“Noi da qui non ce ne andiamo!” è il coro che ha riecheggiato per ore nella giornata di venerdì 13 sotto le logge del comune. Un corteo partito dal quartiere di Sant’Ermete aveva raggiunto Palazzo Gambacorti occupandolo per chiedere un incontro con il Sindaco e l’assessore Zambito: ‘A Bulgarella gli appalti a noi gli sfratti’ urlavano a decine prima, durante e dopo lo sgombero con la celere. E’ il nodo delle risorse a tornare prepotentemente al centro del dibattito pubblico, spinto dalle lotte. Davanti al moltiplicarsi degli sfratti, dei pignoramenti, delle morosità sulle utenze è l’uso del denaro pubblico a esser messo sotto inchiesta da chi non ha più intenzione di pagare i conti di palazzinari e imprenditori. Appalti, fidejussioni tossiche, gare inesistenti rafforzano chi impone alla maggioranza della popolazione una condizione di povertà speculando sull’abitare e sui servizi. La politica, incapace di dialogo, si fa scudo della legalità usandola per proteggere questi equilibri. Il sindaco si schiera senza appello con i potenti contro chi protesta: ‘denuncerò’ gracchia stridulo Filippeschi con la voce strozzata dalla paura di chi lo incalza. La ritorsione è un’arma dei deboli.
La corruzione è un meccanismo che usa strumentalmente il potere associato a ruoli istituzionali per approfondire la guerra sociale contro i più deboli, i proletari dei quartieri della nostra città, chi stenta a campare, gli indebitati, i morosi, favorendo, di contro, chi invece dispone di capitali e rendita. Sistema Bulgarella, potremmo chiamarlo perché Bulgarella è solo uno dei tanti…
Nel frattempo si moltiplicano i fronti dell’attacco contro chi lotta. Anche chi promuove la guerra tra poveri a colpi di razzismo è un alleato utile per distrarre dai favoritismi a chi ci mangia in capo ogni giorno. Ecco che allora la violenza alla città e l’abuso prende la forma dell’imposizione di un corpo estraneo a Pisa: una manifestazione leghista autorizzata in pieno centro e protetta da una zona rossa con 200 poliziotti. Non accettare che quanto subiamo quotidianamente si imponga anche nella forma del razzismo più odioso e meschino è stato il minimo.
Apparteniamo a quel pezzo di città che subisce un sistema di governo che esclude i più. La sfida di ribaltare il sistema che ci costringe a pagare i costi dei privilegi di chi comanda l’abbiamo accettata da tempo. Ai tanti Bulgarella sconti e impunità, alla nostra parte abusi e rapine legalmente organizzate. I costruttori di questa città devono svariati milioni al Comune. Siamo noi a essere in credito. E’ arrivato il momento di organizzarci per battere cassa!