Non si ferma l’ondata di occupazioni nelle scuole pisane nonostante i tentativi di sgombero di alcuni istituti superiori da parte della polizia nelle notti scorse. Prontamente rioccupati. Le minacce di denunce, gli studenti portati in questura, gli inseguimenti notturni nei cortili non fanno più paura a questa generazione di studenti e studentesse delle scuole pisane. Come già scritto giorni fa, i motivi sono molteplici e sono ben spiegati nel nuovo comunicato che pubblichiamo in seguito. Alle scuole già occupate nei giorni scorsi, Itis, Facetti, Carducci, Pacinotti e la succursale del Santoni, si aggiungono ieri il Complesso Marchesi e oggi il liceo artistico Russoli.
Comunicato Scuole in Rivolta 24/01/2020
Cari professori, care professoresse
non ci capite perché usiamo metodi “violenti”, perché ci copriamo il volto, perché con voi non abbiamo dialogo ma scontro, perché lo facciamo ‘solo per saltare la lezione’ e perché non ne vedete la motivazione. Non chiediamo che improvvisamente vi schieriate dall’altra parte della barricata ma ad una cosa ci teniamo: siamo sulla stessa barca.
Non parliamo in quanto studenti di un liceo, di un’istituto tecnico o di un professionale, ma in quanto STUDENTI, tutti figli della stessa società, tutti un po’ stanchi e un po’ arrabbiati non solo perché alcune strutture cadono a pezzi, non solo perché in alcune scuole non ci sono i materiali o i laboratori necessari ma per qualcosa di più profondo, nascosto ma radicato: il sistema scolastico odierno.
Siamo un po’ stanchi e un po’ arrabbiati perché siamo ultimi nella società in quanto giovani poiché non contribuiamo all’economia del paese (o se lo facciamo veniamo sfruttati) e siamo ultimi anche in quanto studenti dal momento che la scuola è la prima a cui vengono tagliati i fondi e l’ultima ad essere considerata un’ istituzione su cui investire, d’altronde che cosa produce? Beh qualcosa in realtà ci fanno produrre anche noi: l’alternanza scuola lavoro, però ‘è utile per entrare nell’ottica del lavoro’ , dal momento che in quanto a sfruttamento fanno a gara. Siamo un po’ stanchi e un po’ arrabbiati perché le uniche riforme scolastiche che vengono fatte non tengono conto di noi studenti, in che modo la presenza di telecamere o peggio delle forze dell’ordine nelle scuole dovrebbe tutelarci quando c’è il rischio che una vetrata ci cada in testa? Siamo un po’ stanchi e un po’ arrabbiati perché ci è già stato sottratto il futuro, o almeno un futuro decente, data la criticissima questione ambientale che tutti continuano a ignorare, e per di più sembra impossibile cambiare il presente perché se esci dal meccanismo del tutto e subito di questa società sei tagliato fuori. Siamo un po’ stanchi e un po’ arrabbiati perché veniamo trattati con superficialità, noi, figli di una società alienata e alienante, corrotta, che premia chi schiaccia l’altro e penalizza chi si ferma a respirare, siamo solo ‘vandali’ se occupiamo, solo ‘fannulloni’ se chiediamo momenti e spazi per confrontarci con i nostri compagni o anche soltanto per RESPIRARE.
Siamo un po’ stanchi e un po’ arrabbiati, anzi, MOLTO stanchi e MOLTO arrabbiati per tutto questo e probabilmente per molto altro di cui ancora non siamo coscienti ma può essere questa una colpa? Possiamo sentirci colpevoli di qualcosa che non riusciamo più a contenere?
La generazione che tanto è stata criticata per la sua alienazione adesso è colpevole di volerne uscire, magari non sa ancora come ma si cresce per tentativi ed errori.
Quello che sta succedendo negli istituti superiori di Pisa viene sminuito e letto con superficialità così che una volta finito il ciclo delle occupazioni possa essere solo una piccola parentesi facile da dimenticare come è stato fatto l’anno precedente ma come avrete notato la polvere che viene nascosta sotto al tappeto, prima o poi salta fuori e noi stiamo diventando immuni a scopa, swiffer e aspirapolvere…
Cari professori, care professoresse noi non vogliamo che ci appoggiate necessariamente e non pensiamo siate voi i responsabili di tutto questo ma vorremo almeno che le critiche che ci vengono fatte siano costruttive e non superficiali perché come abbiamo già detto SIAMO TUTTI SULLA STESSA BARCA e vogliamo che qualcosa cambi davvero.