Era stato detto, è stato fatto. Nella serata di ieri, durante l’esibizione di Vinicio Capossela in Piazza dei Cavalieri all’interno della rassegna musicale “Numeri Primi”, un nutrito gruppo di persone ha deciso di entrare senza biglietto, forzando le transenne disposte a chiusura della piazza.
Molte erano state le voci critiche nei confronti della modalità di organizzazione di questo evento, patrocinato e finanziato dal Comune, sotto l’egida dell’assessore alla cultura Buscemi. La scelta della location, innanzi tutto: recintare e privatizzare Piazza dei Cavalieri, renderla inaccessibile la sera se non al costo di esosi biglietti d’ingresso, è parsa a molti dei frequentatori abituali della piazza un deliberato tentativo di espulsione da uno spazio pubblico, perfettamente in linea e in continuità con la politica delle idropulitrici.
Per il concerto di Capossela, musicista irriverente, solito condire le sue canzoni con versi di critica al neoliberismo a alla società dei consumi, il biglietto d’ingresso costava dai 40 ai 70 euro. Il tutto secondo una logica squisitamente elitaria, poiché i posti a disposizione erano drasticamente inferiori a quelli che una piazza del genere avrebbe permesso in tutta sicurezza. In sintesi, invece che far esibire Capossela di fronte a un pubblico numeroso a pressi sostenibili, si è voluto chiudere una piazza, destinandola a una minoranza costretta a pagare prezzi esosi.
Per questo più di cento persone, per la maggior parte giovani studenti e lavoratori, si sono radunate in Largo Ciro Menotti contestando questa politica di organizzazione eventi; dopo oltre un’ora di presidio, il gruppo si è mosso in corteo fino a raggiungere Piazza dei Cavalieri, da uno dei tanti ingressi transennati. Senza perdere tempo i manifestanti hanno divelto le transenne, e sono entrati al concerto, dopo brevi momenti di tensione con le forze dell’ordine, che si son dovute presto arrendere di fronte ai numeri e alla determinazione dei contestatori.
I ragazzi si sono poi avvicinati al palco dove si esibiva Capossela, chiedendo al musicista una breve interruzione per spiegare il loro gesto. Buona parte del pubblico non ha gradito, fischiando e protestando per quanto accadeva; c’è da chiedersi se un fan di Capossela capace di urlare solo “io pago!!!” sia in grado di capire i testi e il messaggio dell’artista o si limiti ad ascoltarne le graziose melodie. Ma molti altri, invece, hanno voluto approfondire, interloquendo con il gruppo di contestatori, chi infine solidarizzando con il gesto, chi suggerendo in futuro altre modalità.
Il concerto è ripreso dopo due brevi interventi dal palco, e l’esibizione si è poi conclusa senza incidenti o ulteriori tensioni; i fatti di ieri sera stanno scatenando feroci dibattiti sui social network, ma perlomeno questo si può assumere come primo risultato: scardinare il tentativo di tramutare l’arte in mera merce da assumere passivamente e riportarla al suo ruolo di rottura, di vettore di discussione, di stimolo per il pensiero.