Nel quartiere Sant’Ermete, un corteo composto da cento persone, metà delle quali bambine e bambini, ha trasformato la notte di Halloween in un’occasione di protesta e divertimento.
Dai “Palazzi dell’orrore”, non solo per scherzo, sono sbucati zombie, mendicanti, streghe, e altro ancora, per il classico gioco del “Dolcetto o scherzetto,” rivolto ai vicini di casa. Ma dietro il divertimento c’è un profondo senso di appartenenza e il desiderio di riscatto.
La strada è diventata un palcoscenico di protesta, dove i residenti del quartiere hanno espresso con creatività la loro situazione. Questo evento dimostra la spietata evidenza delle differenze tra le promesse delle istituzioni e la realtà della vita quotidiana. Fumogeni, carri addobbati e piovre tentacolari hanno riempito di colore il grigio di Sant’Ermete, trasformando la festa in una protesta.
La realtà del quartiere è dura. Il martedì precedente, un crollo di materiale edile dalla parete dei palazzi nuovi ha evidenziato le condizioni pericolose in cui vivono gli abitanti. Questo episodio è solo l’ultimo atto di una tragedia che dura da quindici anni. Gli abitanti delle case popolari sono stati ingannati e danneggiati, poiché le promesse di sistemare l’intero quartiere sono rimaste non mantenute. Le risorse sono state sottratte per milioni di euro, i lavori sono lentamente avanzati, e l’unico palazzo costruito ha presentato da subito numerosi problemi.
Il quartiere di Sant’Ermete sembra essere stato abbandonato, con edifici in rovina e inquilini che attendono disperatamente abitazioni dignitose. Non ci sono servizi adeguati, né spazi attrezzati per bambini e anziani. Gli abitanti hanno dovuto lottare per ottenere anche il minimo, come cassonetti condominiali e manutenzioni.
Tuttavia, la comunità non si arrende.
La lotta di Sant’Ermete rappresenta un esempio di determinazione e unità nella richiesta di giustizia e condizioni di vita dignitose, ma anche di autogestione e socialità laddovè vorrebero costruire un deserto.