Riprendiamo da nobasecoltano.org il comunicato conclusivo dell’inaugurazione del presidio NoBase di Pace ai Tre Pini. Nell’articolo troverete anche tante foto!
A due anni dal grande corteo nazionale a Coltano la mobilitazione contro la costruzione di un’ennesima base militare nel territorio pisano livornese continua.
Il cambio di progetti, programmi, fondi e responsabilità non ha fiaccato la popolazione, le associazioni, i comitati e i gruppi che animano il movimento.
Crediamo che alla luce della crisi sociale ed umanitaria in corsi nel mondo i Tre Pini possano rappresentare un concreto baluardo alla difesa dell’espansione militarista che pervade la nostra società. Nessuna base per nessuna guerra è sempre stato il nostro motto.
La giornata si è aperta con una forte connessione con lə studenti per la Palestina, accampati all’Università, che hanno attraversato la città in bici per raggiungere i Tre Pini. Il messaggio lanciato è chiaro “Non saremo menti per le vostre guerre”.
Nel corso della giornata abbiamo costruito aquiloni con lə bimbə con Arciragazzi, passeggiate esplorative nella natura di San Piero e una tavola rotonda in cui abbiamo ripreso i fili del nostro no alla base militare e delle prospettive che invece vogliamo costruire per i nostri territori. Sono stati molti gli interventi tra cui il professor Giorgio Gallo, il Comitato per la difesa degli alberi di Pisa, l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e i punti no base toscani e interventi di ricapitolazione della situazione lavorativa, economica e sociale in cui si inserisce il progetto della base.
Secondo le ultime fonti i fondi per la base verranno sottratti all’edilizia pubblica, sotto il Ministero Infrastrutture e Trasporti invece che quello della Difesa. Oggi le priorità continuano ad essere scuole, ospedali, edilizia popolare e di contrasto alla violenza di genere. Da anni denunciamo trasparenza che continua a connotare lo sviluppo di questo inutile e dannoso progetto, visto che ad oggi nulla a parte i 65mila euro spesi per lo studio di prefattibilità, ovvero quelle slide prodotte da Integra AES, prive di contenuto sostanziale che hanno portato alla chiusura della farsa del tavolo interistituzionale.
Sempre al centro è la responsabilità dell’ente Parco, e del suo presidente Bani, nell’aver autorizzato e auspicato il progetto di base nonostante vada a deforestare e cementificare l’interno del Parco di San Rossore.
Il presidio no base di pace continuerà a vivere il territorio e animare i prossimi mesi di attività, iniziative e lotte.