Bulgarella, uno dei signori del mattone della nostra città, è stato indagato per reati di tipo fiscale,sospettato di avere legami con la criminalità organizzata e addirittura con il boss Messina Denaro; si tratta di un imprenditore noto in tutta la città soprattutto per due inutili torri costruite a Cisanello all’interno di un progetto che resterà incompiuto (incompiuto come molti altri suoi lavori sul territorio cittadino). Ma il costruttore in questione è noto anche per i rapporti cordiali che intratteneva con la giunta e con i consiglieri comunali del Partito Democratico; questa fiducia gli permetteva di continuare a ottenere appalti e incarichi nonostante le evidenti difficoltà economiche in cui si trovava. Sulla stampa sono state diffuse alcune intercettazioni telefoniche relative all’inchiesta dell’anti-mafia. Sono emersi i nomi del sindaco Filippeschi e dell’assessore Zambito, oltre a un consigliere comunale che potrebbe aver ricevuto soldi in maniera illecita. “Anche se recentemente l’inchiesta sembra aver virato verso l'”innocenza” di Bulgarella, questo resta uno scandalo senza precedenti per la maggioranza in Comune.
E’ sempre più evidente la corruzione che caratterizza i politici al governo di questa città; il sindaco e gli assessori che fino a qualche giorno fa elogiavano Bulgarella e lo difendevano a spada tratta, adesso confezionano pagine e pagine di interviste sui giornali per prenderne le distanze e disconoscerlo. Rimangono incollati alle loro poltrone, cercando di far passare il tempo necessario per insabbiare lo scandalo e tornare alla propria routine.
Ma al di fuori del Partito Democratico, cosa avviene? Qualcuno si sta avvantaggiando da questa crisi della giunta? Fortunatamente nella nostra città la Lega Nord (altra accozzaglia di corrotti e speculatori) l’unica cosa che raccoglie sono gli insulti; dopo aver tentato un paio di uscite pubbliche al Cep, ed essere stato sonoramente contestato e cacciato dagli abitanti del quartiere, il partito padano sembra essere nuovamente tornato nell’ombra. La verità è che in questo momento Pisa è una pentola in ebollizione; tante lotte, tanti malumori,tanti conflitti ancora inespressi, covano sotto un coperchio che prima o poi è destinato a saltare. Ci sono le lotte per la casa, che ogni giorno smascherano e combattono contro la corruzione del mercato immobiliare; solo i picchetti anti sfratto riescono a porre un argine all’arroganza di proprietari che comandano a bacchetta gli ufficiali giudiziari e se ne fregano addirittura delle ordinanze prefettizie.
La mobilitazione in università è ripartita in maniera così forte da mandare in crisi i vertici dell’Ateneo: durante un’occupazione simbolica il Rettore ha ordinato uno sgombero, eseguito dalla polizia pistole alla mano, con l’intenzione (fallita) di intimidire gli studenti. Anche qui le proteste hanno saputo mettere in luce gli scandali e la corruzione dei governanti: l’Ateneo in combutta con un altro grande palazzinaro, Madonna, sottrae risorse agli universitari mentre a centinaia vengono sbattuti fuori dalle case dello studente ingiustamente.
Nei quartieri popolari ci si batte ancora perché i soldi non finiscano nelle opere inutili e nelle speculazioni, ma vadano a soddisfare i veri bisogni dei cittadini. Dal cavalcavia di Sant’Ermete ai blocchi stradali in Gagno, sempre di più sono gli esempi della volontà delle periferie di riprendersi la scena.
Solo queste battaglie, diventando sempre più forti e radicali, e sommandosi a tante altre che ancora devono nascere (tra i lavoratori, i precari, i disoccupati) possono costruire un’alternativa e dare, una volta per tutte, una bella spallata a questa maggioranza bulgara che ci governa.