Terminata l’ultima proroga sono di nuovo ricominciati gli accessi degli ufficiali giudiziari e i picchetti per impedire gli sfratti. La determinazione delle famiglie in emergenza abitativa, però, sta iniziando a produrre i primi risultati con largo anticipo rispetto alla burocrazia e al disinteresse delle istituzioni. Infatti al momento sono circa una decina le famiglie che a partire dai picchetti anti-sfratto sono riuscite a intavolare una trattativa col proprietario di casa per la riduzione dell’affitto. La realtà è sotto gli occhi di tutti: a Pisa i prezzi dei canoni di affitto sono spropositati, in relazione sia al valore e alle condizioni degli immobili, sia alle possibilità economiche degli affittuari. L’ultima graduatoria delle case popolari ha visto escluse centinaia di famiglie in difficoltà, e anche quelle con un buon punteggio devono fare i conti con lunghe attese e ritardi nelle assegnazioni.
Per questo molte famiglie in emergenza hanno scelto di lottare per ottenere l’affitto sociale. Un primo strumento sono i bandi per la morosità: fondi regionali o nazionali stanziati per coprire parte della morosità in cambio della rinuncia allo sfratto e della stipula di un nuovo contratto. Sul nuovo canone di affitto, però, gli affittuari hanno fatto sentire la loro voce: nei confronti dei proprietari, perché venissero presi in considerazione i parametri dell’affitto concordato, nell’ottica di abbassare l’affitto; e nei confronti dei servizi sociali, perché venissero stanziati contributi adeguati a integrare le possibilità economiche delle famiglie.
Trattative spesso lunghe e impegnative, dove i più restii si sono dimostrati essere i grandi palazzinari multi-proprietari, evidentemente abituati a una rendita senza limiti. Alla fine comunque molti tentativi sono giunti a buon esito, e altri si stanno ancora sviluppando: un esempio è il caso di Renzo che dopo aver versato per un decennio un affitto di 800 euro mensili al suo proprietario, si è trovato in condizioni di non poter più pagare. Adesso sta lottando per avere un affitto di 350 euro, di cui 200 pagati dai servizi sociali.
La campagna per l’affitto sociale è stata presentata ieri con una conferenza stampa; è emerso come la riuscita delle prime trattative possa rappresentare un ottimo precedente per estendere questa pratica alle centinaia di famiglie che in questo momento si trovano in difficoltà economica.