Una campagna elettorale che sembra una via crucis quella di Matteo Salvini. Sventola come un bambino il suo programma fatto di menzogne, mentre il suo alleato Silvio Berlusconi prepara la grande coalizione col PD. E ovunque va viene accolto dalle contestazioni che gli ricordano che Luca Traini, il terrorista razzista di Macerata, era un suo candidato al consiglio comunale.
Salvini, un uomo che esiste solo grazie a facebook e ai social network, una bolla mediatica che vive dello spazio che gli viene dato dai giornali a giudicare dalla folla che lo attendeva: appena poche decine di sparuti leghisti in piazza Vittorio Emanuele, molti dei quali appartenenti al suo team che lo seguiva in ogni tappa del toru elettorale. Una città che visibilmente è per lui terra straniera. In 500 tra comitati di quartiere, centri sociali e collettivi studenteschi si sono riuniti invece da piazza delle Logge per dire BASTA GUERRA TRA POVERI.
“Siamo gli stessi che hanno contestato Renzi il 29 aprile” dicono dal megafono “non ne possiamo più dello sproloquiare delle istituzioni sulla nostra pelle”.
Il corteo parte dritto per corso Italia con l’obiettivo di raggiungere Salvini e dirne quattro al candidato della Lega. Ma lo show del leghista, evidentemente, non dev’essere disturbato. A difendere lo sparuto gruppo di leghisti ci sono infatti circa quattrocento poliziotti, quasi uno ogni manifestante (alla faccia dei tagli alle forze dell’ordine!). Al primo tentativo di passare, la celere risponde con una carica e ferma nel mucchio uno dei manifestanti. Il corteo però non si dà per vinto e ripiega sui lungarni, da lì si prova a passare su via Mazzini. Determinati i manifestanti si avvicinano al cordone degli agenti in antisommossa e partono due lunghe cariche. Cinque ragazzi vengono fermati e malmenanti, due devono essere portati all’ospedale. I manifestanti costruiscono una barricata per proteggere il corteo, cresce la rabbia, lanci di oggetti contro le forze dell’ordine. “Siete il servizio d’ordine della politica che rovina questo paese” dice una ragazza al megafono.
La manifestazione comunque prosegue, ancora centinaia di persone in piazza che continuano a manifestare per le vie di Pisa fino a raggiungere la Questura dove si richiede il rilascio dei fermati; rilascio che avviene in tarda serata.
Il razzismo è un imbroglio, l’ultima arma dei politici come Salvini per raccattare qualche privilegio e poltrona. Il razzismo è violenza, come quella che abbiamo visto a Macerata. Salvini non è solo il mandante morale della tentata strage di Luca Traini, ne è l’istigatore materiale e la copertura politica. A Pisa, passando per le mobilitazioni di Piacenza, Macerata, Torino e molte altri luoghi, tante persone hanno scelto di dare una risposta a questa violenza razzista e istituzionale. Nelle nostre città fischia un nuovo vento.