La Rete Pisa Solidale organizza un incontro all’Esselunga di Cisanello, martedi 18 maggio ore 17.30
Pubblichiamo di seguito il testo di invito all’incontro tra consumatori e clienti del supermercato organizzato dalla Rete Pisa Solidale.
La Rete Pisa Solidale è una piattaforma di condivisione che organizza attività sociali per superare le difficoltà causate dalla crisi economica e da un sistema ingiusto. Da sei mesi recuperiamo cibo e beni di prima necessità attraverso donazioni da parte dei cittadini che abitano a Pisa grazie alla solidarietà di negozianti locali e imprese agricole del territorio. Ogni 3 settimane distribuiamo cassette alimentari a circa 600 persone. I nostri legami sono attivati dalla solidarietà e dalla volontà di non cedere all’indifferenza e alla solitudine: facciamo turni di raccolta, ci incontriamo con produttori agricoli, coltiviamo orti comunitari, socializziamo vestiario ed altri beni fondamentali per adulti e bambini.
Siamo una rete di solidarietà tra persone che vivono situazioni diverse ma tenute insieme dalla voglia di cambiare questo sistema che penalizza la vita di molti.
Ogni settimana chiediamo ai clienti dei supermercati di contribuire con donazioni alimentari per sostenere tutte quelle persone in difficoltà a causa dell’aumento dei costi della vita (bollette, affitti, tasse, stipendi miseri, mancanza di sussidi).
Adesso però vogliamo discutere al supermercato perchè sappiamo che la Grande Distribuzione Ordanizzata sta moltiplicando i guadagni grazie alla crisi, e mentre molti sono costretti a chiudere, loro non stanno facendo la loro parte per andare incontro ai bisogni delle persone. Non siamo tutti sulla stessa barca e chi ha avuto introiti miliardari durante la crisi è giusto che contribuisca a favore dei molti.
Il 18 maggio, si svolgerà lo sciopero dei braccianti. Riteniamo ingiusto lo sfruttamento disumano nei loro confronti. I prodotti che troviamo sugli scaffali dei supermercati provengono dalle campagne soprattutto del sud Italia. In questi territori vige la legge dello sfruttamento totale dei lavoratori contadini, i quali per una paga indegna (3,50 euro all’ora per 12 ore di lavoro giornaliere) sono costretti a raccogliere le verdure che noi acquistiamo.
I braccianti si sono mobilitati diverse volte e adesso si rifiutano di continuare a lavorare in condizioni disumane. I provvedimenti emanati dalle istituzioni per contrastare il caporalato non sono sufficienti a sancire la fine dello sfruttamento nel mondo agricolo. Abbiamo assistito ad atti di intimidazione a danno di chi ha tentato di alzare la testa: capi di imprese agricole e mafiosi locali hanno dato seguito a minacce, attacchi incendiari alle baracche, colpi di pistola che hanno quasi ucciso tre lavoratori. Tutto questo di fronte al totale silenzio della politica istituzionale.
La “Lega braccianti”, organizzazione di lavoratori e lavoratrici della terra, il 18 maggio sarà a Roma a manifestare per richiedere la fine del caporalato, paghe dignitose e la fine dello sfruttamento della GDO che inizia nelle campagne ma che continua in tutti i settori della filiera alimentare. Lo sfruttamento nelle campagne è la parte più cruda e violenta, ma anche negli altri settori della GDO i facchini, autisti, cassieri e scaffalisti, rider delle consegne a domicilio sono schiacciati dai ritmi di lavoro elevati che tutta la filiera impone.
I Supermercati nella pandemia hanno triplicato i loro guadagni mentre noi consumatori e tutti coloro che ci lavorano, stiamo subendo un peggioramento delle nostre condizioni di vita.
Vogliamo prendere parola sulle difficoltà economiche che non ci permettono di fare una spesa dignitosa. Vogliamo che i lavoratori della terra siano tutelati. Vogliamo mettere in luce la catena di sfruttamento che sta dietro alle merci che acquistiamo e i motivi che ne determinano il prezzo. Vogliamo dare voce a chi, in questa pandemia, voce non ne ha avuta.
Il 18 maggio chiediamo ai consumatori e alle consumatrici dei supermercati di NON ACQUISTARE frutta e verdura raccolti dai braccianti delle campagne.