Il buon umore si sta facendo strada nei corridoi del liceo Franco Russoli, la rassegnazione non è più di casa tra gli studenti. Probabilmente questa nuova riforma Renzi-Giannini non è poi quel roseo cambiamento di cui chi se e giova ci vuole far credere. La mattina all’artistico non si parla di altro, i professori entrano in classe annunciando il loro “addio” agli studenti, altri invece, aiutano nelle assemblee, nell’organizzazione delle autogestioni e nei momenti di confronto, promettono tutto il loro appoggio.
Sono molti gli episodi che hanno creato agitazione nella scuola del centro città di Pisa, studenti a cui cadono pezzi di intonaco sfiorandoli, e dopo quello che è accaduto nella facoltà di Napoli, con il crollo di un intera facoltà, il fatto che sia un piccolo pezzo non è affatto rassicurante.
“La scuola si sgretola pian piano e noi ci viviamo dentro ogni giorno” dicono i ragazzi che il 26 novembre hanno deciso di uscire in maniera spontanea dalla scuola per fare un corteo non autorizzato che è arrivato fin dal provveditore a reclamare più certezze, “se uscire da scuola dopo aver fatto l’appello è pericoloso per l’incolumità dei professori, vivere dentro a degli stabili che cadono a pezzi è rassicurante? chi pensa alla nostra incolumità?” aggiungono.
Se le pratiche di lotta utilizzate dagli studenti del liceo d’arte, sono pratiche riproducibili e riprodotte nelle altre scuole, il coraggio che hanno mostrato è d’esempio, ed è la forza che tiene ancora accesa la voglia di riscatto. Anche nel corso serale c’è aria di cambiamento, il coraggio espresso dagli studenti della scuola è stato di ulteriore esempio per i giovani e meno giovani che hanno deciso di far partire un’autogestione che inizierà in contemporanea a quella della mattina.
“E’ una novità veder corsi serali in autogestione, ma noi non siamo meno colpiti dalla Buona-scuola” dice una studentessa del liceo Russoli, pensiamo che tutti abbiamo diritto ad un sapere “altro”, a conoscere persone che lottano per la casa, anche in questo corso ci sono persone che hanno problemi di abitazione” continua la studentessa. Gli iscritti ai corsi serali sono di tutte le età, i giovani in maggioranza sono quelli scappati dal mattino, turbati dallo sporadico cambiamento imposto dalle riforme attuate nelle scuole in questi anni, altri sono quelli che hanno deciso di lavorare la mattina per aiutare i genitori a sostenere le spese quotidiane di casa, ci sono anche artigiani giovani e meno giovani che non hanno più un lavoro e sono alla ricerca di miglioramenti personali per riuscire a trovare un’ occupazione per la loro professione.
Altri si sono iscritti per conoscenza del valore dei professori d’indirizzo che pian piano però se ne stanno andando vista la legge 107, che regola il nuovo piano di assunzioni troncando la continuità del rapporto alunno/professore. E’ una realtà molto popolare, non si riesce a sostenere neanche le spese dei libri di testo che, a volte vengono regalati dai professori ed altre volte si fa finta che non servono. I materiali vengono prestati tra gli studenti, gli ingressi nei musei si cerca di auto-ridurli oppure si va solo in quelli gratuiti. La povertà c’è ma si affossa, a scuola si nasconde, sorvolando anche su necessità primarie per il regolare andamento scolastico.
L’autogestione sarà un momento di confronto, dove verranno organizzati dibattiti sul sociale, ripetizioni, costruzioni artistiche basate sul riciclo e molto altro, ma non sarà l’unico momento di lotta, questo è solo l’inizio di un percorso in cui gli studenti e le studentesse si riprenderanno quello che gli spetta.