Il comune chiede la sospensione degli sfratti alla prefettura, la maggioranza si inceppa sulla commissione d’inchiesta a Sant’ermete
La mobilitazione è iniziata alle 14 fino alle 22. Per un totale di 8 ore di manifestazione, presidio e lotta: dentro e fuori il Consiglio Comunale. La manifestazione ha visto i comitati di quartiere delle case popolari, Spazio Popolare Sant’ Ermete in testa, unirsi ai movimento contro gli sfratti e ai sindacati inquilini. Unione Inquilini Pisa, ASIA USB PISA, SICeT Pisa e anche SUNIA Pisa della CGIL hanno partecipato alla piazza di lotta.
All’ordine del giorno del Primo Consiglio comunale in presenza ben 5 punti sul diritto alla casa.
Quando la piazza si è riempita, alle 15, i manifestanti si sono diretti all’ingresso sbarrato di Palazzo Gambacorti. Sono bastati pochi minuti di protesta per mettere in chiaro la determinazione a ottenere risposte da parte della Politica. Il consiglio comunale ha aperto le porte a una delegazione della piazza che ha incontrato tutti i capigruppo dei partiti.
Senza tergiversare in convenevoli, con la pressione sociale fortissima, gli interventi sono andati dritti al punto: l’impegno a finanziare e sistemare le periferie dei quartieri popolari si è rivelato un bluff in sant’Ermete.
1) È necessaria la commisione d’inchiesta affinché non si ripetano più gli errori che hanno portato alla paralisi del progetto di Sant’ermete e affinché vengano costruiti con criteri diversi gli edifici popolari.
2) Stop all’utilizzo della forza pubblica agli sfratti, a fronte di una mancanza di bandi e case pubbliche da assegnare
La manifestazione è andata avanti con interventi e volantinaggi, con una decina di tende montate nella piazza; inoltre una delegazione è rimasta dentro ad assistere alle votazioni e alle discussioni.
I consiglieri, in particolare modo di Una città in comune, hanno monopolizzato l’intera seduta sull questione abitativa. E questo è stato un grande risultato. Sulla vicenda di Sant’ermete è stato approvato uno stanziamento di 800mila euro per completare il cantiere. Ma la mancanza di una relazione di Apes sulla stima dei danni prodotti dall’abbandono del cantiere ha evidenziato quanto questo provvedimento, come sottolineato dall’assessore ai lavori pubblici, sia per dare un segnale “che questa giunta è impegnata a finire il progetto, e che se serviranno altri soldi saranno disponili a metterceli”. Il punto che è emerso con chiarezza è l’assoluta incapacità di dare risposte concrete senza il coinvolgimento attivo della comunità di abitanti del quartiere. E delle pesantissime responsabilità politiche di Apes e di tutte le istituzioni coinvolte, dalla Regione fino alle varie Giunte comunali.
La discussione si è poi spostata con un ordine del giorno sull’esonero e le morosità incolpevoli che è andata a contestare anche l’accordo Sepi ed Apes per la riscossione coatta degli affitti. La maggioranza boccia questo provvedimento ma è significativo che questo sia stato discusso dal Partito Democratico, che in Regione governa ed ha il potere di determinare cambiamenti importanti rispetto alle decisioni che hanno caratterizzato la sua politica fino ad oggi.
Infine la questione sfratti. Con una tensione alle stelle tra bisogno abitativo e potere di confediliza di generare assetti politici a favore della rendita immobiliare, il consiglio comunale, ha espresso a larga maggioranza un importante provvedimento frutto della lotta e della determinazione del percorso “la casa, priorità di Pisa”.
Nella mozione votata si impegna il sindaco a chiedere al prefetto “un provvedimento urgente per la sospensione degli sfratti per motivi di ordine pubblico e di tutela socio sanitaria delle famiglie coinvolte”.
Dopo 8 ore di discussione e lotta la maggioranza infine decide di rinviare il consiglio comunale e di non discutere della commisione d’inchiesta in sant’Ermete. Rinviandola al 26 aprile. Un ulteriore segno della crisi politica che si è aperta: non è più possibile nascondere sotto il tappeto le condizioni di vita degli abitanti dei quartieri popolari.