Nella giornata di ieri un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia ha dato il via a quello che potrebbe essere un vero tsunami, con perquisizioni e sequestri a carico di dieci persone, noti imprenditori e funzionari bancari, molti dei quali legati a doppio filo al Partito Democratico. I reati su cui si indaga sono principalmente reati finanziari, ma con il sospetto di favoreggiamento a Cosa Nostra; si ipotizzano inoltre coinvolgimenti con la latitanza del boss Messina Denaro. Tra i personaggi coinvolti ve ne sono almeno due con pesanti legami con la speculazione immobiliare nella città di Pisa: Andrea Bulgarella e Fabrizio Palenzona.
Bulgarella è un personaggio ben noto nella nostra città, signore del cemento di origine trapanese che in Toscana trova una seconda patria, probabilmente per la condiscendenza con cui gli amministratori locali assecondano le sue speculazioni. Dal recupero delle colonie di Calambrone alla restrutturazione dell’Hotel Palazzo a Livorno, numerose sono le concessioni edilizie che permettono al costruttore di riversare in questa regione fiumi di denaro (e di cemento). Ma a Pisa probabilmente è soprattutto famoso per il naufragato progetto del Parco delle Torri a Cisanello, che ha lasciato in eredità alla città lo scempio di due enormi torri incompiute. L’operazione è ferma perché nel frattempo sembrano essersi sommati debiti per oltre 60 milioni di euro, ma ciò non ha impedito al sindaco Filippeschi di continuare a sostenere l’amico costruttore di fronte alle continue richieste di spiegazioni da parte della città.
Per parlare di Palenzona, invece, vogliamo raccontare un’importante esperienza che ha attraversato la nostra città a partire dal novembre 2011. E’ in quel periodo, infatti, che il movimento Occupy Pisa occupa una palazzina situata in Via la Pergola, pieno centro universitario, sfitta dal 2005. Oltre a ricavarne alloggi per studenti e spazi di socialità libera (palestra, ludoteca, aula studio), gli attivisti iniziano una seria attività di ricerca riguardo alla proprietà dell’immobile. E’ durante questa inchiesta che spunta, a più riprese, il nome di Fabrizio Palenzona. Risalendo un sistema di scatole cinesi, infatti, si viene a sapere che il vero proprietario dell’immobile è una società denominata “Norman 95” di cui Palenzona è stato vice presidente dal 2001 al 2008. Palenzona, però, è anche lo storico vice presidente di Unicredit, il primo gruppo bancario italiano (oltre ad essere stato dal 1995 al 2004 Presidente della Provincia di Alessandria); non è un caso, quindi, se nonostante i continui, disastrosi investimenti di “Norman 95”, intervengano sempre flussi di denaro da Unicredit a salvare la società dal fallimento. I disastrosi investimenti, però, non sono solo frutto di incompetenza: alcune compravendite di immobili (fra cui quella relativa a Via la Pergola) sembrano essere studiate apposta per trasferire ingenti somme da un istituto bancario ad un altro. E’ a questo punto che nel lavoro di inchiesta spuntano fuori i nomi di personaggi legati al Monte dei Paschi di Siena e alla scalata Antonveneta.
Venuti a conoscenza di queste malefatte, gli attivisti di Occupy Pisa hanno ben pensato di presentare un esposto in Procura, sostenuto da centinaia di firme raccolte durante la campagna “Esponiamoci”. E’ a questo punto che si scatena la rappresaglia della mafia finanziaria: dopo mesi di attività autogestite, passati pochi giorni dall’esposto l’immobile di Via la Pergola viene sgomberato e poco dopo gli occupanti vengono caricati e picchiati dalla polizia; a distanza di qualche mese, le prime denunce per i membri di Occupy Pisa.
Nessuna sorpresa, dunque, nel vedere i nomi di questi affaristi associati ad un boss di Cosa Nostra; piuttosto la consapevolezza che, in una città dove nessun freno e nessun vincolo viene posto alla cementificazione e all’espansione dei palazzinari, la criminalità organizzata trova un habitat più che confortevole.
Qui il dossier completo su Via la Pergola e “Norman 95”