Settimana incandescente nel quartiere popolare soggetto ad una riqualificazione fasulla annunciata anni fa dall’amministrazione comunale ma mai portata a termine. A termine di un’assemblea di quartiere, i residenti esasperati hanno bloccato la via Emilia per protesta.
Un anno fa la notizia della “scomparsa” dei 10 milioni di euro previsti per il progetto della costruzione delle nuove case diede vita alla protesta sull’autoriduzione degli affitti: i residenti non ci stanno a pagare i costi mensili per della case insalubri, insicure e antigieniche dichiarate così dalle perizie della Usl. Gli abitanti vogliono l’esonero dell’affitto finchè abiteranno in queste vecchie case in cui molti si stanno ammalando e morendo di tumori a causa delle condizioni delle tubature e delle mura.
Ad un anno dall’inizio della protesta sugli affitti, l’Apes, gestore delle case popolari, ha inviato lettere agli inquilini che partecipano all’autoriduzione, minacciandoli di far decadere i contratti di assegnazione per poi procedere a provvedimenti di sfratto in caso che queste famiglie non si regolarizzino e non si mettano in pari con i debiti che stanno accumulando.
I piani della Zambito e dell’amministrazione di far morire lentamente e agonizzante un quartiere per poi svenderlo ai loro amici imprenditori però sta trovando degli impedimenti: i residenti pretendono l’inizio dei lavori per le case nuove e stanno dimostrando che non pagare per queste case è giusto. Non solo i milioni spariti, anche un fantomatico mutuo regionale che avrebbe dovuto rimpiazzare i finanziamenti pubblici non è stato accordato dalla Banca Europea degli Investimenti. La verità è che il progetto originario dei 200 nuovi appartamenti è saltato. Soltanto 39 adesso sono in previsione ma chissà quando saranno realizzati.
Ieri anche il Prefetto ha dichiarato, rispondendo al sindacato inquilini alla richiesta di utilizzare le 40 case sfitte nel quartiere per l’emergenza abitativa, che gli alloggi vuoti non sono a norma e che alle famiglie sotto sfratto non possono essere assegnate queste case. A confermarlo è una perizia dei Vigili del fuoco che hanno constatato pericoli e cedimenti dei solai.
E allora perchè se le case sfitte sono dichiarate inagibili, per quelle abitate le famiglie devono pagare gli affitti rischiando la vita e la salute? Perchè se gli inquilini protestano e si autoriducono queste spese l’Apes minaccia di sfrattarle?
Sono state queste domande a far scattare la nuova protesta di questo pomeriggio che ha visto prima una partecipata assemblea di quartiere che si è svolta nel parco. In tanti hanno preso parola, facendosi forza a vicenda. Ci sono persone anziane che hanno smesso di uscire di casa per paura di scivolare sulle scale che invece oggi hanno voluto esserci. L’assemblea ha deciso di passare all’azione e per molti si è trattato di uscire quasi da una sorta di intorpidimento. Famiglie con bimbi nei passeggini, ragazzi e persone anziane hanno preso le sedie su cui si sedevano in assemblea e si sono riversati tutti insieme in mezzo alla strada, bloccando la via Emilia, paralizzando il traffico. La richiesta dei residenti è stata una: “vogliamo che vengano subito i Vigili del fuoco per verificare le condizioni delle case in cui viviamo. Se le case sfitte sono inagibili, perchè non lo devono essere anche queste in cui viviamo? Non pagare è giusto. Vogliamo una relazione scritta dai Vigili del fuoco e l’esonero dal pagamento. L’Apes ed il Comune ce lo devono dare. E’ il minimo che possono darci subito, in attesa dell’inizio dei lavori che vogliamo vedere partire subito”.
Il blocco stradale di oggi riapre la questione sul progetto di riqualificazione. Se l’Apes pensava di intimidire le persone del quartiere con delle letterine adesso sarà costretta a dare delle risposte sui tempi del progetto ed anche le bugie dell’assessore Zambito non se le beve più nessuno.
Domani i residenti del quartiere si uniranno al presidio in Prefettura convocato dai movimenti per il diritto alla casa, contro gli sfratti e per l’assegnazione delle case vuote per ribadire al Prefetto che l’avvio dei lavori è quanto mai urgente, viste anche le sue prese di posizione sulla vicenda.