[IN AGGIORNAMENTO…] Pubblichiamo di seguito alcuni comunicati di solidarietà nei confronti delle persone diffidate per aver partecipato alla manifestazione del 14 novembre scorso.
I Gruppi della Nord esprimono tutto il loro sdegno verso le diffide inflitte a sei persone a causa della loro partecipazione al corteo di protesta contro la recente manifestazione della lega nord in piazza della Berlina. Veramente ci sembra assurdo diffidare dallo stadio a causa di fatti totalmente estranei ad esso. A loro va tutta la nostra vicinanza e solidarietà.
I Gruppi della Nord
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Dalla piazza allo stadio: cronache di ordinaria repressione
Nei giorni scorsi a 5 compagni che hanno partecipato alla manifestazione pisana contro la Manifestazione della Lega è stato il daspo (provvedimento amministrativo emanato dal Questore) , il divieto a partecipare a manifestazioni sportive
Qualcuno si domanderà quale sia il nesso tra un corteo sociale e politico e la presenza ad eventi sportivi, ebbene il nesso esiste
La sinistra da solotto in questi anni ha ignorato che attorno alle tifoserie, meglio sulla loro pelle, si misurassero alcuni provvedimenti repressivi destinati ad estendersi a reati di piazza, a manifestazioni di carattere sociale e politiche
Un grande laboratorio della repressione è stata la tifoseria, soprattutto quella orientata a sinistra
Ricordiamo l’art. 9 della Legge 41/2007 (Legge Amato), unmero strumento di repressione, una norma incostituzionale e di estrema pericolosità in generale per il futuro di ogni manifestaizone di piazza o di dissenso in nome della quale scatta il divieto di accesso a qualsiasi impianto sportivo a chi abbia subito una sentenza anche di primo grado per reati “da stadio
Centinaia di daspo sono stati comminati anche per accensione di un semplice e inoffensivo fumogeno o per avere affisso striscioni di solidarietà alle morti di stato, a quanti entrano vivi nelle caserme ed escono dentro una cassa da morto, centinaia di daspo a giovani che non hanno commesso alcuna violenza a cose o persone
Associare la presenza ad un corteo antirazzista al divieto di presenziare a manifestazioni sportive di ogni ordine e grado è quindi possibile, la misura del daspo da tempo viene studiata per proibire la partecipazione a cortei, iniziative di movimento, un provvedimento che ricorda gli arresti preventivi ai danni degli antifascisti alla vigilia della visita di un gerarca
Nella città di Pisa esiste un accanimento repressivo che ormai non sa distinguere tra movimenti sociali, realtà di quartiere, gruppi politici e ultras, tutti accomunati come disturbatori dell’ordine pubblico e pericolosi socialmente.
Per questo solidarizziamo con i 5 giovani colpiti dal Daspo e invitiamo la cosidetta Pisa democratica ed antifascista a riflettere su quanto succede all’ombra della torre pendente , quanto accade oggi a pochi presto accadrà a molti. Per quanto vi crediate assolti siamo tutti coinvolti
Cobas Pisa
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Solidarietà ai compagni e alle compagne colpiti da DASPO in seguito al corteo del 14/11/15
Esprimiamo la nostra piena solidarietà e sostegno ai compagni e alle compagne che si sono visti comminare dalla questura di Pisa il DASPO – divieto di assistere a manifestazioni sportive – in seguito al corteo contro il comizio della Lega Nord del 14 novembre 2015. Connettere una mobilitazione cittadina a manifestazioni sportive e colpire i compagni con un provvedimento volto a impedirne l’accesso allo stadio (appellandosi al nuovo decreto legge Renzi/Alfano, che introduce nella legge Amato la possibilità di DASPO anche per “reati” non sportivi, chiaramente una norma volta a colpire gratuitamente compagni e compagne impegnati/e sia nelle lotte sociali che negli stadi) è una dimostrazione evidente di come la repressione sia sempre più trasversale e feroce. Esprimiamo preoccupazione e allarme per la tenuta democratica della nostra città, ormai abbandonata alle speculazioni edilizie e alla gestione clientelare del potere da parte del PD, che come a livello nazionale opera con la maglia del Partito della Nazione, anche nella nostra città tenta di reprimere sistematicamente il dissenso riducendo le rivendicazioni e le lotte cittadine ad un semplice problema di ordine pubblico.
Partito della Rifondazione Comunista – federazione provinciale di Pisa; Giovani Comunisti/e – federazione provinciale di Pisa; Una Città In Comune
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I fatti. Il 14 novembre 2015 si svolge a Pisa una manifestazione contro il comizio della Lega Nord. A cavallo del passaggio di anno la locale Questura dispone cinque provvedimenti di D.A.Spo (da convalidare entro tre mesi) verso altrettanti partecipanti alla stessa manifestazione accusati di aver, nell’occasione, istigato a delinquere e tenuto una condotta violenta nei confronti delle FdO. Ad oggi i cinque non sono stati fatti oggetto di altri provvedimenti ed in essere vi è il solo provvedimento, di carattere amministrativo, emanato sulla scorta della recente Legge “Renzi-Alfano” 146/2014.
Diverse considerazioni emergono dall’episodio e non potrebbe essere altrimenti.
Intanto i dubbi sulla costituzionalità di un provvedimento che nato, per così dire, in ambito sportivo può essere ora comminato nel contesto di eventi totalmente al di fuori di quello stesso ambito. Al di là di questo seppur importante aspetto quello che però maggiormente si evince, e ci preme sottolineare, è come il fine ultimo del recente inasprimento della legislazione in materia di violenza negli stadi sia il colpire e reprimere elementi ed ambienti critici verso il sistema di potere dominante. Stadio o piazza non c’è differenza. Messi sullo stesso piano, entrambi sono oggetto dello stesso slancio repressivo. E se è pur vero che, in generale, l’obiettivo primario appare quello di colpire i partecipanti, più o meno attivi, ad una mobilitazione sociale, nel particolare ci appare chiara la volontà di tenere lontani questi stessi soggetti critici dallo “spettacolo” che da venticinque anni governo del calcio e multinazionali stanno tentando di costruire e che noi con disgusto appelliamo “calcio moderno”. È bene dunque essere coscienti, ancor più di prima, che Pisa è ogni luogo e che quanto successo in questi giorni potrà accadere ovunque e con sempre maggiore frequenza. Soprattutto in quelle realtà che portano la loro militanza ultras su di un piano conflittuale a 360°. Saputo quanto accaduto a Pisa, in modo naturale le nostre menti sono tornate all’infame vicenda che ha colpito il nostro fratello anconetano Alessio. Appare infatti chiaro, almeno a noi, come si vogliano inesorabilmente colpire quegli stili di vita, scrivemmo in quell’occasione e lo ribadiamo oggi con ancora più forza, che non rientrano nel business dell’industria del calcio. Anche questa vicenda ci pare pertanto di poter ricondurre all’attuazione coatta di quella “rivoluzione culturale” delle Curve e nelle Curve sempre più sbandierata dal sistema dominante. Tant’è che, a dirla tutta, non ci sembra per nulla casuale che ciò sia avvenuto proprio a Pisa, una delle piazze ultras italiane dove più radicale è stata ed è tuttora la contrapposizione, ad iniziare da quella contro la Tessera del Tifoso e contro l’infame Art.9, alle politiche applicate al mondo del calcio e agli stadi.
Alla Curva Nord “Maurizio Alberti” va la nostra massima solidarietà e vicinanza. Da sempre e per sempre dalla parte di chi non si omologa.
ANNI OTTANTA COSENZA
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