Ieri, in data 29 ottobre, si è tenuta una nuova udienza del processo per gli abusi commessi nella struttura della Stella Maris a Montalto di Fauglia, in cui sono stati ascoltatə lə testimoni della difesa. La vicenda giudiziaria va avanti dal 2016 con lentezza, nonostante la gravità di fatti che contano in pochi mesi di videosorveglianza e intercettazioni più di 280 episodi di violenza, ignorati o tollerati dalla direzione delle strutture.
Nel corso di questi anni un ragazzo, Mattia, ha perso la vita per soffocamento nel 2018, dovuto probabilmente all’eccesso di psicofarmaci ricevuti. Su questa ulteriore violenza è in corso un processo, concluso in I grado e rinviato in Appello, che avrà la prossima udienza nel novembre 2025 e in cui ancora non è stata riconosciuta la responsabilità del personale sanitario.
Un partecipato presidio, che ha visto la presenza di attivistə del Collettivo Antipsichiatrico Artaud, del Coordinamento Regionale Toscano Salute Ambiente Sanità e del Comitato Sanità Pubblica Versilia-Massa Carrara, insieme a cittadinə e a familiari delləpazienti maltrattatə, ha accompagnato nel piazzale del Tribunale tutta la seduta, durata dalla mattina alle 15.30 del pomeriggio.
Nel corso dell’udienza sono statə ascoltatə quattro operatrici e un medico neuropsichiatra responsabile della struttura, a favore dellə imputatə: nel corso di queste testimonianze, le famiglie dellə pazienti sono state costrette ad assistere alla negazione delle violenze o alla loro legittimazione come “necessità” per contenere pazienti “esuberanti”, o ancora come forme di “scherzo” nei loro confronti. Tali sono stati qualificati comportamenti come insulti, strizzate di capezzoli, schiaffi e sgambetti, in alcune testimonianze definiti come comportamenti di carattere “educativo” rispetto allə pazienti.
Ancora una volta si è assistito in sede di Tribunale alla colpevolizzazione di chi ha subito violenza, tacciatə tutta la seduta di essere responsabile di manifestare ostilità e pericolo per lə operatorə e medici, tale da legittimare l’uso di forme di coercizione come il tappeto contenitivo e maltrattamenti. Queste misure, che hanno per anni costituito un abuso nei confronti delle persone ricoverate nella struttura, sono state giustificate con la volontà di normalizzare questo tipo di pratiche.
Altrettanto grave è stata l’ammissione da parte di alcune operatrici di aver ricevuto richiami disciplinari e sospensioni per aver assistito ad episodi di questo tipo senza essere intervenute.
La prossima udienza si terrà il 10 dicembre, con l’ascolto di altri dieci testimoni, e sarà nuovamente accompagnata dal presidio delle associazioni, delle famiglie e dellə solidali. La lotta per pretendere verità e giustizia sugli abusi alla Stella Maris non si ferma!