Il calcio giocato si era fermato come molte altre attività lavorative e sociali per la pandemia da Covid19, ma comunque, nei telegiornali questo argomento, o meglio, il dibattito su come e quando i campionati dovevano ripartire, seguiva i primi punti della scaletta televisiva dopo il bollettino dei contagi e delle vittime del virus. Si è dimostrato ancora una volta quanto il business sia intrinseco intorno a questo mondo sportivo e quanto il rischio di crack finanziario generale sia stata la prima esigenza da evitare da parte di chi nel calcio ci investe.
Il virus ha fatto centinaia di vittime al giorno, la quarantena e il lock down hanno causato una crisi economica inimmaginabile fino a qualche mese fa con le conseguenti difficoltà che tutti sappiamo, perchè le abbiamo e le stiamo vivendo sulla nostra pelle. Mentre i lavoratori e le lavoratrici nei magazzini o nei supermercati costrette a lavorare chiedevano la possibilità di fare i tamponi per conoscere il proprio stato di salute, sui giornali in prima pagina uscivano gli esiti dei test di Cristiano Ronaldo e altri “campioni”. Migliaia di persone in tutta Italia hanno messo in fondo alla scala delle priorità la riapertura dei campionati.
Pubblichiamo di seguito il comunicato della Curva Nord di Pisa in cui esprimono così il proprio punto di vista sulla riapertura dei campionati di calcio, sul futuro del tifo post pandemia e sui daspo.
Abbiamo trovato vergognoso, che si sia parlato di calcio dal “giorno dopo” la pandemia. Che tra rischi e problemi di ogni genere, ben più gravi, compresi i lutti, si siano sempre trovati lo spazio e la voglia per mettere di mezzo le esigenze delle società, dei calciatori, le immancabili telenovele economiche tra Lega e televisioni. Tutto questo mentre i negozi chiudevano e la gente faceva fatica, così come adesso, a mettere insieme il pranzo con la cena.
Il calcio, come gli altri sport, come tutto, prima o poi dovrà ripartire. Che sia adesso, tra un mese o a settembre prima o poi dovrà ripartire ma chiediamo fortemente che le decisioni in merito alla ripartenza siano prese da chi di dovere e tenendo conto esclusivamente dell’emergenza sanitaria, e non per pressioni di altro tipo. E se, inizialmente, ripartirà senza pubblico, rispetteremo le misure di contenimento del contagio così come abbiamo fatto nel “lontano” pomeriggio di Pisa-Livorno, invitando i tifosi a non assembrarsi fuori dalla Curva. Crediamo che il sistema calcio abbia mancato di rispetto ai tifosi veri, considerandoli superflui, o danneggiandoli direttamente, innumerevoli volte. Non è questo il punto.
Il punto è che, terminata la situazione di emergenza, e la necessità, per salute pubblica, di rispettare determinate “norme”, si torni immediatamente alla situazione normale. Tutti in piedi, bandiere, stendardi, cori, e che non si utilizzino strumentalmente le paure delle persone, o la scusa del Covid, per assestare il colpo di grazia al movimento ultras, con manovre repressive e ulteriormente lesive delle libertà personali.
E’ un aspetto che ci interessa, che riguarda tutti: su questo siamo e saremo disposti a lottare, a far sentire la nostra voce. Chiederemo con forza, inoltre, qualora vengano disputate partite a porte chiuse, che ai diffidati venga sospesa la firma: assembrarsi in Questura per dimostrare che non si è allo Stadio, quando allo Stadio non può andare nessuno, sarebbe l’ultima e più crudele beffa.
I gruppi organizzati della Curva Nord Maurizio Alberti