensione accumulata: volti, suoni, parole di gente normale. Che smette di esserlo.
Riscatto è un movimento di quella parte che è di tutti, contro quella parte che è di nessuno. Riscatto è il caldo contro il freddo, è il vivo contro il morto, è l’insieme che rompe il solo. E’ la scomodità del vero contro la banalità del falso. E’ l’istinto che ragiona.
Di questo e di altro vogliamo parlare al dibattito domenica 29 aprile alle ore 18. Invitiamo tutte le donne e gli uomini, i giovani e i pensionati, pisani di nascita e di adozione, a sentire cosa abbiamo da dire!