Cosa è successo davvero a Pisa-Brescia

Intervista a un tifoso nerazzurro presente ad Empoli

 

Sabato 17 settembre allo stadio Castellani si giocava, in campo neutro, la 4° giornata del campionato di serie B tra Pisa e Brescia. Prima della partita le due opposte tifoserie si sono fronteggiate poco dopo l’uscita della superstrada Empoli Est. Un centinaio di tifosi pisani, tra i quali anche diverse donne con bambini, una volta parcheggiate le proprie auto ad un grande spiazzo a poche decine di metri da diverse camionette di polizia, si incamminano verso lo stadio. Ma soltanto dopo pochi metri vengono raggiunti da alcuni pullman di tifosi del Brescia che, senza nessuna scorta della polizia, hanno potuto avvicinarsi ed entrare rapidamente in contatto. Dopo alcuni tafferugli tra le due fazioni, decine di poliziotti in assetto antisommossa caricano la tifoseria pisana su due lati, chiudendo tutti all’interno di un distributore di benzina dove resteranno in stato di fermo per alcune ore finché non saranno trasportati su un autobus pubblico alla questura di Firenze. Il bilancio della giornata parla di circa 90 Daspo e 8 arresti. Tutti Pisani.
I media hanno immediatamente diffuso la notizia di un agguato dei tifosi pisani che si sarebbero nascosti dentro a dei cespugli saltando fuori all’arrivo degli ultras avversari. Ricostruzioni molto fantasiose. Abbiamo raccolto le testimonianze di chi era presente a Empoli ed è stato posto sotto stato di fermo e “deportato” insieme a tutti gli 80 ultras alla questura di Firenze per capire come sono andati davvero i fatti.

Cosa è successo dal momento che è intervenuta la polizia?

“La polizia ci ha chiusi davanti e dietro con l’intenzione non soltanto di caricarci, ma di metterci subito in un angolo per poterci portare via. Infatti ci hanno tenuti in “ostaggio” per un paio d’ore nello spiazzo del benzinaio a pochi metri dove avevamo lasciato le nostre auto. Inizialmente credevamo che volessero far passare gli autobus degli ultras bresciani (che sono tranquillamente entrati poi dentro lo stadio) e poi lasciarci andare anche noi. Ma più passava il tempo, più sospettavamo che le loro intenzioni non erano delle migliori. Ce ne stiamo in circa 80 persone per un sacco di tempo sotto il sole e senza acqua. Intanto finiva il primo tempo e iniziavamo a capire che non saremmo mai giunti al Castellani. Un funzionario della digos sembra sulle furie più di tutti, dice che un suo collega si è fatto male. Urla e sbraita. La celere tutto sommato si fa i cazzi suoi, stanno al telefono, scherzano e fanno battute. Scorre il tempo e dopo più di un’ora fanno arrivare un pullman arancione, di quelli pubblici, e uno ad uno ci fanno salire sopra togliendoci i documenti e filmandoci con le telecamere. A quel punto, strippati come sardine, il pullman parte e imbocchiamo la superstrada direzione Firenze. Ci stavano portando in questura per identificarci tutti. Nel frattempo arriva un sms a qualcuno: “Eusepi ha fatto gol!””

Una volta che vi hanno portato alla questura di Firenze che è successo?

“Deportati è la definizione più giusta. Lo scenario sembrava quello di un carcere sudamericano. Guantanamo dice qualcuno, altri fanno riferimento alla serie tv “Prison Break”. Ci fanno mettere tutti a sedere in terra nel piazzale mentre la digos accende un pc portatile, lo appoggiano sul cofano di una macchina, si posizionano di fronte a noi ed iniziano a visionare i loro filmati. Così secondo le loro supposizioni di detective “secondo me”, “mi sembra lui”, “potrebbero essere le sue scarpe” iniziano a far alzare quelle persone che credono di aver riconosciuto dai filmati. Durante queste operazioni poliziesche sembrano molto incerti sul da farsi. Ma comunque decidono che almeno una decina di persone le vogliono trattenere. Mentre la digos continua nelle loro operazioni, alcuni agenti in antisommossa iniziano a scattarsi selfie con gli ultras seduti in terra come sfondo. Godendo della situazione. Bè che dire… godono proprio male questi eh…
Poi inizia a piovere e qui è stato il momento più assurdo. Rimaniamo tutti sotto l’acqua per alcuni minuti, forse 5 o 10 o 15 minuti. Mentre tutti i poliziotti presenti si riparano sotto le tettoie della struttura, noi rimaniamo nel bel mezzo del piazzale a beccarci l’acqua. Iniziamo a lamentarci di questo fatto ma ci viene detto che dobbiamo rimanere li. Poi ci stufiamo e ci avviamo nella direzione di un porticato che porta a degli uffici e senza troppe “cerimonie” occupiamo quello spazio. Oltre a identificarci e a farci prendere l’acqua vogliono umiliarci. Bé la pazienza ha un limite.
Gli 8 ragazzi che precedentemente avevano “beccato” dai video erano stati messi da un lato. Non li vedremo più perchè vengono portati via mentre noi ci riparavamo dalla pioggia.
Una volta smesso di piovere, ci hanno chiamati uno alla volta per riconsegnarci i documenti e ci hanno scattato delle fotografie. Ci dicono che ci lasciano andare. Credevamo che ci riportassero con il pullman arancione, macchè, figuriamoci. “Andate alla stazione, prendete il treno e scendete ad Empoli per tornare alle vostre macchine. Mi raccomando, andate a gruppi di 5 persone sopra il marciapiede.” Cosa??? Ma siamo all’asilo? Ci ricompattiamo, tutti insieme, partiamo in corteo e saliamo sul treno! Scendiamo ad Empoli e ci facciamo 4 km a piedi per arrivare alle macchine. Ma dove era finito il pullman arancione che ci aveva portato li?
Torniamo a Pisa con un po’ di amarezza, perchè 8 amici e fratelli della Curva Nord se li sono presi, ma anche con tanta rabbia dentro!”

L’estate appena trascorsa ha visto gli ultras e la tifoseria pisana protagonisti della tormentata vicenda societaria ma soprattutto di una lotta contro la mafiosa famiglia Petroni, (ancora) attuale proprietaria del Pisa. I gruppi della Nord hanno avuto la capacità di coinvolgere centinaia di tifosi durante i caldissimi allenamenti di San Piero a Grado e nelle partecipatissime manifestazioni all’aeroporto, dove ha sede Terravision (azienda di Petroni) e alla stazione, mobilitazione che culminò con l’occupazione dei binari.

“Questo ha ovviamente preoccupato poliziotti e politici. Abbiamo smosso tante persone e abbiamo dimostrato che questa città è capace di reagire, proprio come successe per la vicenda assurda dei daspo di piazza. Per questo ora vogliono fermarci. Il giorno dopo l’ultima protesta con l’occupazione dei binari, il prefetto Visconti rilasciò dure dichiarazioni contro gli organizzatori, paventando anche il ricorso ai Daspo e alle denunce. Quest’oggi anche il sindaco Filippeschi si è espresso duramente contro gli ultras, quando solo qualche settimana fa provava a salire sul carro dei vincitori andando a parlare ad un’assemblea pubblica proprio di fianco a chi oggi vorrebbe che finisse in galera. Buffone!”

Cosa pensi succederà ora?

“Credo che quanto successo dopo l’intervento della polizia si configuri come una vera rappresaglia. Ore di sequestro, le umiliazioni, l’utilizzo arbitrario delle procedure… sono tutte prove del fatto che hanno preso di mira il tifo organizzato. Volevano farcela pagare. I 76 daspo annunciati sono una misura indiscriminata che ha colpito tutti, senza nessun tipo di accertamento e con molta arbitrarietà. Esattamente come gli arresti. Inaccettabili. Pensano di farci fuori così. Io credo però che nel tempo i gruppi della curva nord hanno dimostrato la forza per reagire: è anche grazie al tifo organizzato che la squadra e il tifo di un’intera città ha saputo rinascere nel corso di quest’estate travagliata. Non sarà una vendetta vigliacca degli sbirri a fermarci”