Fridays For Future ieri pomeriggio in piazza XX settembre per fare luce sui soldi in arrivo dal recovery fund. Dove andranno investiti questi milioni? Chi li gestirà? Pubblichiamo di seguito il comunicato di FFF che spiega molto bene le intenzioni del governo su come e dove vuole investire questi soldi. Una cosa sembra chiara: la priorità di questo momento ovvero la situazione ambientale e sanitaria non è al primo posto.
Venerdì 18 dicembre alle 14.30 Fridays For Future Pisa torna in piazza sotto il grande albero di Natale in piazza del Comune. La richiesta, non a Babbo Natale, ma al Governo, è quella di impiegare i finanziamenti in arrivo con il Recovery Fund all’ insegna della giustizia ecologica e sociale.
“La profonda crisi sanitaria che ha scosso l’intero pianeta mettendo in ginocchio le nostre società – afferma Paola Imperatore, dottoranda all’ Università di Pisa – ha portato l’Unione Europea ad elaborare un consistente piano di aiuti economici per risollevare l’economia dei paesi membri. Di circa 700 miliardi di euro, ben 209 arriveranno all’Italia. In teoria questo ci porterebbe a sospirare di sollievo: finalmente gli ospedali saranno attrezzati e vi sarà il personale necessario, la scuola potrà riprendere con maggiore sicurezza, i mezzi pubblici che portano gli studenti a scuola – e che nell’autunno abbiamo visto strabordare – potranno essere incrementati garantendo maggiori corse e in sicurezza. Ci sarà l’occasione di sostenere economicamente i tanti lavoratori e le tanti lavoratrici rimasti senza lavoro e senza sussidi e di intervenire a bloccare definitivamente i licenziamenti.
Tuttavia, la bozza del Consiglio dei Ministri uscita qualche giorno fa parla una lingua totalmente diversa. Solo 9 miliardi saranno destinati alla sanità, un settore centrale per la tenuta del paese e che già da anni subisce tagli e privatizzazioni, mentre i ben 74,3 miliardi destinati a “rivoluzione verde e transizione ecologica” sono nei fatti destinati a progetti ancora basati sulle fonti fossili“.
“Non ultimo, ci preoccupa la composizione della task force che dovrà occuparsi di gestire queste grandi somme: si tratterebbe di un gruppo di tecnici di 300 persone guidate dal comitato esecutivo composto da 6 manager italiani ovvero Descalzi (Eni), Starace (Enel), Alverà (Snam), Battisti (Ferrovie dello Stato), Profumo (Leonardo-Finmeccanica) e Palermo (Cdp). Pensare che a decidere il nostro futuro ci siano alcuni dei manager più contestati negli ultimi anni dai movimenti ecologisti, o produttori di armi, sicuramente non ci rasserena.”
Proprio per distogliere i finanziamenti del Recovery Fund da investimenti sui fossili, Fridays For Future ha lanciato la campagna “Non Fossilizziamoci”, che denuncia l’inadeguatezza degli investimenti del nostro paese in materia di transizione ecologica e decarbonizzazione, sotto il cui cappello secondo il nostro Governo ricadono progetti come l’impianto di ENI per la produzione di “idrogeno blu”, o la costruzione di inceneritori e autostrade.
“Per dare all’ Italia una strategia chiara verso la decarbonizzazione – spiega Livia Tolve, biologa – sarà fondamentale rivedere gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, ad oggi ampiamente insufficienti, attribuendo a questo strumento risorse e norme finalizzate alla conversione verso il 100% di energia rinnovabile. Così come bisogna specificare meglio i pilastri del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che per ora parlano solo di una vaga “rivoluzione verde”: oltre al fatto che “verde” non significa nulla di per sé, essi vanno spesso nella direzione opposta, continuando a garantire finanziamenti ad opere e infrastrutture che non hanno nulla a che vedere con la mitigazione delle emissioni. “
“Inserire la parola “green” nel Recovery Plan -conclude – non significa agire per il clima. Non ci importa quante volte la ripetete. Ciò che ci importa è vedere degli obiettivi chiari, e che vengano raggiunti”.