casamatta. s.f. [nel significato di “edificio che ha l’apparenza di casa ed è invece ben altra cosa”]
A Pisa il 29, 30 e 31 ottobre stiamo organizzando “Casematte”, un evento di discussione e confronto sul movimento di lotta per l’abitare. “Casematte” sarà un incontro capace di accogliere tutte e tutti coloro che anche da altre città fuori Pisa volessero partecipare. Attrezzeremo uno spazio anche per i più piccoli e sarà garantito pernottamento e pasti. Con questo testo vogliamo condividere con tutte le realtà che si battono per il diritto all’abitare la proposta di questo meeting!
Nella nostra città le esperienze di lotta degli abitanti del quartiere popolare di sant’ermete contro gli alloggi malsani di edilizia residenziale pubblica e quella dei picchetti antisfratto per la riduzione dei canoni di affitto, hanno aperto da alcuni mesi la Piattaforma per le soluzioni abitative: una coalizione che vuole riunire i tanti nodi dell’abitare per rilanciare una mobilitazione contro la rendita immobiliare. Abbiamo iniziato a costruire “casematte” spinti dalla profonda necessità di formarci, come compagne e compagni, come persone impegnate nei picchetti antisfratto e nelle attività sociali nei quartieri. Formarci per apprendere da altre esperienze e per studiare i meccanismi di oppressione che rendono l’insieme degli inquilini, dei residenti e degli abitanti una massa impaurita e tendenzialmente atomizzata di fronte alle leggi della grande proprietà edilizia. Ma questa esigenza è anche la medesima di conoscere e consolidare nuovi rapporti per vincere le battaglie per la giustizia abitativa.
Considerazione preliminare di questo meeting è la profondità politica della contraddizione abitativa che si riversa in molteplici dimensioni sui territori. E’ stress finanziario per i bassi salari della working class globale; è il principale ambiente dove si concentrano le tensioni della gestione pandemica e l’aumento della violenza domestica, maschile e di genere; e’ il teatro del lavoro messo al centro dalle piattaforme del web e vettore del consumismo di massa; è dove prende forma la segregazione sociale delle periferie. E molto altro. Il mercato abitativo ha infatti continuamente bisogno di investire, costruire, predando il territorio e creando enormi danni al livello ambientale (sostenendosi sulla retorica della mancanza di risorse), mentre milioni di abitazioni giacciono in disuso e le persone non hanno un tetto sulla testa. Si verifica quindi una contraddizione insanabile tra i bisogni voraci del mercato e le effettive esigenze delle persone. Il complesso e massificato disagio abitativo quindi non rappresenta una stortura negativa dello stato sociale: è invece il profondo sintomo della polarizzazione della ricchezza e la base materiale del saccheggio su cui avvengono le grandi trasformazioni finanziarie delle città globali. Come dire, senza bidonville e senza sfrattati non esiste alcuna smart city.
Per questo siamo convinte e convinti che la lotta per la casa non sia di retroguardia. E’ invece una lotta per cambiare modello sociale, è una lotta di potere, inteso come possibilità di riscatto collettivo contro lo stesso sistema industriale e nocivo che ha prodotto la pandemia.
Nel nostro paese la misura temporanea ed insufficiente del blocco degli sfratti è stata tolta dal Governo, a scaglioni, dalla fine di giugno 2021, e la subalternità tecnocratica della politica istituzionale ai fondi immobiliari e alle lobby del mattone si è resa esplicita anche nelle indicazioni di utilizzo dei miliardi del PNRR. Nessun progetto di controllo pubblico degli affitti né di redistribuzione e investimento sul patrimonio pubblico, ma rilancio dei vari project financing ed “housing sociale”.
Nelle nostre città, dalle province suburbane ai quartieri delle metropoli, assistiamo a una ripresa dell’organizzazione di base delle lotte nei territori, sempre più spostate nella provincia e nelle periferie, per autodeterminare i bisogni abitativi contro sfratti, pignoramenti, sgomberi ma anche contro i distacchi delle utenze. Questa dinamica avviene con la partecipazione anche di quelle esperienze che nei momenti più sofferti della pandemia hanno costruito supporto e solidarietà con le raccolte alimentari ed altri progetti di condivisione.
Ma le lotte per l’abitare stanno anche in una dimensione globale contro la natura predatoria del mercato immobiliare. Il referendum vinto a Berlino per la confisca delle proprietà detenute dai fondi finanziari, le mobilitazioni per l’ottenimento di un controllo pubblico degli affitti nelle regioni della Cataluna, l’intervento Onu sollecitato dai movimenti per il diritto alla casa romani per bloccare sfratti e sgomberi, sono delle preziose indicazioni che vorremmo approfondire e che già indicano un grande spazio politico per coloro che vogliono mettere dei freni all’espansione del capitalismo finanziario e la ricerca di nuovi modelli di eguaglianza e giustizia sociale.
Il titolo dell’evento, si richiama a una citazione di Antonio Gramsci sui caratteri ipotetici della rivoluzione “a venire” in Italia. L’abbattimento rivoluzionario dell’egemonia capitalistica doveva passare dalla conquista dei suoi presidi di potere: se nella prima guerra mondiale le “casematte” rappresentavano i contenitori dell’artiglieria ed i centri di controllo dei fronti militari, nella civiltà occidentale del primo ‘900 erano simboleggiate dalla società civile e dai punti nevralgici da cui la borghesia emanava il proprio potere in modo multiforme, in una serie di postazioni istituzionali rappresentate dalla religione, dalla cultura e dalla sfera politica. Oggi la casamatta del capitalismo è il sistema del debito che totalizza il vivente, modellando i territori come infrastrutture della produzione economica, logistica e culturale. Per questo pensiamo all’abitare, il luogo domestico e urbano, anche come “variabile impazzita” per la conduzione di una lotta generale e compositiva contro l’ordine costituito.
Il meeting “Casematte” vuole essere uno spazio di ascolto, partecipazione e riflessione per: approfondire l’analisi e la discussione politica della lotta per la casa, per dare forza alla battaglia contro il libero mercato immobiliare. Perciò riteniamo fondamentale il confronto diretto per la condivisione di pratiche, ed esperienze delle reti e delle realtà di lotta per la casa.
L’idea è quella di strutturare uno spazio di discussione in tavole rotonde su:
sciopero dell’affitto contro stress finanziario: la battaglia per l’abolizione del libero mercato.
Occupazioni, mutualismo, riqualificazione, servizi: lotte di comunità nei quartieri popolari.
Territori domestici: la lotta per la casa come organizzazione femminista nel territorio.
Protezione sociale vs capitalismo finanziario: vertenze, campagne e piattaforme contro i padroni delle città mattone.
La lotta per l’abitare e la transizione ecologica. Costi, inquinamento, fonti energetiche.
sciopero dell’affitto contro stress finanziario: la battaglia per l’abolizione del libero mercato.
Occupazioni, mutualismo, riqualificazione, servizi: lotte di comunità nei quartieri popolari.
Territori domestici: la lotta per la casa come organizzazione femminista nel territorio.
Protezione sociale vs capitalismo finanziario: vertenze, campagne e piattaforme contro i padroni delle città mattone.
La lotta per l’abitare e la transizione ecologica. Costi, inquinamento, fonti energetiche.
Queste sono solo delle proposte indicative, ovviamente il programma è in formazione e saremo contenti di ricevere proposte di metodo e nel merito!
Per contattarci scrivete a piattaformasoluzioniabitative@gmail.com
oppure sulla pagina Facebook di Spazio Popolare Sant’ermete
I compagni e le compagne di Pisa della Piattaforma Soluzioni Abitative