Questa mattina il “Comitato NO Daspo di Piazza” ha tenuto una conferenza stampa di fronte alla prefettura per illustrare l’importante sentenza definitiva del TAR che annulla il decreto per tre manifestanti (sono otto i “daspati”) che ad inizio del 2016 avevano ricevuto la diffida dallo stadio per aver partecipato a proteste cittadine.
Le manifestazioni in questione sono quelle del 13 e 14 novembre 2015: nella giornata del venerdì, un centinaio di persone occupava l’atrio del comune in protesta per le case popolari di Sant’Ermete e per lo scandalo corruzione Bulgarella. Qui decine di poliziotti in assetto antisommossa sgomberava a botte e manganellate il presidio di famiglie, anziani e bambini che avevano piazzato le tende nell’atrio di palazzo Gambacorti.
Il sabato invece, una manifestazione di 500 persone tentava di avvicinarsi al comizio della lega nord in Piazza Cairoli: sul ponte della Fortezza vi furono duri scontri tra polizia e manifestanti che furono caricati in più momenti.
Ad inizio gennaio di questo anno arrivano i primi sei Daspo relativi alla manifestazione anti-lega, qualche settimana più tardi se ne aggiungono altri due per la protesta in comune.
Una volta appresa questa nuova legge repressiva emanata nel 2014 ed applicata per la prima volta a Pisa ed in Italia, inizia subito una campagna di solidarietà e di lotta a questo decreto che prevede il divieto di accedere a manifestazioni sportive. Le accuse sono quelle di “istigazione a delinquere” ed il reato (per cui non ci sono neanche denunce penali) sarebbe quello di aver incitato chissà a fare cosa, con il megafono, gli altri manifestanti presenti in queste due occasioni.
Fin da subito l’assurdità di questa legge è stata palese a tutta la città che non ha fatto mancare il sostegno agli otto daspati: si è formato un Comitato che ha promosso varie iniziative come una raccolta di migliaia di firme, esposto striscioni allo stadio durante le partite del Pisa, organizzato eventi di raccolta fondi per pagare le spese dei ricorsi che sono stati fatti al prefetto e al TAR. A maggio un presidio alla prefettura consegnava le firme raccolte ed il ricorso per cinque daspati al prefetto ma tutt’ora l’esito non ha avuto risposta.
Ha avuto invece successo il ricorso proposto al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) che il 20 dicembre 2016 ha accolto definitivamente dando ragione ai manifestanti. Di seguito riportiamo alcuni passaggi fondamentali della sentenza.
“I provvedimenti in discussione si basano sul fatto che i ricorrenti sarebbero assidui frequentatori della curva Nord dello stadio di Pisa quali sostenitori della locale squadra di calcio, ma nessuno degli elementi istruttori versati in atti mostrano la fondatezza di questa asserzione”. Questo è il primo punto per cui il provvedimento non trova fondatezza.“i ricorrenti non mostrano alcuna pericolosità sociale”.
Il secondo motivo su cui il Daspo viene annullato dal TAR è: “[…] i ricorrenti non mostrano alcuna pericolosità sociale”. “[…] non sarebbe dimostrata la loro pericolosità in contesti sportivi.”
Un altro passaggio fondamentale della vittoria del ricorso è la seguente: “[…] le riprese video le quali dimostrerebbero il loro incitamento nei confronti dei manifestanti non sia presente negli atti del fascicolo e non è stato posto a loro disposizione, con violazione del diritto di difesa.” Si tratta quindi di un’accusa infondata dato che la polizia non ha fornito materiale in cui fosse dimostrato il reato di “istigazione a delinquere”.
Dunque la questura di Pisa ha tentato di applicare la legge Renzi-Alfano a sua completa discrezione, senza fornire prove e senza neanche una denuncia penale per questi presunti reati.
Una grande vittoria che fa giustizia su questo assurdo tentativo, da parte delle istituzioni e della questura, di intimidire chi ha deciso di alzare la testa. Adesso che il TAR ha presentato questa definitiva sentenza, la patata bollente scotta tra le mani della prefettura che, ad ora, rimane l’unico organo istituzionale che ancora non si è pronunciato.
Di seguito riportiamo una breve intervista all’avvocato Tiziano Checcoli, mentre qui potete leggere il comunicato del Comitato No Daspo di Piazza.