Terzo sciopero globale di Non Una Di Meno a Pisa

Venerdì più di tremila persone hanno attraversato Pisa nel corteo del terzo sciopero globale di Non Una Di Meno ma lo sciopero è iniziato la mattina presto.

Mattina

La mobilitazione è iniziata alle 9,00 davanti al Tribunale di Pisa denunciando la violenza giudiziaria e le non dimissioni dell’assessore alla cultura Andrea Buscemi, condannato per stalking.

Alle 9,30 il presidio si è spostato di fronte all’Inail (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) dove le lavoratrici hanno denunciato il mancato riconoscimento di malattie professionali legate a ritmi di lavoro usuranti e sommati a quelli del lavoro domestico. È stato protocollato un documento in cui si chiedono dati precisi e aggiornati nonché un incontro con la dirigenza.

È la volta dell’università: polo Fibonacci, ex Marzotto, un enorme polo didattico dedicato alle scienze. Ci insegnava Strumia, professore che questo inverno al Cern di Ginevra ha esposto una relazione in cui affermava che le donne sono per natura non portate alle scienze e vengono avvantaggiate dal sistema che prova comunque a includerle. Proprio in questi giorni il professore è stato lincenziato dal CERN e allontanato dall’università. Un corteino ha attraversato i corridoi, le aule, le biblioteche attaccando sui muri testimonianze di discriminazioni e molestie.

Nello stesso momento al Polo Piagge delle docenti in commissione di laurea, prima della proclamazione, hanno letto un documento di adesione allo sciopero e critica del sistema attuale dell’accademia.

Superato il Fibonacci si arriva in piazza dei Cavalieri dove studentesse e lavoratrici della Scuola Normale Superiore sono in sciopero e per tutta la mattina hanno interrotto le lezioni e le attività quotidiane per spiegare le loro ragioni.

A pcavalieri mattinaranzo si attraversano due mense. Mensa Martiri, gestita dal Diritto allo Studio Universitario, ha solo un piano aperto. Le lavoratrici sono in stato di agitazione da diverse settimane: i carichi di lavoro eccessivi non permettono loro di lavorare secondo le norme. L’altra mensa è quella della Scuola Normale Superiore: le lavoratrici non hanno potuto scioperare così student@ hanno deciso di bloccare le entrate in solidarietà alle condizioni degradanti in cui gli appalti si svolgono.

Pomeriggio

Poco prima del primo appuntamento pomeridiano un gruppo di donne ha incontrato Andrea Buscemi e sindaco Conti a fare capannello in piazza XX Settembre. Prontamente hanno scandito dei cori per denunciare la presenza di uno stalker condannato tra le fila dell’amministrazione comunale. Buscemi è corso a rintanarsi nel palazzo comunale.

Alle 15.30 è stata regalata alla farmacia Petri una pillola gigante. Da anni questa farmacia è segnalata durante tutti i momenti di mobilitazione in quanto obiettrice di coscienza (anche se le farmacie non hanno nessuna facoltà d’esserlo). Ora finalmente ha iniziato a vendere la pillola del giorno dopo (che non è un farmaco abortivo ma una contraccezione d’emergenza) e la contraccezione.

Da qui il presidio ha attraversato Corso Italia segnalando il pinkwashing utilizzato dalle multinazionali per aumentare i loro profitti utilizzando il corpo delle donne e il brand del femminismo.

In contemporanea in piazza Vittorio Emanuele si svolgeva uno spazio bimb@ con la creazione di materiali per il corteo, giochi e merende.

Al concentramento delle 16,30 erano già presenti centinai di persone. Il corteo è partito diventando subito marea.

Corteo

La prima tappa del corteo è stato il Centro per l’Impiego, luogo di umiliazione e ricatto. È stato attaccato uno striscione con scritto “Rispetto, dignità, welfare, reddito AUTODETERMINAZIONE”. Nel nostro paese aumentano i contratti part-time involontari, imposti sopratutto alle donne che vengono in questo modo sottoposte a ricatti e nel caso di maternità escluse.

Passando davanti alla stazione ferroviaria sono state attaccate le politiche securitarie dell’amministrazione cittadina che nella quotidianità del benessere cittadino non portano nulla. Vengono tolte le panchine per evitare il “degrado”, sanzionati spazi di socialità giovanile, aumentati i vigili urbani ma sui reali problemi della città non si muove un dito.

inpsLa tappa successiva è l’Inps (Istituto Nazionale Previdenza Sociale). Un lungo intervento accompagna la costruzione sui muri della frase “Reddito di autoderminazione per tutt@ vogliamo il pane e anche le rose”. Le misure connesse del reddito di cittadinanza, vincolato all’erogazione familiare renderà ancora più difficile l’uscita da situazioni di violenza per donne che non hanno un’indipendenza economica. Le condizioni a cui una madre lavoratrice deve sottostare sono pazzesche e partono dalla gravidanza: lavorare sino al nono mese. Mentre il governo parla solo di famiglia le donne che scelgono la maternità sono quotidianamente escluse e umiliate.

Il corteo, composto da più di tremila persone, si snoda sul lungarno Galilei e arriva sotto il comune di Pisa. Qui vengono attaccate delle frasi che riportano le azioni dell’amministrazione cittadina e nazionale, nello stesso momento una frase compare sulla piazza: Libere di muoverci, in tre lingue.

comuneIl corteo prosegue su Ponte di Mezzo con l’alzabandiera: sciopero femminista globale, NON UNA DI MENO.

In via di chiusura si attraversa il lungarno per arrivare in piazza dei Cavalieri, degli striscioni calano da Palazzo della Carovana. Un intervento ricorda che due anni fa, in occasione del primo sciopero globale femminista, alla fine del corteo è stata occupata la Mala Servanen Jin – Casa delle Donne che Combattono. La marea occupa la piazza: è il terzo sciopero globale!