Manifestazione a Pontedera, 26 ottobre 2024: “Valdera pattumiera della toscana? Noi non ci stiamo!”

Il 26 ottobre a Pontedera alle ore 15.30, davanti al Comune (Corso Matteotti), ci sarà il ritrovo per la manifestazione regionale promossa da diverse realtà territoriali (zero waste Italy, No valdera avvelenata, assemblea permanente no keu, Movimento no base, ) per “difendere salute, territori ed ecosistemi dall’inquinamento, dall’espropriazione e dalla svendita del bene comune”. Un momento decisivo per rivendicare “un ambiente di vita sano, senza keu, amianto, inceneritori, ossicombustori . Da Pisa, il Movimento No Base pubblicizza un ritrovo pubblico alla Stazione di Pisa alle 14, per raggiungere insieme il concentramento del corteo in treno.

Di seguito l’Appello base per la costruzione collettiva della manifestazione regionale del 26 Ottobre 2024 – Pontedera:

Da anni siamo impegnate/i a difendere la nostra salute insieme a quella dell’ambiente di vita nei territori della Toscana aggrediti da inquinamenti e impoverimenti, attuando dal basso quanto sancito dalla Costituzione repubblicana: “La Repubblica… tutela il paesaggio… l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni…” (art. 9) promuovendo “il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art. 3) “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…” (art. 32).|

Vogliamo difendere tutti i territori da una vera e propria servitù militare’ e ambientale che si manifesta concretamente nella subalternità a leggi di mercato orientate verso una produzione energivora, nociva, distruttrice di beni fondamentali, subalterna ai falsi imperativi dell’economia lineare.

Questo il senso e il fine delle lotte e delle proposte concrete che portiamo avanti:

  • contro la distruzione e l’inquinamento dell’acqua bene primario e la privatizzazione della sua gestione e contro il progetto della Multiutility Toscana SpA quale strumento per finanziare impianti grandi, energivori e costosi, oltre che nocivi, nel campo della gestione dei rifiuti, del gas e del sistema idrico, ora anche con la scellerata ipotesi della quotazione in borsa che amplia la svendita di beni fondamentali appartenenti alla collettività, contro il progetto della nuova base militare di Pisa, nell’area ex Cisam all’interno del parco naturale di San Rossore e a Pontedera presso la ex tenuta Isabella, che devasterà 140 ettari di territorio con una spesa di oltre mezzo miliardo di euro;
  • in difesa dell’ecosistema metropolitano Firenze-Prato-Pistoia, delle sue relazioni e dei suoi spazi aperti agrari e naturalistici e per il parco agroecologico della piana; un ecosistema aggredito e impoverito da colate di espansioni edificatorie e di rendite fondiarie, e dal devastante progetto del nuovo aeroporto che aggrava lo stato dell’ambiente e, invece di risolverli, i problemi per gli abitanti nell’area dell’attuale aeroporto, peraltro fuori norma per la sicurezza e gli inquinamenti acustici;
  • per fermare la devastazione delle Alpi Apuane che in nome del profitto sta modificando la naturale morfologia montana e distruggendo la biodiversità di un parco naturale; così come delle altre montagne della regione – area lucchese, pistoiese, Mugello, Pratomagno – aggredite da trasformazioni che minano le ultime frontiere di biodiversità;
  • per eliminare l’utilizzo dei rifiuti per produrre energia o combustibili/carburanti – inceneritori, gassificatori con le tante vittorie contro l’incenerimento e il blocco del progettato gassificatore di Empoli; per fermare l’ampliamento delle discariche di Legoli e Pontedera e l’ingiustificata proliferazione di digestori dei rifiuti organici originata dal sistema “drogante” degli incentivi;
  • per fermare la combustione dei fanghi industriali e civili che ha tra l’altro generato il disastro del keu legato all’industria conciaria e alle sostanze nocive incorporate (aniline, cromo esavalente etc.):
  • per arrestare la diffusione nelle acque e nel cibo dei PFAS, che si configura come un vero e proprio ecocidio.

Perché una manifestazione in Valdera

La Valdera è un simbolo, negativo, che rappresenta i disastri della regione, è l’espropriazione e la svendita , di un territorio, una bioregione se non fosse cosi disastrata, per la inadeguatezza dei governi della Toscana centrale, in particolare, le amministrazioni di Firenze e di Pistoia, a gestire i propri rifiuti in termini di riduzione, raccolte differenziate, che sono ben al di sotto delle quote fissate dalle norme, riutilizzo e riciclaggio, Comuni che hanno inviato e vorrebbero aumentare la quantità di rifiuti da inviare alla discarica di Legoli della Belvedere SpA.

La Valdera, su un’area che rappresenta il 2% della Toscana, smaltisce oltre il 50% dei rifiuti della regione e continua ad essere al centro di progetti di nuovi impianti di smaltimento, non ultimo la trovata di mettere in sicurezza la discarica della Grillaia di Chianni con enormi quantitativi di amianto.

E sacrosanto che le/gli abitanti della Valdera dicano: “Basta consumo di suolo, basta rifiuti, basta ampliamento delle discariche”. In più, la Belvedere e la Regione Toscana vorrebbero costruire nell’area della discarica di Legoli un “ossicombustore”, una tecnologia non matura, non provata e che ha dato pessima prova di sé in termini di sicurezza e costi nell’impianto sperimentale di Gioia del Colle in Puglia e che tuttavia per il piano regionale appare come una soluzione ottimale ed all’avanguardia.

Quanto sta avvenendo in Valdera è un vulnus della democrazia, il territorio e gli abitanti devono subire diseguaglianze oscene per le inadempienze dell’Ato Centro e della città ‘capitale:Per questo la Valdera non è questione locale ma interesse generale dell’intera re-gione, dei suoi abitanti, delle e degli attiviste/i.

E una battaglia campale, qui ed ora.

Per questo apriamo la Valdera non ai rifiuti, ma alle intelligenze ai saperi, alla passione civile, alla potenza delle lotte di tutte e di tutti, per la salvaguardia dei ter-ritori, per dire no alla guerra economica ed ecologica e alla militarizzazione dei territori con la progettata base di Pisa/Pontedera che occupa territorio e allude a interventi su teatri di guerra. Noi non vogliamo la guerra contro la natura e tra gli esseri umani.
Costruiamo insieme la manifestazione del 26 ottobre 2024 e le proposte del ‘conflitto progettuale” nel campo del residui/rifiuti.

Come uscirne? Le nostre proposte

Occorre fermare le industrie che inquinano utilizzando anche soldi pubblici, uscire dall’industria sporca e dall’economia lineare, per produzioni ecologiche basate sui cicli biochimici, riduzione dei rifiuti, riutilizzo, riciclaggio, raccolte differenziate all’80%: ciò che non si può riutilizzare e incorpora sostanze nocive, non deve essere prodotto, come indica lo schema di Piano di gestione dei rifiuti circolare redatto da Rifiuti Zero e da molte associazioni e comitati.
In questo quadro l’alleanza Comunità territoriali – Comuni (in particolare i 50 comuni toscani Rifiuti Zero) è fondamentale. I Comuni, che sono enti esponenziali (dove la base sono le/gli abitanti), sono garanti del territorio della Valdera e degli altri territori della regione, contro distruzioni, manipolazione degli ecosistemi, violenze e diseguaglianze. Purtroppo, ad oggi, molti sindaci sposano questi progetti di devastazione territoriale e militarizzazione, in accordo con il governo regionale e con quello nazionale. Noi chiediamo invece un deciso cambio di direzione dalle istituzioni, che dovrebbero tutelare salute e benessere dei cittadini.
Per l’ecosistema Valdera va avviata una bonifica ambientale e territoriale, altro che inviare rifiuti o collocare impianti farlocchi e dannosi. D’altro canto, la legge regionale sul Governo del territorio (65/2014) pone e chiede di rispettare una questione fondamentale: la riproduzione del patrimonio territoriale; perché ciò possa avvenire è richiesta la garanzia di esistenza del patrimonio territoriale: una questione cui sono obbligati abitanti-comunità e Comuni.

*Art. 3 – Patrimonio territoriale. 1. La Regione promuove e garantisce la riproduzione del patrimonio territoriale in quanto bene comune costitutivo dell’identità collettiva regionale… Per patrimonio territoriale si intende l’insieme delle strutture di lunga durata prodotte dalla coevolu-zione fra ambiente naturale e insediamenti umani, di cui è riconosciuto il valore per le generazioni presenti e futu-re. Il riconoscimento di tale valore richiede la garanzia di esistenza del patrimonio territoriale quale risorsa per la produzione di ricchezza per la comunità”.

Impossibile per i Comuni e per i sindaci abdicare a questa finalità e a questi obblighi.

Il 18 agosto è entrata in vigore una deliberazione UE con valore di legge “Regolamento UE 2024/1991 sul ripristino della natura”, che impone di invertire la costante e cumulativa perdita di ambiti importanti in termini di biodiversità compresi gli ecosistemi ad elevata integrità ecologica, rispettando i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali. Fondamentali il ripristino dei suoli, e degli ecosistemi urbani a partire dalle fasce di transizione tra edificato e spazi aperti/rurali.
Una legge che vieta molte delle trasformazioni che si ordiscono in questo nostro tempo per la Valdera e per altri territori della Toscana.

  •   Bonificare la Valdera, pensando alla prossima chiusura delle discariche e alla loro gestione post chiusura; immediate e reali bonifiche nei 4 SIN toscani.
  •   Cambiare il piano regionale di gestione rifiuti e la sua attuale impostazione: con una modalità stupefacente, la Regione Toscana rinuncia di fatto al ruolo di pianificazione, delegando alle aziende private la scelta degli impianti e la loro localizzazione. Vogliamo restituire alle istituzioni pubbliche la definizione di un piano senza impianti di combustione con la riduzione, il riutilizzo, il riciclaggio e il diritto alla riparazione seguendo le indicazioni contenute nella “Proposta di Piano per una Toscana Rifiuti Zero* secondo una logica rigenerativa, di bacino e di distretti industriali del riutilizzo e della riparazione.
  •   Chiudere gli inceneritori del Picchianti (Livorno) e di Montale (Pistoia) dei quali la Regione aveva previsto la chiusura nel 2023. Fissare una data certa, non oltre il 2026, per la chiusura degli inceneritori di San Zeno (Arezzo) e di Poggibonsi (Siena).
  •   Bloccare i procedimenti di VAS e di VIA con continue richieste di adeguamenti e riscritture, in un continuo patteggiamento ed adeguamento ai voleri delle società proponenti, come ad esempio l’ampliamento della discarica di Belvedere spa. VAS e VIA non sono revisioni per esami universitari:
  • se non vanno bene, i progetti vanno archiviati.