Sta aumentando notevolmente la tensione sociale nel comune leghista cascinese. Ad acuirla è la questione abitativa che sta scoppiando tra le mani dell’incompetente assessore alle politiche sociali e abitative Ziello che stamani su un post sul suo profilo Facebook dava già come eseguito lo sfratto di Houda e i suoi tre minori.
Ma mentre Ziello si augurava l’esecuzione dello sfratto, lui si trincerava nel suo ufficio e a sua protezione una camionetta di polizia sostava nel parcheggio dell’Ufficio Casa, meta delle famiglie in difficoltà economica ed a cui si rivolgono per chiedere un sostegno.
E mentre l’assessore scriveva sui social dietro alla sua scrivania, la famiglia di Houda resisteva al tentativo di accesso dell’ufficiale giudiziario accompagnato da volanti di carabinieri e tre avvocati della proprietà. Insieme ad altre persone nella sua stessa condizione, Houda ha respinto il tentativo di sfratto riuscendo, dopo una lunga trattativa, a far rinviare il provvedimento al 28 luglio.
Il pichetto anti-sfratto si è poi spostato di fronte alla sede dell’Ufficio Casa per chiedere un incontro alla dirigente Carrozzo. Il colloquio che si è svolto ha messo alla luce tutte le problematicità dell’emergenza abitativa: i dirigenti hanno ammesso che la politica non ha nessuna intenzione di risolvere i problemi delle famiglie che non riescono a pagare gli affitti. Questa volontà dell’amministrazione leghista non può però essere continuamente scaricata sulle spalle delle famiglie. Quello che però manca è una presa di posizione di questi dirigenti tecnici che “non possono” mettere mano ai fondi per l’emergenza abitativa perchè tagliati dalla sindaca Ceccardi e dall’assessore Ziello. Già dalle prossime Commissioni Territoriali Sfratti però potranno chiedere una nuova sospensione al Prefetto e una nuova finanziarizzazione dei bandi della morosità.
La Lega nord ha dichiarato guerra ai poveri: vincendo le elezioni e illudendo gli italiani di poter ottenere un trattamento privilegiato, sta in realtà applicando politiche di tagli ed esclusione, per tutti. Le proteste di qualche settimana fa di una famiglia cascinese lo dimostrano. Il diritto alla casa non è prioritaria per la nuova giunta comunale.
Questo clima di tensione che sta aumentando nel comune di Cascina sta aprendo nuove contraddizioni: il partito padano, vincitore delle ultime elezioni ha sostituito il vecchio e Partito Democratico portando una nuova ventata di speranza per i cittadini di Cascina. Questo non sta accadendo, le promesse disilluse e la tensione sociale aumentata.
Adesso tocca alle persone che si ritrovano con le porte chiuse in faccia dall’amministrazione prendersi ciò che continuamente viene negato loro.