Venerdì 11 dicembre si è tenuta presso il Circolo I Passi la prima assemblea fondativa del neonato Comitato di quartiere che vigilerà sulla questione della realizzazione della nuova tangenziale nord-est e sul PIU (progetto di innovazione urbana) proposto dal comune di Pisa.
La tangenziale dovrebbe collegare l’uscita autostradale di Migliarino con Cisanello zona ospedale e questa tratta stradale di 14 chilometri costerà più di 70 milioni di euro!
Questa nuova strada passerà proprio vicino al quartiere e aggirerà tutta la zona di Porta a Lucca. Parallelamente a questo progetto che ancora non è ben definito chi lo finanzierà (se il comune o la regione) l’amministrazione comunale ha deciso di presentare un bando di partecipazione per ottenere i fondi necessari (quelli previsti sono tra i 12 e i 14 milioni) per realizzare opere di innovamento nel quartiere come la costruzione di nuove strutture sportive, piazze, alloggi condivisi da anziani e giovani.
Tanti progetti in cantiere ma che non hanno soddisfatto i bisogni degli abitanti del quartiere per diversi motivi: il primo è che questi progetti sono stati decisi dall’alto senza minimamente consultare chi nel quartiere ci vive. Il secondo è l’abbandono decennale delle istituzioni a riguardo di questa zona periferica di città: infatti da molto tempo il quartiere è abbandonato a sé stesso. Il problema principale è legato al passaggio a livello che rimane chiuso 14 ore su 24 e che determina lunghe file al traffico, smog e ghettizzazione del quartiere. A causa di tutto ciò sono diverse le attività commerciali che in questi ultimi anni hanno dovuto chiudere definitivamente le saracinesche dei propri negozi. I proprietari delle piccole botteghe rimaste nella zona sono stati i primi promotori della nascita del Comitato che alla prima occasione utile, ovvero lo scorso 14 dicembre ha voluto “accogliere” il sindaco Filippeschi e l’assessore alla casa e all’urbanistica Zambito che avevano programmato la presentazione del progetto.
L’incontro avvenuto presso la sede della cgil in via Cuomo, ha visto la partecipazione di più di cento persone. Situazione analoga al Cep e a Sant’Ermete dove qualche anno fa volarono sedie e fu distrutto il plastico dei progetti dagli abitanti di questi quartieri popolari.
Stessa modalità e stesse facce: le istituzioni pisane presentano i loro progetti milionari con degli schemini fatti al computer provando ad inculcare agli abitanti dei quartieri che queste opere portino benefici per tutti. Ma come si è già verificato nelle altre zone popolari questi progetti portano soltanto speculazione e abbattono quei residui di spazi di socialità come nel caso dei campini storici del Cep dove al loro posto furono costruiti due palazzi o come in Sant’Ermete dove il progetto di riqualificazione non è mai iniziato.
Le promesse fatte vengono subito disattese da tantissime persone presenti all’incontro: il Comitato di quartiere ha letto un documento scritto che contestava parte del progetto e elencava tutte le problematiche che non saranno risolte con questo eventuale progetto. Molte persone si sono alzate e sono uscite fuori per non stare a sentire le baggianate del sindaco che come al solito se n’è andato via (scortato da digos e vigili urbani) prima della fine dell’incontro quando si è accorto che l’aria che si respirava dentro la saletta non era delle migliori.
Ogni volta che esponenti politici si presentano nei quartieri si ripete il solito teatrino: vengono fatte promesse, si accenna alle condizioni degli abitanti e si illustrano i progetti ma è evidente quanto ormai la distanza tra cittadini e istituzioni è incolmabile. Questo vuoto politico non è più riconciliabile né riempito da qualcuno se non dagli stessi cittadini che da qualche anno iniziano ad organizzarsi autonomamente per far rispettare i propri diritti e per non farsi più prendere in giro.
Quello che è accaduto a I Passi in queste settimane conferma che gli abitanti dei quartieri popolari non stanno più a guardare ciò che viene deciso nelle sale di Palazzo Gambacorti ma iniziano a reclamare diritti e ad opporsi, se necessario, ad opere inutili per la popolazione ed alle speculazioni utili solo alle tasche dei soliti noti.