Non basta alla Lega aver vinto le elezioni per poter governare una città come Pisa, lo scrivevamo alcuni giorni fa; troppe sono le posizioni di potere all’interno delle municipalizzate, delle Università, dei corpi intermedi, degli hub di lavoro e sfruttamento, ancora occupate dagli alfieri del PD.
Pare averlo capito il nuovo sindaco che infatti sta imbarcando nella sua squadra diversi personaggi provenienti dal centro sinistra. Conti stesso ha confessato di aver votato per il Partito Democratico alle ultime elezioni Regionali, quelle dove fra l’altro si candidò anche la Ceccardi, senza ricevere abbastanza preferenze per entrare in consiglio. Tra i Dem che si sono dilettati nel salto del fossato è il caso di citare la nuova assessora alla casa e al sociale; Gianna Gambaccini, neurologa che si scatta i selfie con i senzatetto come sfondo e che non si è ancora capito cosa intenda fare con quel carrozzone inutile rappresentato dalla Società della Salute, ha infatti un passato tra i militanti del Partito Democratico di Cascina.
Ma non è la sola: ben più eclatante la nomina di Massimo Donati a Capo di Gabinetto; il Donati, uomo legato al centro sinistra, già Capo di Gabinetto dell’ex presidente provinciale del Pd Pieroni, dovrà probabilmente provare a garantire la governabilità alla Lega in una città a loro ostile. Una sorta di segreto “patto del nazareno” dove il potere formale risiederà totalmente nelle mani del Carroccio, ma il suo reale esercizio sarà possibile solo tramite una enorme mediazione con le lobby legate al Pd.
Una modalità di gestione quindi ben diversa da quella tentata a Cascina dove la scelta dei Capi di Gabinetto è stata molto più “identitaria”: prima Lorenzo Gasperini, Lega Toscana, sostituito poi addirittura da un funzionario leghista inviato da Padova, Andrea Recaldin, incaricato di gestire la città mentre la Ceccardi pensava solo a comparire in televisione.
Le redini della città di Pisa sono condivise con un uomo del Pd, Conti non pare dotato del carisma adeguato (la giunta non è ancora stata presentata e già ci sono stati due rimpasti, per provare ad accontentare tutti gli appetiti e le ambizioni personali) e il buon Ziello (parlamentare leghista e braccio destro della Ceccardi) non potrà per sempre sostituire il sindaco come figura mediatica e politica, come ha fatto per tutta la campagna elettorale, e anche dopo. Sarà per questo, quindi, che la Ceccardi sente l’esigenza di imporre a tutti i costi un suo uomo di fiducia nella giunta. In assenza di profili migliori la scelta è caduta sul pessimo Andrea Buscemi, stalker e misogino, ma fedelissimo della sindaca di Cascina.
Nonostante tutti i prevedibili attacchi dovuti a questa nomina, nonostante l’imbarazzo che sta provocando al neo sindaco, nonostante le oltre 30.000 firme raccolte di cui ha dovuto rendere conto anche il segretario della Lega Toscana Manuel Vescovi, Buscemi cercherà di rimanere aggrappato con gli artigli alla poltrona, perché è la migliore garanzia che la reginetta cascinese è riuscita a piazzare per mantenere il controllo su Palazzo Gambacorti.
Dall’altra parte una città giustamente indignata per questa nomina vergognosa si prepara ad accogliere il primo consiglio comunale chiedendo a gran voce le dimissioni dell’Assessore alla Cultura; perché anche se siamo ormai abituati ad essere governati da amministratori indecenti, di dover sopportare pure Buscemi proprio non ce lo meritiamo.