Domenica tre giugno nel quartiere di Sant’Ermete gli abitanti delle case popolari hanno indetto un referendum “di protesta”.
Il motivo? La promessa non mantenuta dalle Istituzioni (Comune, Apes, Regione) del progetto di riqualificazione dei vecchi e fatiscenti alloggi popolari del quartiere. In 8 anni pochissimo è stato portato avanti di quello annunciato, siglato con protocolli, discusso nei consigli comunali e ripetuto agli abitanti del quartiere in varie sedute delle Consigli Territoriali di Partecipazione.
Le case popolari di Sant’Ermete sono state costruite letteralmente con le macerie del dopoguerra, nel 46, e attualmente sono abitate sia da molti nuclei di anziani sia da famiglie numerose con bambini. Il progetto originario approvato nel 2011 prevedeva con finanziamenti statali, regionali e comunali la realizzazione di 216 nuovi appartamenti finalmente “a norma”. Nel 2016 i 10 milioni di euro impegnati dalla regione toscana, sono stati cancellati dalla voce di bilancio ed il comune non ha mai provveduto allo stanziamento di un milione di euro annuale per la realizzazione di queste case popolari. Dei 216 appartamenti previsti, in 6 anni solo 48 nuovi alloggi sono stati realizzati; i prossimi 39 sono gli unici finanziati e dal progetto esecutivo risultano solo di una camera. Il resto dei vecchi alloggi sono consegnati all’abbandono con l’assenza di manutenzioni e gli inquilini vivono in una situazione di grave emergenza igienico-sanitaria e abitativa, più volte segnalata anche dall’Asl.
In questi anni gli inquilini si sono costituiti in Comitato e più volte hanno reclamato i propri diritti affinchè le Istituzioni rispettassero gli impegni presi. Nel quartiere si sono avviate attività sociali e la partecipazione diretta ha sostituito la rassegnazione.
Adesso, a pochi giorni delle elezioni politiche amministrative del Comune di Pisa, gli abitanti hanno lanciato un referendum il 3 giugno per votare il progetto realizzato dal comitato, che sintetizza in 5 punti le richieste degli ultimi anni e che prevede: il rifinanziamento pubblico del progetto originario e la realizzazione degli alloggi idonei alla composizione dei nuclei familiari; l’esonero dal pagamento del canone dell’affitto per case non a norma e sulla base di questo lo stralcio delle morosità e lo scomputo dal canone delle manutenzioni straordinarie fatte dagli inquilini in tutti questi anni; il ripopolamento degli alloggi vuoti con criteri diversi da quelli che fino ad oggi hanno visto assegnare gli appartamenti vuoti dalla Società della Salute in condizione di sovraffollamento; l’installazione di cassonetti condominiali per rendere effettiva ed efficiente la raccolta differenziata e la bonifica delle aree verdi degradate come segnalato dalla Asl; la realizzazione e l’incremento di spazi e servizi sociali, sanitari e culturali per la popolazione del quartiere e la messa in sicurezza del cavalcavia di Sant’ermete.
Per questo l’invito per il 3 giugno è di essere presenti nella piazza del quartiere e sostenere attivamente il referendum indetto dagli abitanti di Sant’Ermete.