Il 5 maggio 2023, alle ore 15, dopo 24 ore di presidio permanente in piazza XX settembre, viene firmato l’accordo tra il comitato di sant’ermete, l’Apes e il Comune, sulla base delle dichiarazioni del sindaco Michele Conti. Lo riportiamo per intero.
“Il Sindaco, preso atto della proposta formula da parte del Comitato di San Ermete in ordine al recupero di alcuni alloggi presso il quartiere. Considerato che la proposta è stata presentata da tempo al Soggetto Gestore, dichiara il proprio parere favorevole in ordine alle proposte di autorecupero degli alloggi individuati di comune accordo tra Amministrazione Comunale, Soggetto Gestore Apes e Comitato di Sant’Ermete; Richiede al Soggetto Gestore Apes di procedere entro 7 giorni all’analisi tecnica degli alloggi al fine di individuare in maniera puntale gli alloggi da poter assegnare in autorecupero; invita, altresì, il Soggetto Gestore a definire entro 30 giorni una proposta amministrativa concreta finalizzata alla realizzazione di un primo progetto pilota di autorecupero che parta dal coinvolgimento attivo del Comitato di Sant’Ermete. Infine, autorizza il soggetto gestore a consentire un utilizzo temporaneo dell’alloggio già individuato in via verità 3, all’Associazione di promozione sociale “comunità di Quartiere S. Ermete”, ai sensi dell’articolo 35 della L.R 2/2019.”
I contenuti di questo accordo. Dopo aver letto e condiviso questo testo, all’interno dell’atrio di Palazzo Gambacorti, le famiglie in emergenza abitativa, gli abitanti di sant’ermete e le persone solidali con la nostra battaglia, hanno deciso di lasciare la piazza e di smontare le tende, perchè il risultato è conforme all’obiettivo della protesta che era iniziata il pomeriggio di giovedì 4 maggio, con la manifestazione, i blocchi del ponte di mezzo, ed il presidio notturno con le tende.
Il testo è una vittoria per tre motivi: perchè il soggetto principale, il Comune di Pisa, che non aveva mai risposto, dà ora mandato alla parte gestionale – Apes- di avviare tecnicamente la realizzazione del progetto di autorecupero. Perchè viene riconosciuto che questo progetto di ripopolamento del quartiere, nella parte di abitazioni erp da anni disabitate e senza alcuna destinazione d’uso – vada fatto insieme a chi fino ad oggi ha lavorato concretamente per prendersene cura: (“insieme al comitato di sant’ermete”). E perchè viene immediatamente assegnato uno degli appartamenti già auto-recuperati alla nostra comunità, come base operativa e istruttoria del progetto. Detta più semplicemente: le famiglie e le persone che fino ad oggi si sono prese cura del quartiere hanno avuto la garanzia che queste case saranno abitate, considerando i bisogni e il progetto della comunità di sant’ermete.
L’urgenza di questo accordo. A Sant’ermete, dopo la manifestazione del 16 dicembre scorso, fu fatta la seguente dichiarazione: “le istituzioni avranno tempo fino a maggio per regolarizzare il progetto di autorecupero. Altrimenti lo porteremo avanti da noi.” Dal 16 dicembre la nostra comunità ha svolto 5 assemblee pubbliche, 20 giornate di lavori comunitari negli alloggi custoditi; tre manifestazione pubbliche; e tre incontri con Apes, Comune e Società della Salute. La manifestazione di giovedì 4 maggio è stata convocata in occasione dello stato di agitazione del 15 aprile. Motivo scatenante era l’assenza di risposta da parte del Sindaco sul progetto. Per questo sono state piantate le tende e per questo le abbiamo smontate quando questa risposta, favorevole, è arrivata. L’urgenza di questo risultato sta proprio nell’aver ottenuto il ripopolamento, in tempi brevi, delle case di sant’ermete. In questi anni il quartiere è stato smembrato e degradato dal fallimento del progetto originale di riqualificazione. Attualmente solo un blocco da 39 alloggi è stato costruito ed abitato. Quello da 33 è incompiuto. 5 stecche di alloggi sono murati e degradati, di cui due da demolire e tre da riqualificare col “nuovo masterplan”, ma contenziosi in tribunale, gare di appalto non pubblicate, mancata certezza dei finanziamenti complessivi per sostenere i costi dei lavori, non danno alcuna prospettiva di recupero né di vita nel quartiere. Per questo l’auto-recupero della parte vecchia delle abitazioni, rimasta intatta dalle macerie del fallimento della riqualificazione, è l’unica effettiva e concreta speranza di vita del quartiere sul medio periodo.
Il significato di questo accordo. In questi anni la nostra comunità si è allargata in ogni situazione in cui la difficoltà abitativa è diventata fiducia nell’azione collettiva: presidi contro gli sfratti, incontri coi servizi sociali, discussioni con proprietari di casa. C’è fame di case e c’è fame di riscatto, di non sentirsi più dire “non si può fare niente”, di non sentirsi dire “vattene”, di non sentirsi dire “mi dispiace ma non ti possiamo dare la casa”. 35 famiglie con le tende, con bambine e bambini, anziani, pensionati, giovani coppie, persone lasciate “sole”, universitari. Un magma di vita che da 5 mesi lotta assieme agli storici abitanti di sant’ermete, per avere una casa e averla senza “elemosinare”, ma con l’impegno e solidarietà. L’accordo di ieri non ci dà tutto questo, perché questo ce lo siamo già conquistato, nella pratica. Semplicemente lo ratifica e quindi produce un cambiamento anche sulle norme. Chi non lo sa vedere è perchè vede la politica senza la società; i diritti sulla carta senza la vita delle persone; le regole al di fuori del senso che hanno.
Nella storia di sant’ermete c’è tutto il male della cattiva politica e dell’amministrazione “al ribasso” della cosa pubblica. Ma il nostro quartiere è una immagine in controluce, di quelle che cambiano forma se le muovi: c’è il baratro ma anche la risalita, iniziata dieci anni fa. In questi giorni sono passate centinaia di persone desiderose di un riscatto, di una libertà fatta di diritti e di relazioni vere. E si sono consolidate quelle con i volti e le realtà storiche dai sindacati dell’unione inquilini, i compagni e le compagne di “una città in comune”, fino a Luciano ed Emily de La Cella. Se quasi tutti i candidati sindaco si sono confrontati con la nostra esperienza non è per farsi dei selfie, ma perchè il peso della lotta della nostra periferia è fatto di questioni che non sono più aggirabili.
E adesso? Mercoledì prossimo faremo un’assemblea aperta della comunità. Per coordinare il progetto di autorecupero. Dobbiamo preparare la conferenza del 19 e 20 maggio, per il nostro decimo compleanno, sul futuro delle case popolari. Per affrontare gli altri punti dello stato di agitazione, per coinvolgere gli altri quartieri nella battaglia per la giustizia abitativa e cambiare la gestione dell’edilizia residenziale pubblica, per andare avanti sempre – fino alla fine.
Pisa, 6 maggio 2023.
Comunità di quartiere di Sant’ermete