Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa dei cittadini di Sant’Ermete che questa mattina hanno consegnato alla Procura della Repubblica degli esposti per denunciare le gravi condizioni abitative in cui sono costretti a vivere in case di proprietà comunale.
“Esposti in procura per le case popolari. Problemi di salute, assenza di manutenzione pubblica, sovraffollamento: è ora che qualcuno paghi per tutto questo”
Oggi come cittadini di Sant’Ermete abbiamo iniziato a consegnare alla procura della repubblica degli esposti degli inquilini delle case popolari, per denunciare la gravissima situazione igienico sanitaria, oltre che economica e sociale, che viviamo da anni. E’ ora che venga chiesto il conto delle responsabilità civili e penali per il malessere sociale che da troppo tempo i cittadini di Sant’Ermete subiscono. Dopo le relazioni della Asl e dei Vigili del fuoco, che hanno segnalato più volte il pericolo della condizione ambientale e abitativa nel quartiere, dopo che le direttive di “evacuazione” dai vecchi alloggi sono state disattese da dieci anni, ci rivolgiamo direttamente alla magistratura per fare luce sullo scandalo di questo cattivo abitare gestito direttamente da aziende pubbliche. Nel corso degli ultimi dieci anni gli amministratori dell’Azienda Pisana per l’Edilizia sociale sono cambiati; direttori e amministratori delegati, così come sindaci e assessori alle politiche abitative. Quello che invece rimane invariato è l’atteggiamento vessatorio nei confronti degli inquilini delle case di Sant’Ermete. Siamo costretti a pagare affitti e piani di rientro altissimi nel mentre i progetti di riqualificazione sono caduti nel vuoto e le famiglie continuano a vivere in loculi simili alle grotte dove le persone si ammalano, anziani, adulti bambini. Le poche famiglie che sono subentrate negli alloggi “nuovi” di via bandi dopo pochi anni già lamentano problemi di infiltrazioni, di muffa e di lavori mai completati. Questo non è più accettabile. Nel corso dell’ultimo anno abbiamo provato con la nuova amministrazione a cambiare passo, presentando delle proposte per sistemare il quartiere. Ma la nuova assessora alle politiche sociali Gianna Gambaccini a febbraio ci ha bocciato il progetto.
Siamo stanchi di vedere spot elettorali nel mentre l’Apes continua a chiedere affitti enormi, piani di rientro per morosità incolpevoli spropositate rispetto alla gravissima situazione igienico sanitaria in cui sono costretti ad abitare tutti gli abitanti delle case popolari. Servono subito manutenzioni, disinfestazioni, serve uno stralcio delle morosità, e un piano per il ripopolamento del quartiere che sottragga gli alloggi al degrado.
Oggi abbiamo consegnato i primi tre esposti. Ne abbiamo più di 50 in cantiere che porteremo scaglionati ogni mese in Procura fino a quando qualcuno dell’Apes e del Comune non verrà a chiedere SCUSA agli abitanti delle case popolari, di ieri e di oggi, e a rimediare a questa storia indecente.
Una coppia di adulti, marito e moglie, messa in un alloggio umido, pieno di muffa e deteriorato che si è ammalata e aggravata la malattia cardiovascolare della moglie.
Una famiglia con due genitori, due bambini e una anziana nonna, che per anni è stata lasciata in un appartamento piccolo, con le mura interne completamente ricoperte di nero dalla muffa, con pezzi di muro pericolanti e che ha visto il figlio più piccolo ammalarsi di asma bronchiale.
Un signore adulto residente da quando era piccolo in un alloggio degradato, che ha passato quarant’anni senza impianto di riscaldamento, che si ritrova a vivere nello stesso pianerottolo di un appartamento disabitato lasciato al degrado assoluto. Porte e finestre divelte, resti di topi e piccioni, residui organici e liquami. Da dieci anni. Apes e Comune che ne sono i custodi lasciano queste case vuote a marcire compromettendo sia il patrimonio pubblico che il diritto dei condomini a fruire del proprio alloggio in sicurezza e dignità.
Questo è solo un nuovo inizio della lunga storia di lotta per la sopravvivenza dignitosa del nostro quartiere. Sabato 12 settembre alle ore 17 faremo una riunione aperta a tutti coloro che vorranno sostenerci, nella piazza del quartiere. Non ci fermeremo fino a quando non ci sarà giustizia per Sant’Ermete.