Sabato 12 settembre alle ore 17.00 si svolgerà presso la piazza del quartiere di Sant’Ermete il consiglio di quartiere. L’evento ha un’ordine del giorno chiaro e l’appello che riportiamo di seguito è un invito alla partecipazione a tutta la popolazione di Pisa.
RISPETTO PER SANT’ERMETE – Basta con ritorsioni, denunce, promesse tradite per il quartiere di case popolari martoriato dall’assenza di politiche pubbliche.
Il quartiere di Sant’Ermete a Pisa da anni è investito da un progetto di riqualificazione che prevedeva l’abbattimento delle vecchie e decadenti case popolari, costruite con le macerie del dopoguerra, e la costruzione di nuovi alloggi moderni, idonei e sicuri. Questo progetto è stato de-finanziato di dieci milioni di euro nel 2016, e la costruzione dei nuovi alloggi procede a rilento. Si prevede finalmente la realizzazione del primo blocco nei prossimi mesi, e grazie alle battaglie del comitato degli abitanti, avrà alloggi non di una sola camera, come previsto nel progetto definitivo realizzato inizialmente da Apes, ma con metrature diversificate a seconda della composizione dei nuclei familiari.
In questi anni il quartiere si è mobilitato per ottenere servizi e investimenti sociali, sanitari, urbanistici e culturali. Iniziative, petizioni, discussioni in circoscrizione, in consiglio comunale e regionale, affinché fosse riconosciuto al quartiere di Sant’Ermete una dignità non più fatta di promesse elettorali ma di fatti concreti per migliorare la qualità della vita di chi vive in queste case popolari.
In particolare abbiamo lottato per ottenere la riduzione del canone di locazione per tutti gli alloggi giudicati insalubri e che non sono ancora stati demoliti nonostante il progetto di riqualificazione avesse un crono-programma che prevedeva nel 2015 la realizzazione completa di tutti i nuovi alloggi. La creazione di un progetto di autorecupero per destinare le decine di case vuote ad un ripopolamento idoneo agli alloggi ed a impedire il sovraffollamento. La costruzione di un passaggio ciclo-pedonale per risolvere l’annosa pericolosità del cavalcavia di Sant’Ermete. La realizzazione di spazi sociali per bambini, ragazzi e anziani.
Nel corso degli ultimi mesi, sono state recapitate a decine di abitanti di Sant’Ermete denunce penali per eventi di contestazione e di iniziative sociali. Accuse scandalose che hanno come unico obbiettivo quello di screditare e cercare di impaurire le ragioni delle proteste per la dignità delle case popolari. Accuse di “interruzione di pubblico servizio”, “ingiurie”,“violenza privata e a pubblico ufficiale”, “minacce”, “sottrazione di beni sottoposti a sequestro”, in riferimento a critiche fatte da abitanti senza casa nei confronti di servizi sociali, a manifestazioni per ottenere la raccolta differenziata, a presenze in consiglio comunale mal digerite da sindaci e assessori, per contestare raid di vigili urbani nel quartiere col compito di sottrarre striscioni o intrufolarsi nei condomini popolari senza alcuna valida motivazione. Queste vergognose denunce toccano anziani di quasi 80 anni fino a giovani ragazzi, cercano colpire madri, padri, nonni di famiglia con l’unica intenzione di far cessare il moto di vita che da Sant’Ermete rischia di contagiare altri quartieri popolari. Invece di dare seguito alle promesse fatte, ascoltando e investendo in relazioni e in finanziamenti con gli abitanti delle periferie, cercano di accanirsi sul quartiere resistente di Sant’Ermete.
Tutto ciò che non è mai stato fatto dalle varie amministrazione comunali, regionali, nazionali trova conferma politica a febbraio del 2020, dopo 8 mesi di incontri e trattative, quando è stato bocciato dall’assessore alle politiche sociali Gambaccini il progetto comunità di quartiere, che metteva nero su bianco le proposte concrete che gli abitanti da anni si sono impegnati a realizzare.
Una grande assemblea a metà febbraio ha visto cento persone abitanti in varie quartieri di case popolari riunirsi per dare vita ad un movimento per la giustizia, il rispetto e la dignità delle periferie. Basta con le truffe di bollettini addebitanti spese di lavori mai o mal effettuate dall’ente gestore Apes. Basta alloggi vuoti con migliaia di famiglie in attesa delle assegnazioni e delle graduatorie. Basta con promesse d’investimento di riqualificazione mai effettuati. Basta con l’assenza di servizi utili alla dignità del vivere per chi è senza-soldi e non può permettersi di pagare ai privati per ottenere le prestazioni necessarie.
Poi è arrivato il corona-virus e la quarantena. Con essa la mancanza di sostegno economico e sociale proprio per le periferie. Niente cassa integrazione, buoni spesa solo una tantum, e tanta rabbia per essere costretti a proteggersi da questo virus in un ambiente malsano.
Ma non siamo stati fermi, mai. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato in Sant’Ermete e poi anche in altri quartieri, a dare una mano a tutte le famiglie e alle persone che avevano difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena.
Da aprile fino a oggi, circa cinquecento persone hanno dato vita ad una rete di scambio di prodotti alimentari e per la casa, donati e recuperati per la spesa sociale. Una volta a settimana verdure, pasta, caffè, zucchero, latte e tante altre cose sono distribuite nei quartieri. Solo il popolo salva il popolo, solo il quartiere salva il quartiere. Questo il nostro motto.
L’ultimo atto provocatorio è avvenuto in questi giorni: alcune persone del quartiere hanno ricevuto illegittimamente una diffida da parte dell’ufficio patrimonio del comune in quanto a detta del Comune, sarebbero “responsabili” di aver costruito una “manufatto abusivo” nella piazza del quartiere. Quest’accusa scandalosa si riferisce alla struttura presene nella piazza dietro il casottino di via Emilia presente da anni, prima come tendone e poi con dei pannelli in legno. Una struttura eco-sostenibile, è stata fatta da tutto il quartiere proprio per dotare le persone dell’unica area ombreggiata dove poter sostare, dove poter giocare a tombola, creare una “ricreazione” che nel tempo ha visto in modo continuativo tornei di carte, pranzi e cene, iniziative musicali, teatro, colazioni sociali. Una struttura dove abbiamo realizzato corsi di formazione per gli abitanti sulla raccolta differenziata, sull’utilizzo del defibrillatore e le tecniche di primo soccorso, sulle informazioni sociosanitarie con associazioni che si battono per i diritti e l’assistenza ai malati di Alzheimer. Una struttura dove i bambini festeggiano i compleanni, dove la scuola elementare da anni collabora con il quartiere. Ma soprattutto è la sede dei consigli di quartiere, un luogo unico dove abbiamo svolto il referendum nel 2018 a cui hanno partecipato 200 persone. Dove periodicamente prendono vita le assemblee di quartiere e di tutta la città, dove il popolo si riunisce e discute e delibera. Forse è questo che fa paura e infastidisce.
Noi siamo sereni e determinati ad estendere il progetto di comunità di quartiere e con quest’appello ci rivolgiamo a tutta la popolazione di Pisa per sottoscrivere le nostre richieste affinché le Istituzioni riconoscano finalmente le esigenze dei cittadini del quartiere di Sant’Ermete, invece di attuare vergognose intimidazioni.
Chiediamo:
- di revocare immediatamente l’illegittima diffida di abbattimento dell’unica struttura ricreativa presente nel quartiere di Sant’Ermete, e anzi riconoscere e valorizzare i servizi mutualistici che la comunità degli abitanti svolge
- di revocare immediatamente le denunce intimidatorie nei confronti delle decine di abitanti che si sono visti recapitare accuse fantasiose per aver giustamente esercitato il diritto di critica e protesta nel corso degli anni
- di essere interpellati prioritariamente sulla destinazione d’uso degli spazi a piano terra in corso di realizzazione, che nel progetto consegnatoci dai dirigenti di Comune e Apes dovevano essere appartamenti e che adesso sembrano invece essere costruiti con funzione sociale
- di provvedere ad eliminare more e morosità per tutti gli inquilini che vivono negli alloggi insalubri di sant’ermete da anni, come riconosciuto ufficialmente dallo steso Apes e comune di Pisa con atto ufficiale nella formulazione della graduatoria di mobilità
- di non lasciare all’abbandono cinquanta vecchi alloggi ma di destinarli a progetti di autorecupero
di concordare con gli abitanti e i commercianti un piano straordinario di sanificazione e disinfestazione del quartiere - di informare tutti gli abitanti sui finanziamenti e le tempistiche delle opere urbanistiche necessarie come il passaggio ciclo-pedonale sul cavalcavia