Giovedì 13 febbraio, una delegazione di una cinquantina di persone residenti nel quartiere popolare di Sant’Ermete ha incontrato il comune e l’Apes nella sala Regia di Palazzo Gambacorti. I temi discussi sono quelli sollevati da anni di lotte degli abitanti di questo quartiere contro una gestione delle case popolari completamente disastrata. Non più richieste degli abitanti, ma proposte concrete elaborate dagli stessi residenti per migliorare la situazione del quartiere. Proposte descritte sotto nel comunicato e rifiutate dall’amministrazione comunale. Un NO che non sarà “digerito” da chi vive in queste condizioni da troppo tempo. Il 22 febbraio infatti si terrà nella piazza di Sant’Ermete un consiglio di quartiere che deciderà come rispondere alle negazioni dell’amministrazione comunale che sta confermando che il cambiamento promesso in campagna elettorale non si è avverato, anzi. Sono cambiati i nomi sulle poltrone, ma il disprezzo per chi lotta rimane tale e quale come chi li ha preceduti.
Di seguito il comunicato del comitato di quartiere Sant’Ermete
ESITO DELL’INCONTRO: LA GAMBACCINI DERIDE IL NOSTRO QUARTIERE
– ieri mattina alle ore 9,30 una delegazione delle case popolari di sant’Ermete si è presentata all’incontro con il Comune e l’Apes per avere delle Risposte definitive dopo 7 mesi di riunioni. Questo atteso incontro era già stato spostato e rinviato da più di un mese a causa della negligenza della parte politica istituzionale.
– ci siamo presentati per avere delle risposte in merito:
1) alle richieste di riconoscere il disagio passato e. presente di cento famiglie che vivono e hanno vissuto in case non a norma, pericolanti, insalubri. Che vi hanno contratto malattie e che vi hanno autonomamente provveduto nel sistemare con manutenzioni che dovevano essere a carico dell’Apes. Richiedevamo di eliminare le morosità ingiuste accumulate nel tempo e di ricalcolare l’affitto in base allo stato reale degli alloggi.
2) al progetto “figli di quartiere” che prevede una soluzione nel problema dei tanti appartamenti tenuti al degrado e vuoti nel quartiere, che non saranno abbattuti a causa del mancato finanziamento del progetto di demolizione. Soluzione che vede in un progetto di autorecupero sostenuto dalla Comunita’ di quartiere con decine di nuclei familiari di questi appartamenti.
A questi due punti, appoggiati da un anno e mezzo da tutto il quartiere di sant’Ermete, come dimostrato dal referendum del giugno 2018, l’Assessore Gambaccini ha fatto rispondere la nuova dirigente Susanna Caponi dicendo NO.
Le motivazioni sono contenute in due documenti sprezzanti il Contenuto di 7 mesi di tavoli e riunioni sostenuti dai delegati della Comunità con gli uffici stessi del Comune e dell’Apes. Sprezzanti poiché continua ad ignorare le possibilità che già erano state Sondate nei passati incontri con i tecnici e gli avvocati stessi dell’Apes. E che hanno come unico presupposto il VOLER RIFIUTARE UNA SOLUZIONE PER TUTTI GLI ABITANTI DEL QUARTIERE. Scuse che utilizzano le norme strumentalmente affinché si continui a FARE CASSA SULLA PELLE DEGLI ABITANTI DELLE CASE POPOLARI.
Nei prossimi giorni pubblicheremo un resoconto dettagliato delle valutazioni circa l’esito di questo
Incontro.
Per adesso l’unica cosa che possiamo dire è che ci sentiamo SPUTATI ADDOSSO DA QUESTA POLITICA MENEFREGHISTA ED IPOCRITA, che finge di stare vicino ai cittadini in difficoltà ma che invece è interessata solo a RAGGIRARE le persone, promettendo cambiamenti ma sottraendosi al confronto reale.
NON VOGLIONO SPENDERE SOLDI PER SANT’ERMETE: quindi riconvochiamo un NUOVO CONSIGLIO DI QUARTIERE PER SABATO PROSSIMO 22 FEBBRAIO DOVE DECIDEREMO COME RIPRENDERE LO STATO DI AGITAZIONE.
Se l’Assessore pensa che continueremo a stare in queste case fatiscenti pagando affitti ingiusti, se pensa che continueremo a vedere lasciare al macero decine di appartamenti preda del disagio, si sbaglia di grosso. SIAMO ARRABBIATI ma anche consapevoli che la lotta sarà DURA… per loro, come prima lo è stato per i passati amministratori del Partito Democratico.