Riportiamo di seguito il testo di lancio del Gruppo di lavoro sulle esternalizzazioni in università pubblicato in occasione della giornata di studi del Forum studentesco della Scuola Normale Superiore che si terrà venerdì prossimo.
Dopo inchieste, momenti di piazza e assemblee tra lavoratorə e studentə, ci siamo chiestə se ci fosse, e in che modo si concretizzasse, un filo rosso che tiene insieme il lavoro precario svolto negli appalti per garantire il funzionamento dei servizi a noi indispensabili, e la crescente precarizzazione del lavoro di ricerca all’interno del mondo accademico.
Da un lato, la tendenza progressiva alla privatizzazione di servizi fondamentali erogati dalle università ha avuto ricadute importanti, spesso peggiorative, sulle condizioni di lavoro di chi svolge tutte quelle mansioni riproduttive che costituiscono lo scheletro invisibile dell’università. Dall’altro, la proliferazione di assegni di ricerca precari degli ultimi anni e il numero ridotto di posti tenure-track banditi hanno reso sempre più precario il lavoro della stragrande maggioranza dellə ricercatorə universitari.
Consapevoli di star trattando livelli diversi di precarietà e di lavoro non riconosciuto e sottopagato, pensiamo però che sia utile osservare complessivamente le politiche che stanno guidando le nostre Università, e in particolare le nostre Scuole, verso la precarietà e la privatizzazione.
La giornata sarà suddivisa in due momenti di natura differente, che si terranno rispettivamente la mattina e il pomeriggio.
Dalle ore 10:00, ci saranno degli interventi che illustreranno le ricadute di politiche occupazionali come le esternalizzazioni sullə lavoratorə, anche secondo una prospettiva di genere, e le riforme dell’ultimo decennio della ricerca universitaria. Interverranno in particolare Carlotta Cossutta, Federico Del Giudice e Armanda Cetrulo.
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 16:00, ci divideremo in due tavoli di discussione, per permettere un confronto orizzontale tra le diverse componenti delle università, da studentə a lavoratorə e ricercatorə.
Da questo momento di discussione auspichiamo la nascita di una rinnovata riflessione e attivazione che riesca a pensare un modello universitario alternativo capace di valorizzare il lavoro in tutte le sue forme
Dopo inchieste, momenti di piazza e assemblee tra lavoratorə e studentə, ci siamo chiestə se ci fosse, e in che modo si concretizzasse, un filo rosso che tiene insieme il lavoro precario svolto negli appalti per garantire il funzionamento dei servizi a noi indispensabili, e la crescente precarizzazione del lavoro di ricerca all’interno del mondo accademico.
Da un lato, la tendenza progressiva alla privatizzazione di servizi fondamentali erogati dalle università ha avuto ricadute importanti, spesso peggiorative, sulle condizioni di lavoro di chi svolge tutte quelle mansioni riproduttive che costituiscono lo scheletro invisibile dell’università. Dall’altro, la proliferazione di assegni di ricerca precari degli ultimi anni e il numero ridotto di posti tenure-track banditi hanno reso sempre più precario il lavoro della stragrande maggioranza dellə ricercatorə universitari.
Consapevoli di star trattando livelli diversi di precarietà e di lavoro non riconosciuto e sottopagato, pensiamo però che sia utile osservare complessivamente le politiche che stanno guidando le nostre Università, e in particolare le nostre Scuole, verso la precarietà e la privatizzazione.
La giornata sarà suddivisa in due momenti di natura differente, che si terranno rispettivamente la mattina e il pomeriggio.
Dalle ore 10:00, ci saranno degli interventi che illustreranno le ricadute di politiche occupazionali come le esternalizzazioni sullə lavoratorə, anche secondo una prospettiva di genere, e le riforme dell’ultimo decennio della ricerca universitaria. Interverranno in particolare Carlotta Cossutta, Federico Del Giudice e Armanda Cetrulo.
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 16:00, ci divideremo in due tavoli di discussione, per permettere un confronto orizzontale tra le diverse componenti delle università, da studentə a lavoratorə e ricercatorə.
Da questo momento di discussione auspichiamo la nascita di una rinnovata riflessione e attivazione che riesca a pensare un modello universitario alternativo capace di valorizzare il lavoro in tutte le sue forme