Ieri a Pisa si è data una grande giornata di mobilitazione per la giustizia abitativa. Dalla mattina presto un picchetto anti sfratto ha impedito che una famiglia con due minori finisse fuori casa (inabitabile ma per la quale negli anni hanno pagato più di 40mila euro) al tardo pomeriggio con una manifestazione sotto il Comune. Riportiamo di seguito il comunicato della Comunità di Sant’Ermete che chiaramente racconta la giornata di ieri e la lotta più ampia in cui è inserita.
15 marzo, ore 7.00. Porta a Mare. Dalle prime luci dell’alba cinquanta persone raggiungono l’alloggio dove vive dal 2018 questa famiglia con due bambine piccole. La gente di Sant’ermete se lo ricorda cosa vuol dire avere l’ufficiale giudiziario alla porta, se lo ricorda il nervoso di un sonno che non arriva nel mentre i figlioli dormono e ti assale la preoccupazione “di non essere in grado di dare un tetto sulla testa a chi hai vuoi più bene”. Perché Sant’ermete è un quartiere che dal 1946 è sempre stato RIFIUGIO DELLA GENTE. Sfollati dal dopoguerra, sfrattato dal centro storico (Sant’Andrea, voa delle belle donne, via dell’occhio), espulsi dagli altri quartieri via che Pisa diventava “città dei servizi”. Può sembrare ANOMALO che pensionati di 70 anni, giovani coppie, signori attempati e famiglie con figlioli al seguito facciamo delle levatacce come gesto di ALTRUISMO, ma in effetti CHE NE SANNO coloro che BENPENSANO, di quello che significa EVERE BISOGNO L’UNO DELL’ALTRO. INVECE è diventato naturale, a PISA, che le persone si aiutino a non essere sbattuti in mezzo alla strada. Infatti siamo riusciti a evitare lo sfratto. E questa famiglia aspetta da mesi che il comune e l’apes e il servizio sociale si mettano d’accordo per sistemarne una delle 200 vuote e dargliela.
Ore 15.00 Logge di Banchi , comune di Pisa. C’è il movimento Non una di Meno, ci sono gli studenti e le studentesse, ci sono i passanti, e ci sono sessanta famiglie tra abitanti del nostro quartiere e tutte quelle che stanno sistemando le abitazioni del quartiere di Sant’ermete da TRE MESI. Abbiamo fatto una mostra che racconta alla gente di Pisa e ai turisti che passano PERCHÉ È ARRIVATO IL MOMENTO DELLA GIUSTIZIA PER SANT’ERMETE.
Non so torna più indietro: la nostra comunità se si ferma, ci sotterra. È del progetto di autorecupero che stiamo parlando. È della vita dove c’è l’abbandono che stiamo parlando. È del rispetto delle case popolari. È un affare della città del futuro. Elezioni o non elezioni.
Ore 16.00. In tre di noi vanno ad incontrare il comune e l’apes in Piazza Facchini, nell’ex sede della Sepi. Il comune non si presenta, dice non era stato avvertito in tempo da Apes. All’incontro diciamo perché L’autorecupero è la soluzione, e che non c’è più tempo per approvarlo. La prossima settimana, il 24 marzo alle 12.30, li aspettiamo a Sant’ermete per vedere coi loro occhi quello che abbiamo fatto. Alle parole devono seguire i fatti: la cooperativa di comunità di quartiere e il progetto di autorecupero devono essere riconosciuti, perché gli inquilini e le inquiline meritano ascolto, rispetto e soprattutto il diritto ad essere protagonisti dei progetti di riqualificazione.