All’una è iniziata una partecipatissima assemblea operaia nei piazzali davanti ai cancelli di Sole e al presidio dei lavoratori Iscot, in lotta contro l’arroganza aziendale che, dopo aver assunto i 7 interinali a tempo indeterminato, ha impedito a due di loro di prendere servizio e prova ora a trasferirli in un reparto confino. Una battaglia forte e determinata perché affronta a muso duro il comando padronale, provando a metterlo in discussione e a piegarlo: “questa la posta in palio e la condizione imprescindibile per acquisire una nuova fiducia e ristabilire una forza tra tutti i lavoratori dell’indotto Piaggio, a partire proprio dagli interinali, all’apparenza l’anello più debole e quello meno garantito nella catena dell’organizzazione del lavoro; a partire dalla vittoria di questa lotta.”
Al dodicesimo giorno di sciopero la fatica non ha piegato gli operai, grazie al sostegno della cassa di resistenza e soprattutto grazie al coinvolgimento nel presidio di tanti altri lavoratori degli stabilimenti vicini. L’assemblea di oggi ne è il primo risultato tangibile. 3 ore di sciopero sono state infatti convocate dalle RSU di Piaggio, Sole, New Job e Ceva per poter partecipare all’assemblea sindacale la quale è stata animata da circa un centinaio di lavoratori, raddoppiati con l’arrivo, al turno delle 14 dei piaggisti. La discussione ha messo in risalto lo scontro con Stirpe, padrone di Sole e numero 2 di Confindustria, rilanciando la mobilitazione contro il ricatto che minaccia la rescissione dell’appalto con Iscot. “Se ne vada pure a fanculo la Iscot, per contratto siamo vincolati al committente”. La voce degli interinali si è unita a quella dei part-time verticali della Piaggio o a quelli di Ceva, i quali condividono la medesima condizione, perché spremuti dal padrone nei periodi di picco della produttività. “Iscot se ne può anche andare, andremo fino a Torino venerdì alla sede legale e amministrativa dell’azienda per pretendere il reintegro e siamo disposti a battere a tappeto tutti gli stabilimenti di Sole e Iscot nel paese”.
A fine assemblea gli operai sono entrati dentro il perimetro dello stabilimento di Sole dando mandato ai propri delegati di portare la comunicazione al direttore dell’unità produttiva che i due operai di Iscot devono essere reintegrati sul loro posto di lavoro entro la giornata cruciale del 17 ottobre. Si tratta infatti del giorno in cui sarebbe previsto il trasferimento nel reparto confino per i due operai Iscot: un capannone sottutilizzato, con poco lavoro, dove Iscot detiene un appalto. Dagli operai viene chiamato il ‘garage’. Entro quella data i due devono operai oggetto di discriminazione aziendale devono essere reintegrati al proprio posto di lavoro nel capannone Sole.