Il corteo Fermare l’Escalation ha attraversato ieri, 21 ottobre, l’hub militare tra Pisa e Livorno e arrivato al Cisam ha invaso la base militare piantando le bandiere della pace.
Nella stessa giornata anche un corteo a Palermo è andato a indicare le responsabilità del governo e della Leonardo s.p.a. nell’escalation bellica e nell’uso delle risorse per il riarmo anziché per i veri bisogni sociali.
Il concentramento davanti alla Basilica di San Piero a Grado si è riempito di persone arrivate dalla città di Pisa, dalla regione Toscana e delegazioni nazionali arrivate con diversi pullman.
Alla partenza del corteo circa cinque mila sono partitə, sotto la pioggia, verso la base militare di Camp Darby. La marcia è stata accompagnata da moltissimi interventi, tra i primi quello delle realtà per la Palestina e del Kurdistan. Facendo loro lo slogan del movimento no base “Le guerre non scoppiano, si preparano” lə palestinesə hanno portato la rabbia per la violenza e il tentativo di genocidio in corso a Gaza da parte dello stato sionista, con la complicità dei nostri governi. La comunità kurda ha denunciato i bombardamenti e gli attacchi costanti che la Turchia fa in Rojava (Siria del nord est), dove da più di dieci anni la popolazione si organizza nel confederalismo democratico e ha sconfitto l’ISIS, nel Kurdistan iracheno e la repressione interna alla Turchia stessa.
Il corteo è proseguito con l’intervento di NON UNA DI MENO che ha ribadito la funzione patriarcale della guerra e il suo legame con la violenza di genere, esprimendo sorellanza con tutte le popolazioni colpite dalle guerre.
Sono poi intervenute diverse realtà ecologiste: Per il clima fuori dal fossile, realtà toscane, Lega ambiente. Il filo rosso che lega guerra e colonialismo estrattivista è sempre più chiaro: petrolio, gas, grandi opere che attraversano i continenti per distruggere l’ambiente e continuare a peggiorare il cambiamento climatico. In Toscana questo si vede chiaramente nella Valdera, avvelenata da discariche e inquinamento, nelle Alpi Apuane e anche a Pisa. L’area ex-CISAM, in cui vorrebbero costruire la base prima pensata per Coltano, ospita un reattore nucleare che dovrebbe essere bonificato da decenni. Il nuovo progetto di base prevede inoltre l’abbattimento di migliaia di alberi del parco naturale di San Rossore – sia CISAM che Camp Darby sono nel territorio del Parco.
Sono poi intervenute le realtà sociali della lotta per la casa, ribadendo la necessità di un uso diverso delle risorse: non miliardi per le spese militari ma per combattere l’emergenza abitativa e per case, scuole, sanità.
Prima dell’arrivo a Camp Darby sono intervenute realtà del mondo del lavoro, tra cui GKN e Mondo Convergenza. Da Campi Bisenzio la lotta contro i licenziamenti da una parte e per il riconoscimento di un giusto contratto di lavoro e la fine di un regime di caporalato dall’altra ha espresso l’impegno contro la guerra, garanzia delle attuali condizioni di lavoro e del sistema globale che le regge. Sono intervenute anche l’Unione Sindacale di Base e Potere al Popolo.
Arrivando a Camp Darby è intervenuto Ciccio Auletta di Una città in Comune e poi il coordinamento antimilitarista livornese. Davanti alla Base USA è stata attaccata una grande bandiera della pace sulle reti e appoggiati dei peluche a lutto per le migliaia di morti a Gaza e nelle guerre in corso. In questo momento di contestazione il Movimento No Base a ribadito l’obiettivo di impedire la costruzione di una nuova militare al CISAM e di liberare il Parco dalla militarizzazione e dalla guerra. Successivamente è intervenuta Nicoletta Dosio per il movimento No Tav portando il sostegno della decennale lotta e l’urgenza di una mobilitazione sempre più impegnata. Anche Un Ponte per… e la Rete Pace e Disarmo ha portato il suo impegno contro le guerre e il suo sostegno alla lotta No Base.
Il Partito Rifondazione Comunista è intervenuto mentre il corteo riprendeva determinato la sua marcia sotto la pioggia, ritornando verso il CISAM.
In questo percorso sono intervenutə lə studentə, le realtà del nord est, l’osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, il Collettivo dei portuali di Genova, il Climate Social Camp e altre realtà ecologiste.
Tornando alla Basilica il corteo non si è fermato, proseguendo verso le reti del CISAM. Centinaia di persone, accompagnate dal sole appena spuntato dalle nuvole, hanno raggiunto le reti e aperto un varco di decine di metri. Entrate dentro il CISAM hanno piantato diverse bandiere della pace a mostrare come un azione pacifista oggi debba assumersi la responsabilità e l’urgenza di essere incisiva e concreta.
La guerra si prepara e parte dai nostri territori, fermare la costruzione di una nuova base militare è un atto politico pacifista. Mentre veniva portata avanti questa azione qualche decina di manifestanti è rimasta a sostenere con musica, cori e interventi.
Al ritorno delle persone dal CISAM la manifestazione si è salutata, rilanciando sul futuro prossimo di lotta e mobilitazione!
Oltre a Palermo e Pisa anche a Ghedi una manifestazione si è diretta all’aeroporto militare conto la guerra.