Questa mattina in via Garibaldi 192 presso la Mala Servanen Jin si è tenuta una conferenza stampa di Non una di Meno. È stata rilanciata la mobilitazione che caratterizzerà i primi mesi del 2019 sino allo sciopero dell’8 marzo. La rete cittadina risponde anche all’amministrazione comunale che minaccia di staccare la luce alla Casa delle Donne che Combattono. Lo stato di agitazione permanente continua.
Di seguito il comunicato della rete cittadina.
Non ci spegnerete mai!
L’11 dicembre il Tirreno scriveva di un incontro in Prefettura tra Giovanna Bonanno, assessore alla sicurezza, il sindaco Michele Conti e dirigenti dell’Enel. L’obiettivo è staccare la corrente elettrica alla Mala Servanen Jin – Casa delle donne che combattono e ad altri spazi presenti in città.
Esattamente come i predecessori del PD comunicano con arroganza tramite i giornali gli atti vigliacchi a cui si apprestano.
Vogliamo ricordare alla giunta che la Mala Servanen Jin e la Limonaia hanno già provato a sgomberarle Minniti e il PD pisano: tentativi rispediti al mittente dal movimento Non una di Meno. Nessuna violenza dalle istituzioni è stata accettata: una settimana dopo siamo tornate nei nostri spazi.
La Mala in via Garibaldi è stata riqualificata e sanificata dopo anni di abbandono in cui l’amministrazione comunale l’aveva lasciata. Le attività di autorecupero e messa in sicurezza sono state portate avanti con l’autofinanziamento e il coinvolgimento del vicinato che già al momento dello sgombero aveva richiesto l’apertura dello spazio. Un ex centro di accoglienza chiuso e lasciato all’incuria è ora una Casa che ospita donne in emergenza abitativa, iniziative sociali e culturali, un luogo di lotta e punto riferimento di ogni battaglia contro la violenza di genere.
I bisogni di sicurezza e welfare sono rimasti totalmente inascoltati dalla nuova amministrazione che ha solamente chiuso spazi di socialità e condivisione con delle vergognose ordinanze. Nessun finanziamento per l’emergenza abitativa, per i percorsi di fuoriuscita dalla violenza, per l’accesso ai servizi di integrazione al reddito e per l’infanzia. Il pinkwashing istituzionale è diventato ancora più violento: da una parte viene nominato un assessore stalker dall’altra viene sbandierato l’impegno contro la violenza di genere. In questi anni nessuna amministrazione ha avuto il coraggio di confrontarsi con le realtà che si battono ogni giorno per combattere la violenza. Le loro chiusure mostrano la debolezza di cui sono portatori: il loro intento è far crescere la paura, il nostro è quello di superarla.
La nuova amministrazione a guida leghista si inserisce in piena continuità con quella passata del Partito Democratico. Il Comune vorrebbe eliminare le forniture elettriche utilizzando lo scandaloso Piano Casa emanato dal governo nazionale del PD nel 2014 – il cui articolo 5 prevede il distacco delle utenze per i senza titolo. Una misura da aguzzini che colpisce anche centinaia di famiglie in crisi economica sommandosi alle difficoltà già esistenti di pagare utenze dai costi sempre in aumento. Quando c’è da colpire chi lotta contro le prepotenze e la violenza, i politici del PD e della LEGA si comportano proprio nella stessa infame maniera. Le misure di Minniti e del PD sono ora portate alle estreme conseguenze dal decreto sicurezza di Salvini. A ciò si aggiunge l’attacco all’accesso al divorzio e all’uscita dalla violenza domestica implicita nel disegno di legge Pillon. Le donne e i minorenni sono considerati possessi da spartire e governare.
L’attacco agli spazi femministi e alle lotte delle donne è una risposta alle grandissime mobilitazioni globali che da anni si stanno sviluppando per il diritto all’aborto sicuro, il reddito di autoderminazione, lo sfruttamento sul lavoro, il rifiuto della prevaricazione.
Non ci hanno spento allora, non ci spegneranno oggi!