GIORNATA DI MOBILITAZIONE STUDENTESCA E CITTADINA A PISA A UN ANNO DALLO SCIOPERO PER LA PALESTINA E DAGLI SCONTRI DEL 23 FEBBRAIO 2024

Riportiamo di seguito l’appello di convocazione della giornata di mobilitazione per la Palestina e contro le politiche repressive del governo, promossa da molteplici realtà politiche cittadine per sabato 22 febbraio 2025. 

La giornata si articolerà con il seguente programma:

Ore 9 Piazza Guerrazzi concentramento e corteo studentesco

Ore 13 Pranzo sociale in Piazza XX Settembre

Ore 14.30 Piazza XX Settembre concentramento e corteo per raggiungere Piazza dei Cavalieri

23 febbraio 2024 – 23 febbraio 2025 a un anno dal pestaggio degli studenti pisani

Appello per una mobilitazione cittadina contro la repressione del governo, al fianco del popolo palestinese, contro le complicità tra Italia e Israele.

Il 27 febbraio 2024, nelle commissioni della Camera, iniziava la discussione sul disegno di legge 1660 a firma Piantedosi-Nordio-Crosetto.

Quattro giorni prima, a Pisa, il nuovo provvedimento repressivo trovava una sua applicazione ante-litteram con il pestaggio da parte delle forze dell’ordine in Via San Frediano, ai danni di studenti e studentesse che manifestavano contro il genocidio del popolo palestinese e in sostegno alla sua resistenza contro Israele.

Il bilancio di quelle cariche fu di 18 feriti tra gli/le manifestanti, di cui 10 minorenni.

Si innescò una forte ed immediata mobilitazione di massa che riempì le piazze del centro della città, durante le quali, a dispetto di chi aveva provato a rimuoverle, vennero evidenziate le ragioni di fondo della solidarietà studentesca verso il popolo palestinese, motivo del brutale pestaggio.

Vennero rivendicate le dimissioni dell’allora questore, dei dirigenti della PS in piazza e l’introduzione dei codici identificativi sulle divise dei poliziotti, così come le dimissioni dagli incarichi nella rappresentanza del consiglio comunale di chi, come Ziello, aveva da subito criminalizzato gli/le studenti/esse, auspicando “daspo e denunce” contro di loro.

Dopo una prima “operazione di facciata”, non nuova negli apparati repressivi del nostro paese, che ha visto la sostituzione del questore Salvo e poi l’apertura di indagini su 13 poliziotti (di cui 3 funzionari), la procura ha inviato altrettanti 13 avvisi di garanzia agli/alle studenti/esse solidali con la Palestina.

Ad un anno di distanza da quei fatti la discussione sul DDL 1660 ha continuato il suo iter parlamentare, pronto per essere approvato anche in Senato.

I governi, di fronte alle mobilitazioni per la Palestina e contro la crisi sociale che si riversa sulla vita dei ceti popolari, rispondono con la repressione per far tacere qualsiasi dissenso contro guerre e genocidio, che si riproducono anche grazie alla cooperazione scientifica tra Italia e Israele e tramite il più ampio trasferimento tecnologico delle Università e dei Centri di Ricerca all’industria bellica, che continua ad esportare armi al governo israeliano.

La recente umiliazione subita dalle attiviste costrette a denudarsi nella questura di Brescia durante un’identificazione seguita ad una manifestazione contro la Leonardo è solo l’ultima evidenza di come la repressione del Governo sia indirizzata verso chi si oppone alla guerra. Vediamo infatti come venga, al contrario, consentito ai criminali di guerra come Netanyahu, Primo ministro di Israele, su cui spicca un mandato di cattura internazionale, di essere “accolto in Italia quando lo riterrà opportuno”, come dichiarato dal ministro degli esteri Tajani, così come abbiamo assistito alla liberazione del “generale” libico Najeem Osema Almasri Habish, torturatore di migranti e arrestato su mandato della Corte dell’Aja, riportato in Libia con un Falcon dell’Aeronautica militare italiana.

Durissimi contro i ceti popolari e chi lotta per i diritti, solidali con i criminali di guerra!

Il DDL 1660 prevede nuovi reati, circostanze aggravanti ed estensione di pene già esistenti, attaccando precisi soggetti e categorie sociali come chi lotta per la casa, lavoratori e lavoratrici che scioperano e bloccano le strade, i cosiddetti “eco-vandali”, i senzatetto, gli/le attivisti/e sociali, rom e sinti, immigrati/e, detenuti/e nelle carceri e nei CPR e chiunque non si adegui al modello di città-vetrina e “decoro urbano”.

Anziché destinare investimenti pubblici al sostegno delle categorie sociali più deboli, il Governo Meloni sceglie ancora una volta di reprimerle, isolarle ed espellerle dalle città, individuando Zone Rosse – in partenariato con le amministrazioni locali come la Giunta Conti – in cui le forze dell’ordine e i militari hanno potere di sgomberare, arbitrariamente, soggetti o gruppi ritenuti “pericolosi”.

Siamo di fronte a disposizioni che configurano un vero e proprio stato di polizia, che lede i fondamenti del diritto costituzionale, sia per i privilegi e le coperture che offre a chi indossa una divisa, sia perché lega l’introduzione dei nuovi reati direttamente al disagio sociale, aumentando le pene per diverse forme di protesta.

La dura repressione delle recenti manifestazioni di sdegno per la morte di Ramy Elgaml, il ragazzo di 19 anni ucciso dai carabinieri lo scorso 24 novembre, è stata occasione per le forze di governo di accelerare l’approvazione del DDL, mentre la falsa opposizione chiede più fondi per l’assunzione di altri agenti delle forze dell’ordine, in un paese che si caratterizza in Europa per la maggior percentuale di agenti di polizia rispetto al numero di abitanti.

Per tutte queste ragioni facciamo appello per costruire una giornata importante, unitaria e coordinata il 22 Febbraio 2025, che vedrà una mobilitazione studentesca la mattina e una mobilitazione cittadina nel pomeriggio contro il Governo Meloni e lo “Stato di polizia” che vorrebbe introdurre con il nuovo DDL Sicurezza.

Per

– l’annullamento di qualsiasi procedimento investigativo e penale ai danni degli studenti e studentesse manganellati/e il 23-02-24.

– le dimissioni dei dirigenti di piazza che ne hanno ordinato le cariche

– la rimozione delle Zone Rosse e delle ordinanze “anti-degrado” a Pisa

– l’introduzione dei codici identificativi sulle divise delle forze dell’ordine

– il ritiro e la cestinatura del DDL Sicurezza 1660 prima del voto al Senato

– la rottura di ogni complicità tra Italia e Israele

Per costruire insieme la mobilitazione proponiamo di incontrarci in un’ assemblea cittadina Sabato 15 Febbraio in Piazza XX Settembre alle 17.30.

Promuovo:

Cambiare Rotta, Organizzazione Giovanile Comunista – Cantiere San Bernardo – Circolo Agorà – COBAS

Collettivo Buonarroti – Collettivo Dini – Collettivo Galilei – Collettivo Russoli

Collettivo Universitario Autonomo Pisa – Comunità Palestinese di Pisa – CUB

Coordinamento per il boicottaggio di Israele Pisa – EigenLab – Extinction Rebellion -La Rossa Lari – Movimento No Base né Coltano né altrove – Potere al Popolo – Rete dei Comunisti – Rifondazione Comunista-Ripigliamoci Pisa – Rete Ricerca e Università per la Palestina – Una Città in Comune – Unione Inquilini – USB

Per aderire firma l’appello o contattaci alla mail 23febbraionorepressione@gmail.com

Al link si può firmare la petizione per sottoscrivere le rivendicazioni della giornata: https://chng.it/LGBXVdvRr4