Ieri mattina un gruppo di attivisti di Fridays For Future ha messo in atto un’azione simbolica di fronte alla sede della banca Unicredit in Piazza Garibaldi; azioni simili sono avvenute in contemporanea in circa venti città d’Italia, per chiedere alla banca di fermare gli investimenti nel settore dei combustibili fossili, che ammontano a 17 miliardi di euro negli ultimi tre anni.
Gli attivisti di FFF hanno indossato tute verdi e maschere di cartone, e hanno distribuito volantini ai passanti per spiegare la protesta. Dagli Accordi di Parigi del 2015 ad oggi, 33 tra le più grandi banche al mondo hanno investito 1.700 miliardi di euro nel settore dei combustibili fossili. Dovevano azzerare i loro finanziamenti e invece li hanno aumentati. Tra queste c’è UniCredit, che in fossili ha investito 17 miliardi in tre anni: 6,4 nel 2016, 6,6 nel 2017 e quasi 4 miliardi nel 2018. Il colosso milanese è l’unica banca che non ha ancora approvato una strategia per far fronte alla crisi climatica. Intesa Sanpaolo, invece, dal 2012 al 2017 ha finanziato con 7 miliardi di euro la costruzione di gasdotti in giro per il mondo.
La richiesta degli attivisti quindi è che tutte le grandi istituzioni finanziarie smettano immediatamente di investire nel settore dei combustibili fossili e facciano la loro parte nella transizione verso una società sostenibile sia dal punto di vista ambientale che da quello sociale.