In occasione della Giornata Internazionale della Donna, Pisa si unisce alla chiamata allo sciopero transfemminista contro il sistema patriarcale, la violenza di genere e le politiche autoritarie.
L’8 marzo non sarà solo una giornata di protesta, ma un momento di lotta collettiva per i diritti di tuttə: dal lavoro alla casa, dalla salute all’educazione, dalla sicurezza alla demilitarizzazione. Un appello a boicottare i ruoli di genere imposti e a costruire un futuro di giustizia sociale, antirazzista e antifascista.
Perché la sicurezza non è repressione, ma libertà, diritti e autodeterminazione.
Di seguito l’invito all’assemblea pubblica che si terrà Martedì 25 Febbraio alla Mala Servanen Jin dalle 17.30 in Via Garibaldi, 192.
Comunicato di Non Una Di Meno Pisa:
Per il nono anno consecutivo l’8 marzo scioperiamo.
Scioperiamo dal lavoro produttivo, da quello riproduttivo e di cura, dai consumi, dai ruoli e le aspettative di genere. Il nostro è uno sciopero contro la violenza patriarcale, la guerra e la povertà.
L’ultima manovra finanziaria, con i tagli a welfare, sanità, scuola e università, porta avanti lo smantellamento del settore pubblico e prevede, al contempo, aumenti per le spese militari. In questo modo ci consegna un Paese ancora più povero, dove la politica istituzionale normalizza, a proprio vantaggio, la violenza di genere e razzista, per poter edificare una società sempre più abituata alla sopraffazione e alla crudeltà.
L’inflazione sale alle stelle mentre i nostri salari rimangono tra i più bassi d’Europa e, anzi, sono sempre più minacciati e ridotti da tagli e definanziamenti. Intanto assistiamo alla continua messa in discussione e al tentativo di smantellamento dei diritti conquistati; tutto questo costringe sempre più persone ai margini, obbligandoci a rinunciare alle cure, a studiare, ad avere una casa e un lavoro dignitoso.
Il tentativo di strumentalizzare la violenza contro le donne per alimentare razzismo e classismo, attraverso la criminalizzazione della povertà e tramite decreti come il Ddl “Sicurezza” e le “zone rosse”, lascia intatto e alimenta un sistema che proprio su questa violenza si struttura e prolifica. A confermarlo vediamo il continuo ostracismo all’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, l’aumento di richieste ai centri anti-violenza e i femminicidi che crescono in numero e in efferatezza.
L’investimento massiccio nell’economia di guerra e il coinvolgimento in tutte le guerre in atto, l’esplicito sostegno di fronte allo stato occupante sionista che, in Palestina, bombarda, devasta, imprigiona, tortura, utilizza gli stupri e la fame come armi di guerra e programma la deportazione per fare di Gaza la “costa azzurra del medio oriente”, rendono evidente le priorità dei potenti del mondo, restituendoci ancora una volta la consapevolezza che, nella corsa al profitto e al dominio, le vite e i territori ritenuti ostacolo o intralcio sono sacrificabili.
Il fascismo reazionario che vuole irregimentare corpi e menti, reprimendo chi non si allinea e cancellando chi vuole autodeterminare le proprie scelte, avanza diffondendo quel malessere e quel conflitto sociale che tenta poi di annullare e nascondere con parole quali “degrado” e “questione di ordine pubblico”.
In questo contesto, il nostro sciopero transfemminista dell’8 marzo vuole essere cassa di risonanza per le tante tensioni che attraversano il Paese e la nostra città.
Per questo invitiamo chi resiste nella propria vita a vari livelli di violenza (domestica e economica, istituzionale, lavorativa, medica); chi lotta per un lavoro, un salario e dei ritmi di vita dignitosi; chi ripudia la guerra e si oppone alla militarizzazione dei territori; chi lotta contro la criminalizzazione e la marginalizzazione del dissenso e della povertà; a partecipare all’assemblea pubblica di martedì 25 febbraio alle ore 17:30 alla Mala Servanen Jin (via Garibaldi 192) per immaginare, costruire e dare vita insieme a questo 8 marzo, che sia di lotta, boicottaggio e sciopero!